Approvato anche l’odg di "Nero su Bianco" sulla proposta regionale di un Ato unico
SIENA. Con una mozione a firma di Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, RC, SsM), Andrea Corsi e Massimo Bianchini (L’Alternativa), Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese), Pietro Staderini (Sena Civitas), Marco Falorni (Impegno per Siena), Michele Pinassi e Mauro Aurigi (Siena 5 Stelle) è stato trattato il tema, durante la seduta consiliare di ieri, 21 dicembre, dell’attuale situazione dell’Ato rifiuti Toscana Sud. Ernesto Campanini ha evidenziato il trend negativo che ha visto a Siena, nel periodo 2010-2014, una diminuzione della raccolta differenziata pari al 2,6%. Il consigliere ha sostenuto che, secondo le soglie fissate dalla normativa, la differenziata avrebbe dovrebbe raggiungere nel 2012 una percentuale del 65% mentre nel territorio senese attualmente è attestata al 39%. Inoltre, Campanini ha stigmatizzato quanto emerso dall’inchiesta del Gip di Firenze sulla gara di appalto per l’affidamento ventennale del servizio alla società Sei Toscana. Il consigliere, ribadendo “l’eccessiva dimensione dell’Ato Sud, non funzionale al dimensionamento degli impianti di trattamento e smaltimento, neppure alle necessità direzionali e gestionali che richiedono flessibilità e adattamenti a territori con diverse esigenze” e sottolineando “l’aumento dei costi per la nascita di partecipate all’interno di altre partecipate con il seguente incremento del numero dei nominati dei CDA”, ha chiesto al sindaco di impegnarsi su più fronti: “Riferire al Consiglio comunale ogni sviluppo relativo alla situazione e ai rapporti con i primi cittadini facenti parte dell’Ato Sud; sostenere un diverso dimensionamento dell’Ambito; una razionalizzazione delle partecipate di Siena Ambiente SpA; favorire la diffusione della raccolta differenziata domiciliare anche fuori dal centro storico, a fronte della scelta dell’inceneritore; rivedere le convenzioni con gli inceneritori; far costituire il Comune di Siena come parte civile nel prossimo processo sulla gara di appalto e chiedere il commissariamento di Sei Toscana”.
Respinti dall’aula anche i due emendamenti presentati nel corso del lungo dibatito. Il primo, a firma del gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi, che richiedeva l’impegno del sindaco “per un’espressione di contrarietà sulla proposta regionale di Ato unico e la presa di posizione per un’azione di autotutela per chiamarsi fuori dal contratto in essere dopo i fatti contestati dalla Guardia di Finanza” oltre che “a non commissariare, perché manterrebbe il contratto in essere e quindi una continuità dello stato attuale”. Il secondo, di Massimo Bianchini e Andrea Corsi, a nome anche di Michele Pinassi, Ernesto Campanini, Giuseppe Giordano, Marco Falorni e Pietro Staderini, chiedeva, invece, l’impegno del sindaco affinché “in autotutela, il Comune di Siena si chiami fuori dal contratto stipulato dall’Ato e oggetto di inchiesta giudiziaria, in quanto l’Ato, rappresentativo dei Comuni, ha stipulato un contratto viziato”.
“La corretta gestione dei rifiuti è un tema molto delicato – è intervenuto il sindaco Bruno Valentini – sul quale si deve essere molto prudenti per la complessità delle attività di riciclo e smaltimento. A differenza di altre realtà italiane, non abbiamo mai rischiato emergenze per una elevata capacità gestionale. Conferire in discarica costa molto meno di un sistema sostenibile, ma la differenza di impatto ambientale è enorme e le tariffe registrano questo potenziamento del sistema, anche se a Siena le tariffe per le famiglie sono fra le più basse della Toscana. I processi di raccolta e trattamento dei rifiuti, anche per effetto delle normative, sono complessi. Basti pensare ai costi per le bonifiche delle discariche “post mortem”, ovvero al termine del loro utilizzo. E’ impossibile sognare di tornare a gestioni municipali, mentre dobbiamo pensare in una logica industriale. Ad esempio la raccolta differenziata funziona solo se esiste a valle un sistema industriale in grado di lavorarla come materia “seconda” in alternativa alle materie prime tradizionali. La nostra area ha il vantaggio di poter disporre di una rete adeguata di impianti di lavorazione, dovuti alla lungimiranza dei precedenti gestori e alla relazione positiva con le popolazioni interessate “.
“Al di là delle responsabilità delle singole persone, se c’è un problema nella gara – ha proseguito Valentini – è solo perché gli impianti erano fuori dal perimetro del bando pubblico, perché non si voleva lasciare la gestione dell’impianto a chi non si conosce. Non vogliamo una seconda “terra dei fuochi”. Davanti alle gravi accuse sollevate dalla Procura di Firenze, chiedo che l’indagine vada fino in fondo e totale discontinuità negli incarichi rispetto al periodo incriminato. L’ATO è la vera architrave del sistema: a esso spettano controlli, programmazione degli investimenti e politiche delle tariffe. Attraverso l’ATO, i Comuni possono e devono pretendere efficienza nel servizio e contenimento dei costi”.
