"Un ritardo che ha avuto dei costi inaccettabili in termini economici, sia per gli azionisti, che per i bilanci del MPS. Colpa dei "giochetti" della politica"
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SIENA. La vicenda del MPS è dunque arrivata ad una prima conclusione.
Una conclusione prevedibile, ma molto tardiva, che noi avevamo auspicato già anni fa, invocando pubblicamente il commissariamento di una Banca gestita male, con una serie di atti assurdi, e troppi misteri, nelle tante spericolate operazioni conseguenti all’acquisto scellerato di Antonveneta, vera madre di tutti i disastri di Banca e Fondazione MPS.
Un ritardo che ha anche avuto dei costi inaccettabili in termini economici, sia per gli azionisti, che per i bilanci del MPS, che hanno visto nell’ultimo anno un’erosione di depositi per cifre esorbitanti. Altre responsabilità da imputare ai “giochetti” della politica.
Dal 2007, con la complicità dei vari governi che si sono succeduti, è stato un susseguirsi di errori e di inganni verso i cittadini – dipendenti, azionisti, risparmiatori, fino agli obbligazionisti -, volti a dare un quadro positivo del tutto irreale, e a tentare di minimizzare o nascondere tutte le verità e le responsabilità tecniche e politiche alla base del disastro, che sembrano vedere coinvolte persone ancora oggi con ruoli di estrema rilevanza nazionale ed internazionale.
Non ci sarà stata anche l’intenzione di arrivare ad insabbiamenti o prescrizioni?
La risposta a questo dubbio potrà venire sia dalla Magistratura che dal nuovo atteggiamento del socio forte di Banca MPS: lo Stato.
Ci auguriamo che l’intervento del Governo non prescinda da una totale chiarezza e pulizia, partendo dalla sostituzione di un management che ha sbagliato tutte le ultime scelte, compreso il fallito aumento di capitale, e garantisca finalmente al personale di Banca MPS, che ancora una volta ha dimostrato enorme competenza e abnegazione, una “testa” affidabile ed efficiente, anche attingendo ai tanti Senesi che in questi anni hanno dimostrato competenze e attaccamento al MPS.
Altri capitoli fondamentali sono quelli riguardanti il processo relativo ad Antonveneta e l’analisi dei crediti deteriorati.
Per il primo, anche alla luce di nuovi importanti documenti che sembrano chiamare ancora in causa gli Enti di vigilanza e controllo – prima di tutto la Banca d’Italia -, per le loro enormi responsabilità (fino alla nullità del contratto Antonveneta), ci aspettiamo si vada verso un congruo risarcimento nei confronti degli azionisti, tra i quali la Fondazione MPS, praticamente azzerata dalle conseguenze dell’incauto acquisto della Banca veneta.
Per i crediti deteriorati auspichiamo che non si proceda alla cessione in blocco dei ca. 27 miliardi di NPL a certe società finanziarie, assicurando loro forse un esagerato guadagno, ma si vada verso una gestione interna, che da un lato non infici un accurato controllo sulla presenza di eventuali reati nella concessione del credito – si parla di appropriazione indebita aggravata -, e dall’altro verifichi la possibilità, che sembra ampia, di individuare persone o gruppi con solvibilità certa, cosa che garantirebbe un ristoro ben più ampio di quello previsto con la cessione a dette Società specializzate.
Per concludere invitiamo certi politicanti di professione, con ruoli apicali sia a livello locale che nazionale, fino ad oggi silenti o addirittura molto critici nei confronti dei pochi che, come noi, cercavano di opporsi agli scempi, ad astenersi da commenti o “profezie” del tutto strumentali e fuori luogo, spesso in contrasto con quanto da loro asserito fino ad ieri.
Abbiamo documenti pubblici a dimostrazione di ciò, e siamo veramente stufi di “furbetti” e di opportunisti, soprattutto in un momento così drammatico per la storia di Siena.