La Commissione Bilancio ha approvato un testo che accoglie anche un emendamento a firma della deputata
SIENA. Buone notizie per le Province. La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato, nell’ambito della discussione degli emendamenti al decreto legge 113/2016 in materia di Enti Locali, ancora in corso, un emendamento proposto dal relatore che assorbe vari emendamenti depositati dai parlamentari. L’emendamento recupera 148 milioni. Tra questi, 100 milioni per la manutenzione delle strade, in origine destinate a convenzioni con Anas, e 48 milioni ex novo per la cosiddetta “gestione ordinaria”.
“Lo stanziamento di queste risorse – sostiene Susanna Cenni, deputata del Pd e membro della commissione Bilancio – è un fatto positivo frutto di un lavoro portato avanti insieme ai colleghi del Pd, che si sono fortemente impegnati sul tema, ed a molti colleghi di altre forze politiche. Tra gli emendamenti assorbiti anche uno a mia prima firma. È un risultato importante, che darà un po’ di respiro e tranquillità ad amministratori e dipendenti. Nei giorni scorsi avevo espresso preoccupazione in linea con il grido d’allarme lanciato dalle Province e dalla constatazione, rappresentata dai Presidenti, che la mancanza di risorse avrebbe portato all’impossibilità di fare i bilanci ed a tagliare servizi essenziali per cittadini e imprese”.
“Il testo che è stato approvato segue gli interventi già messi in atto nella legge di stabilità. Credo si debba proseguire su questa strada per migliorare il decreto, dialogando, ascoltando i territori e chi li governa. E’ l’unico modo per dare forza alla riforma Del Rio evitando che diventi un boomerang per i cittadini e gli amministratori. In questo senso sono stati molto utili, per l’approvazione del testo, gli incontri con presidenti e amministratori che hanno spiegato, in maniera dettagliata, su quali elementi di criticità del decreto intervenire. Adesso resterà da monitorare e correggere la criticità che riguardano ancora le Province Toscane in conseguenza di criteri di riparto che rischiamo di penalizzare proprio le regioni più virtuose”.