APPROVATA LA MOZIONE SULL’ATO TOSCANA SUD PRESENTATA DAI GRUPPI DI MAGGIORANZA
A fronte di “posizioni e iniziative strumentali per una campagna politica di delegittimazione dell’Ato Toscana Sud, che pretendono di anteporre giudizi definitivi ancor prima del corretto svolgimento delle inchieste”, la mozione presentata, nella seduta monografica di ieri, 21 dicembre, da 16 consiglieri dei gruppi di maggioranza e approvata dall’assise. Approvato con la convergenza dei gruppi di maggioranza anche l’ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare Nero su Bianco. “Posizioni e iniziative – come ha sostenuto Carolina Persi (PD) – che appaiono sempre più rivolte a fomentare uno stato conflittuale e di spaccatura nell’assemblea dell’Ato Toscana Sud, con nessuna utilità per i comuni e per i cittadini”. La mozione, a firma della stessa Persi, di Giulia Periccioli, Gianni Porcellotti, Simone Vigni, Massimiliano Bruttini, Katia Leolini, Stefania Bufalini, Gianni Guazzi, Ivano Da Frassini, Federico Nesi (Pd), Lorenzo Di Renzone, Fabio Zacchei, Pasqualino Cappelli (Siena Cambia), Simone Lorenzetti (Riformisti), Pasquale D’Onofrio e Letizia Maestrini (Gruppo Misto), sottolinea come “il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti a Siena avvenga con modalità e costi in linea con il dato storico e con una corretta organizzazione del servizio stesso; e che lo stesso territorio provinciale è caratterizzato da un sistema di raccolta, smaltimento rifiuti e produzione di energia rinnovabile sicuramente più avanzata rispetto ad altre realtà regionali”.
I firmatari del documento hanno teso a evidenziare come “il primo interesse di chi amministra la cosa pubblica, nello specifico il servizio di raccolta dei rifiuti, sia garantire un buon servizio a costi contenuti, senza mai rischiare, come accade in altre realtà italiane, di doverli esportare altrove per risolvere le carenze del proprio ciclo rifiuti”. Richiamato, nella mozione, anche il ruolo istituzionale dei Comuni “che possono far valere le proprie istanze, necessità e progettualità, nel rispetto dei contratti in essere, all’interno del proprio Ato di riferimento”.
L’approvazione della mozione impegna il sindaco e la giunta “a riferire sugli sviluppi della vicende, giudiziarie e non, relative all’Ato Toscana Sud e il gestore unico Sei Toscana, nonché della società Sienambiente”, e “ad attivarsi, di concerto agli altri Comuni dell’Ato, affinché sia garantita la continuità del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti e si proceda con ulteriori migliorie nei servizi per aumentare la raccolta differenziata per adeguarsi agli standard della Regione e diminuire le tariffe”.
Nel merito delle ipotesi di costituzione di un Ato unico di livello regionale per la gestione dei rifiuti urbani, rispetto al quale sindaco e giunta sono chiamati a tenere aggiornato il Consiglio comunale, il documento sollecita la costituzione di un tavolo tra i sindaci dell’ATO e la Regione Toscana “affinché il Consiglio regionale valuti la proposta di aggregazione degli ATO nella consapevolezza che ci sono preoccupazioni derivanti dalla dimensione territoriale e istituzionale che tale ambito verrebbe ad assumere”. Sullo stesso tema l’ordine del giorno illustrato da Alessandro Piccini (Nero su Bianco), sottoscritto anche dalla collega di gruppo Maria Isabella Becchi, che chiede alla giunta regionale di rivedere la proposta di costituzione di un Ato unico e la necessità di “un confronto urgente fra la Regione Toscana e i Comuni dell’Ato Toscana Sud per individuare l’eventuale necessità di un nuovo Ato che risponda, in maniera oggettiva, ai requisiti indicati dalla normativa nazionale e comunitaria”. Lo stesso Piccini non ha accolto l’emendamento all’ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi perché “la richiesta al sindaco di farsi parte attiva con i colleghi dell’Ato Toscana Sud per una costituzione come parte civile nell’inchiesta giudiziaria sulla gara di appalto non è pertinente al tema dell’ordine del giorno”.
Infine, facendo riferimento “all’esperienza del nostro Ato e della gara esperita”, il documento impegna l’Amministrazione comunale “a garantire il mantenimento del servizio di alto livello che l’attuale gestione ha assicurato al nostro territorio, confermando la centralità dei Comuni che hanno la responsabilità del servizio”.