"Che ne faremo, allora, della fragile identità di noi antifascisti di seconda o terza generazione? Proveremo a ripensarla, facendoci coraggio"
SIENA. “Riceviamo e pubblichiamo dalla presidente provinciale Anpi, Silvia Folchi la replica all’intervento di Roberto Barzanti sul quotidiano “Corriere di Siena”. Sebbene non sia nostra abitudine pubblicare risposte ad articoli comparsi su altri organi di stampa, in questa occasione faremo una eccezione, per consentire la massima diffusione di una scelta di campo, fatta dall’Anpi, che ha una storia e che merita di essere compresa”.
“E’ dal lontano 21 gennaio 2016 che l’Anpi ha adottato la linea del No al referendum; successivamente si sono svolti i congressi nelle sezioni e nei comitati provinciali, fino al congresso nazionale di maggio a Rimini, nel quale la posizione contraria alla riforma costituzionale è passata con 347 voti a favore e 3 astensioni dopo un dibattito serrato, sentito, e soprattutto libero. Ero presente e ricordo bene il senso di rabbia che l’assemblea congressuale ha provato quando, la mattina dell’ultima giornata di lavori, il Corriere della sera riportava la falsa notizia di una presunta spaccatura dell’associazione con il titolo (cito a memoria) “Da Bolzano a Grosseto l’Anpi è divisa”. Da lì in avanti, e fino a questa mattina su un altro Corriere, c’è stato un gran daffare sulla stampa, in tutte le sue declinazioni editoriali, per sottolineare, in ordine sparso e a piacere, che l’Anpi è spaccata in nome di opposte inconciliabili fedeltà; o al contrario che l’Anpi è compatta in nome di una irrigidita e immodificabile ortodossia, come sottolinea Roberto Barzanti dalle colonne del quotidiano senese; che l’Anpi espelle i dissidenti; che l’Anpi dovrebbe limitarsi a portare le corone ai monumenti per il 25 aprile; che d’altra parte la cultura di morte è ottuso passatismo (in varie eccellenti occasioni sono stati scomodati a sostegno psichiatri e psicoanalisti), e che i figli non devono più imparare dai padri. Mi fermo qui perchè le interpretazioni sono tante, appassionate e diverse, come richiesto da quello spirito pluralistico di cui purtroppo l’Anpi, secondo Barzanti, pare non godere. Ecco, se una cosa di buono avranno portato questi mesi di impari lotta, questa campagna feroce tra presunto conservatorismo e altrettanto presunto riformismo, sarà per noi il contributo di consapevolezza, sebbene non richiesto, di quello che l’Anpi è oggi, di chi rappresenta, di quali idee ancora potrà e dovrà farsi potratrice. Ci sarà da fare un po’ di chiarezza al nostro interno: le interpretazioni sono per lo più prescrittive, e inoltre, non potendo più confidare, come ci è richiesto, sull’autorevolezza dei padri, non ci potremo abbandonare sollevati da ogni responsabilità ai giudizi elargiti dai pur autorevoli interpreti.
Che ne faremo, allora, della fragile identità di noi antifascisti di seconda o terza generazione? Proveremo a ripensarla, facendoci coraggio e cercando la nostra strada in mezzo al labirinto delle idee degli altri, con un sentito ringraziamento.
Silvia Folchi
Presidente provinciale Anpi Siena”