SIENA. Da Andrea Corsi, Marco Falorni e Massimo Bianchini riceviamo e pubblichiamo.
“Con due comunicati al vetriolo due esponenti di spicco del PD di Chiusi, il consigliere regionale Scaramelli e la vicepresidente di Intesa spa Fatighenti, hanno sparato a zero sulla nomina del nuovo vertice di Estra e sul comportamento di un amministratore piddino di lungo corso come Moreno Periccioli che tra le altre cariche ricopre anche quella di presidente di Intesa. Giova ricordare che Intesa è una società a intero capitale pubblico il cui socio di maggioranza relativa è il Comune di Siena e che detiene circa il 28% del capitale di Estra. Finita la stagione dei litigi sulle nomine nel Monte dei Paschi per evidenti motivi legati al quasi totale azzeramento del patrimonio della Fondazione, agli esponenti del PD di Siena e provincia non resta che azzuffarsi su quello che resta o come dice lo stesso Scaramelli “sull’ultima cosa buona che i nostri nonni hanno costruito nel territorio”. Ammesso e non concesso che Intesa sia davvero l’ultima cosa buona lasciataci dai nostri nonni, suggeriamo a Scaramelli un ripassino sulla storia di Siena anche solo dell’ultimo secolo, ci chiediamo cosa differenzi questa nuova arrembante classe dirigente piddina dalla vecchia. Almeno il PD nazionale usa la foglia di fico del referendum per regolare i conti tra le varie anime del partito, qui a Siena e provincia invece vanno diritti al sodo, cioè a quello che interessa davvero: cioè i posti nei cda della partecipate pubbliche.
Sulla vicenda è auspicabile una riunione della Commissione Garanzia e Controllo.”