"Il Grande Fratello censura ogni forma di dissenso dal Pensiero Unico"
SIENA. Ma cos’avrà mai combinato il Ministro della Salute per essere stata bersagliata da un fuoco concentrico di cannonate micidiali provenienti da quella cultura libertaria, progressista e femminista vessillifera del pensiero unico dominante?
Nulla. Si è solo permessa di portare alla pubblica attenzione il problema delle culle vuote in Italia, focalizzando l’attenzione su aspetti riguardanti la fertilità e la natalità che fino a poco tempo fa erano considerati delle ovvietà. Ma nella società odierna certi argomenti sono stati decretati tabù dal pensiero politicamente corretto, cosìcché quando qualcuno pubblicamente li tira fuori, i maìtre à penser dell’intelleghenzia nostrana diventano furiosi e si accaniscono contro il malcapitato.
Roberto Saviano ha dato il la: “#Il fertilityday è un insulto a tutti: a chi non riesce a procreare e a chi vorrebbe ma non ha lavoro”.
Andrea Scanzi de Il Fatto Quotidiano compie un salto di qualità: “Il #fertilityday è aberrante, retrogrado, indecente. Qualcosa di profondamente osceno, bigotto, razzista, sessista. Un abominio autentico, immorale e oscurantista“. Basta e avanza per spedire la povera Lorenzin al rogo.
Poteva mancare all’appello il principe degli Illuminati toscani, il Presidente Enrico Rossi? Dopo aver preteso le scuse del Ministro, eccepisce che piuttosto bisognerebbe “supportare qualsiasi forma di genitorialità anche se non nasce dal concepimento di coppia”. Bene, tra poco avremo pure la maternità surrogata per tutti. Altre perle: “un ministro di destra fa campagne bigotte che sembrano copiate dalla propaganda del Ventennio”…“il fertility day voluto dal Ministro Lorenzin rappresenta un insulto (e ridagliela) a milioni di italiani”.
Anche la signora Silvana Biasutti dà il suo contributo alla generale delegittimazione dei dissidenti. Nell’articolo“Titolo in Inglese (Subsidiarity day”) pubblicato sul Cittadino online abbandona i toni eleganti e pacati che le sono consueti per lasciarsi andare a giudizi e similitudini che sfiorano l’acrimonia. Argomenta che la “grottesca” campagna pubblicitaria della Lorenzin abbia addirittura reso “dolorosa e drammatica questa estate”. Raffinato arbiter elegantiarum, ci mostra che “un ministro della Repubblica Italiana si infila tra le gambe dei cittadini promuovendo il risveglio dei sensi”. Ma il meglio di sè la signora Biasutti lo dà con quello che sembra essere un vero e proprio scoop. Ritornando ai suoi anni giovanili, ricorda che “…le coppie cattoliche erano invitate a “farlo” nei giorni fertili per mettere al mondo figli e solo in seguito c’è stata una piccola apertura: si poteva non farlo negli stessi fatidici giorni, senza commettere peccato”. Addirittura. Peccato che la Signora abbia dimenticato di ricordare che la Chiesa ha sempre ammesso i metodi anticoncezionali naturali come l’Ogino Knaus e il più recente metodo Billings. Gentile Signora, anche prima di “in seguito” non vi era bisogno di alcuna confessione da parte dei coniugi dopo aver fatto l’amore nei giorni “non fatidici”.
La verità è che l’aver proposto il tema della fertilità e della natalità ha toccato i nervi scoperti dell’ideologia nichilista che ormai si sente onnipotente tanto da aggredire, seppur verbalmente, chi osa difendere la Famiglia per ridurlo al silenzio. Ma il problema delle culle vuote è reale e si sta arrivando al punto di non ritorno.
Nel 2015 in Italia a fronte di 647.571 decessi abbiamo avuto 485.780 nascite. Peggio ancora si preannunzia il 2016, tenuto conto che nel primo trimestre i nuovi arrivi sono scesi di un altro 4%.
Come è potuto accadere tutto questo? Fa comodo addurre la causa delle condizioni economiche precarie, ma si tratta di un argomento spuntato visto che il problema esiste anche nelle società più ricche ed evolute della nostra. Anche nell’avanzatissima Danimarca – che non risulta essere una nazione cattolica e dal passato fascista – la quale ha pensato bene di fare delle campagne pubblicitarie per incrementare le nascite.
Le cause reali vanno invece trovate nello stravolgimento del valore della Famiglia e dell’isituto del matrimonio operato da una cultura relativista e interprete di una rivoluzione distruttiva permanente, che ha svilito il valore sociale dell’amore tra un uomo e una donna uniti dal vincolo matrimoniale.
Con quali mezzi? Per esempio con la legge sul divorzio del 1970, che mina la stabilità delle Famiglie e procura gravi problemi ai figli dei divorziati.
Ma il colpo fondamentale è stato portato con la legge 194 del 1978, che ha legalizzato l’aborto, dopo aver solennemente proclamato all’articolo 1 “che riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio”. Tutta l’ipocrisia di questo mondo non potrà mai nascondere la sostanza di un fenomeno agghiacciante di proporzioni bibliche.
In base ai dati annuali forniti dal Ministero della Salute, gli aborti ufficiali praticati nelle strutture sanitarie pubbliche – esclusi quindi quelli praticati con il fai da te tramite le varie pillole abortive – dal 1978 al 2014 raggiungono l’impressionante cifra di 5.642.070. Un numero spaventoso di bimbi innocenti soppressi nel seno materno per i motivi più svariati, che da solo spiega il perché della crescita sotto zero e scoperchia l’ipocrisia tragica e la malafede di coloro che dipingono un atto di morte come un diritto civile.
L’attacco finale alla Famiglia giunge nel 2016 grazie all’approvazione della legge sulle unioni civili. Non è qui il momento di affrontare il discorso su quelle norme che equiparano al matrimonio uomo-donna convivenze che nulla hanno a che spartire con la Famiglia naturale tutelata dalla Costituzione e che fanno a pugni pure con la ragione. Basti citare la seguente affermazione apparsa sui social network con riferimento alla “bravata” dell’ “oscena” Lorenzin: “Il governo offende i gay e le donne non fertili”.
Tranquilli, tra non molto anche le mamme in attesa di un figlio dovranno nascondersi perché la loro pancia rigonfia verrà giudicata “retrograda e indecente”, “immorale e oscurantista” dai pasdaran della nuova morale universale, che contemplerà una sola norma: “Ogni fregola è un diritto che va tutelato”.
Caro George Orwell, nel tuo libro di preveggenza “1984” hai centrato tutto meno un dettaglio: la data.
Marco Sbarra