L'indagine è stata presentata durante il Festival internazionale del giornalismo
di Augusto Mattioli
SIENA. Internazionalizzazione: è questa la caratteristica al centro di una classifica che vede nei primi tre posti l’università Bocconi di Milano e le due Università per stranieri di Perugia e Siena.
La classigica è stata stilata dalla societa’ di ricerca ‘Vision’ e presentata nell’ambito di un convegno su ‘Il futuro delle Università nel mercato globale delle idee: internazionalizzazione e nuovi competitors’, organizzato dall’Universita’ per Stranieri di Perugia in occasione del Festival internazionale del giornalismo.
L’analisi dell’internazionalizzazione degli atenei italiani è stata valutata attraverso una serie di parametri quale: il numero di studenti stranieri sul totale degli iscritti, gli studenti dell’ateneo che fanno un’esperienza di studio all’estero, quelli stranieri in transito per i programmi di studio, i docenti che trascorrono un periodo fuori dai confini, il numero di studenti provenienti dai 4 paesi emergenti (Cina, India, Brasile e Russia), la varieta’ di nazionalita’ rappresentate e il tasso di crescita degli studenti stranieri iscritti. Subito dopo le prime tre: il Politecnico di Torino, l’Universita’ ‘Carlo Cattaneo’ Liuc, l’Universita’ di Bolzano.
Secondo gli analisti che in conferenza stampa hanno presentato i risultati dell’indagine a mostrare una difficoltà consistente nel richiamare studenti stranieri sono soprattutto gli atenei piu’ grandi (il politecnico di Milano e’ nono, la Sapienza di Roma 18esima) e gli atenei del Sud (la prima e’ l’Universita’ del Sannio di Benevento, 19esima).
Ma la fatica nello svolgere un ruolo di attrazione verso i giovani del Paesi europei ed extraeuropei viene condiviso un po’ da tutti gli atenei italiani. Nel mercato internazionale dell’attrattivita’ la quota mercato dell’Italia e’ del 2 per cento, a fronte del 18,7 degli Stati Uniti, del 10 per cento del Regno Unito, del 7,3 di Germania e Francia. Anche tra le destinazione Erasmus l’Italia soffre con un 8,8 per cento di quota mercato contro il 16,7 per cento della Spagna, del 12,4 della Francia, dell’11 della Germania e del 10,5 del Regno Unito. Da una stima riportata dai ricercatori, uno studente straniero nel suo corso di studi lascia sul territorio circa 20mila euro. “Nella sofferenza italiana – ha commentato il rettore dell’Universita’ per Stranieri di Perugia, Stefania Giannini – pesano due condizioni inaccettabili: la miopia sui tagli che non sono indirizzati selettivamente verso gli sprechi ma colpiscono sia le realta’ efficienti che quelle inefficienti, e la distrazione del paese sul tema della cultura in senso ampio: se non si torna ad investire sulla ricerca e l’universita’ – ha concluso – siamo destinati a un rapido declino”.