Utile netto di periodo pari a 302 milioni di euro
SIENA. Il Consiglio di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. ha esaminato ed approvato i risultati al 30 giugno 2016.
I principali risultati consolidati di Conto Economico:
- Margine di interesse pari a 1.035 milioni di euro in flessione del 10,8% rispetto al 1° semestre 2015, principalmente per effetto del calo dei tassi di interesse e della contrazione degli impieghi medi fruttiferi, solo in parte compensato dal rimborso dei Nuovi Strumenti Finanziari e dalla riduzione del costo del funding.
- Commissioni nette pari a 941 milioni di euro, in crescita dell’1,5% a/a, con flessione dei proventi sul risparmio più che bilanciata dalla crescita delle commissioni da servizi e dal miglioramento delle altre commissioni nette.
- Altri ricavi della gestione finanziaria[1] pari a 359 milioni di euro rispetto a 528 milioni di euro del primo semestre 2015, che includeva gli effetti positivi del restatement dell’operazione c.d. “Alexandria” pari a circa 213 milioni di euro.
- Oneri operativi pari a 1.279 milioni di euro, in calo del 2,4% a/a. Le spese del personale sono pari a circa 821 milioni di euro in calo del 1,5% a/a principalmente per componenti «una tantum» legate all’accordo sulla contrattazione di secondo livello del 24/12/15 contabilizzate nel secondo trimestre. Le altre spese amministrative, pari a circa 356 milioni di euro, sono in flessione del 5,1% a/a grazie alle continue iniziative di contenimento strutturale dei costi.
- Rettifiche su crediti pari a 718 milioni di euro, in calo del 27% a/a, per il rallentamento dei flussi di credito deteriorato e la cura del default che si mantiene su livelli elevati. La crescita delle rettifiche su crediti registrata nel secondo trimestre (+7,7% t/t) è da ricondurre all’effetto dell’incremento delle coperture sulla componente deteriorata. Le coperture medie dei crediti deteriorati, pari al 48%, risentono del write-off parziale degli interessi moratori (1,4 miliardi di euro) e della cessione del portafoglio di crediti deteriorati ex Consum.it (0,3 miliardi di euro); in particolare, depurando il write-off parziale degli interessi moratori, le coperture medie dei crediti deteriorati si attesterebbero al 49,6% rispetto al 49% al 31 marzo 2016.
- Componenti non operative negative per 148 milioni di euro, che includono l’intera quota annuale 2016 del fondo SRF (contabilizzata nel primo trimestre) e il canone DTA[2] per 109 milioni di euro, di cui 73 milioni di euro relativi all’intero 2015 e 36 milioni di euro relativi al primo semestre 2016 (contabilizzato nel secondo trimestre).
- Utile netto pari a 302 milioni di euro, che beneficia del provento fiscale di 134 milioni di euro, relativo al trattamento fiscale di talune componenti reddituali connesse all’operazione c.d. Alexandria[3] contabilizzato nel secondo trimestre.
I principali risultati consolidati di Stato Patrimoniale:
- Impieghi verso clientela a 107,5 miliardi di euro, in calo di 3,8 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 e di circa 6 miliardi di euro rispetto al 31 marzo 2016. La dinamica registrata nel secondo trimestre è influenzata dalla riduzione dei pronti contro termine con controparti istituzionali (oltre 4 miliardi di euro), dalla riduzione dei crediti deteriorati netti (0,5 miliardi di euro) e dalla contrazione della quota commerciale che risente anche delle scadenze di fine semestre.
- Raccolta diretta a 112 miliardi di euro, in calo di oltre 7 miliardi sia rispetto a dicembre 2015 che rispetto al 31 marzo 2016. La flessione registrata nel secondo trimestre risente del calo dei pronti contro termine e della raccolta con controparti istituzionali pari a 8,7 miliardi di euro; in crescita invece la raccolta commerciale per circa 1,2 miliardi di euro, soprattutto sui conti correnti.
- Raccolta indiretta pari a 98 miliardi di euro, in calo di 8,5 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 e di 7 miliardi di euro rispetto a marzo 2016; la flessione è da ricondurre interamente al risparmio amministrato, sulla cui dinamica incide, nel secondo trimestre, un’operazione di fusione per incorporazione che ha avuto riflessi sulla custodia di un grande cliente senza impatti sul conto economico (6,4 miliardi di euro) ai quali si aggiunge l’effetto mercato negativo complessivamente registrato da inizio anno sull’azionario. Risparmio gestito si mantiene stabile su fine 2015 mentre si pone in lieve crescita rispetto a marzo 2016 per flussi netti da inizio anno positivi compensati dall’effetto mercato negativo.
- Counterbalancing capacity libera pari a circa 20,9 miliardi di euro a fine giugno (pari al 12,7% del totale attivo) rispetto a 18,5 miliardi di euro al 31 marzo 2016.
- Crediti deteriorati lordi pari a circa 45 miliardi di euro, in calo di 1,5 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 e di 1,9 miliardi di euro rispetto al 31 marzo 2016; sulla riduzione registrata nel secondo trimestre impattano le operazioni straordinarie (write-off parziale di interessi di mora per 1,4 miliardi di euro e cessioni crediti ex Consum.it per 0,3 miliardi di euro) e le dinamiche positive legate alla gestione del deteriorato. Lo stock di crediti deteriorati netti risulta in flessione di circa 0,6 miliardi di euro da inizio anno, per effetto degli accantonamenti e delle positive dinamiche del credito.
- Common Equity Tier 1 su base transitional al 12,1% (11,7% a marzo 2016) che beneficia del risultato di periodo e della riduzione delle attività ponderate per il rischio.
[1] Risultato netto da negoziazione-valutazione-riacquisto di attività/passività finanziarie, dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni, risultato netto dell’attività di copertura.
[2] In data 30 giugno 2016 è stato convertito in Legge (n. 119) il DL n. 59/2016 approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 29 aprile che prevede, tra l’altro, disposizioni in materia di imposte differite attive. Sulla base della nuova disposizione normativa per conservare il diritto ad avvalersi della normativa sulla trasformabilità delle DTA cc.dd. rilevanti in crediti di imposta (cfr. art. 2, commi 55 e segg. del D.L. n.225/2010) e, conseguentemente, beneficiare della possibilità di includere pienamente le predette DTA nella determinazione del patrimonio di vigilanza, è necessario che sia esercitata espressamente un’opzione irrevocabile, che prevede il pagamento di un canone annuale fino al 2029, pari all’1,5% della differenza tra le attività per imposte anticipate e le imposte versate. A fronte dell’esercizio di tale opzione il Gruppo ha contabilizzato al 30 giugno 2016 sia l’intero canone relativo all’anno 2015 sia il pro-quota dell’ammontare stimato per il 2016.
[3] Provento conseguente all’esito positivo di un’istanza di interpello rivolta da Banca Monte dei Paschi di Siena all’Amministrazione Finanziaria circa il corretto trattamento fiscale da applicare a talune componenti reddituali, connesse all’operazione c.d. “Alexandria”.