di Paola Dei
ROMA. È iniziato da qualche giorno il Festival del Cinema di Roma che ha acquisito definitivamente la facies di una Festa per la città.
Fra registi e attori che si alternano sul tappeto rosso della kermesse spiccano nomi di rilievo internazionale che già fanno discutere per il coraggio e la dignità delle loro opere. Cito Andrzej Waida per un’opera indimenticabile con la quale racconta le vicissitudini politiche e artistiche di Wladislaw Strzeminski, pittore polacco autore della teoria della visione interpretato magistralmente da Boguslaw Linda. Il film con il titolo Afterimage Immagini Residue è già stato definito il testamento spirituale del grande regista polacco che ci ha lasciato da pochi giorni con un messaggio di rigore, onestà, precisione.Doveva presenziare proprio alla festa di Roma, ma i suoi 90 anni hanno avuto la meglio su una mente ed un’anima ancora capaci di farci vivere sentimenti profondi e suggestioni di far bellezza e intensità.
Alla festa di Roma ha spiccato anche Oliver Stone, indimenticabile regista di The Doors sulla vita di Jim Morrison. Una delle scene più belle della filmografia internazionale si trova proprio in quel film, quando una ripresa del cimitero di Perè Lachese ci fa intuire che Jim è assurto fra i poeti. La sua intuizione aveva precorso i tempi anticipando il Nobel di Bob Dylan. Cantautore che proprio in questi giorni a Stoccolma ha ricevuto l’ambito riconoscimento.
Stone qui si cimenta con Snowden, restituendogli quella dignità sotterrata fra mille interpretazioni. Una storia informatica che lascia sconcertati e pone mille interrogativi ma che lascia trasparire esplicitamente quanto la vita e l’amore rappresentino il vero senso della vita.