La banca Usa gestirebbe la vendita di 10 miliardi di crediti inesigibili
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SIENA. In attesa dei risultati degli accordi per i “salvataggi” delle banche italiane in corso a Bruxelles, a Siena si cercano soluzioni rapide per ottemperare all richiesta della Bce sui crediti inesigibili.
MF-Milano Finanza scrive oggi che potrebbe essere Jp Morgan a gestire una maxicartolarizzazione di crediti deteriorati (su cui potrebbe essere applicata una forma di garanzia statale) per un valore nominale di almeno 10 miliardi o più. “Jp Morgan dovrebbe curare sia la struttura generale dell’operazione che il collocamento dei titoli agli investitori. Le risorse finanziarie per il piano dovrebbero invece arrivare dal fondo Atlante 2 sul quale il sistema finanziario sta lavorando a ritmi serrati. La costituzione del veicolo non è impresa semplice perché, se da un lato le banche si sono chiamate fuori dopo l’impegno in Atlante 1, nelle quattro good bank e nel fondo volontario, dall’ altro risulta difficile coinvolgere investitori di natura speculativa in un’operazione con rendimenti contenuti”, si legge.
Se Mps fosse costretta a vendere gli stock al 22-23% del nominale, il mercato potrebbe applicare la valutazione a tutto l’equity bancario penalizzandolo ulteriormente dopo i forti ribassi degli ultimi mesi. “La sola soluzione possibile – scrive Luca Gualtieri – passa attraverso una forma di garanzia pubblica sulle tranche junior, quelle cioè più rischiose. In questo modo lo Stato si accollerebbe le eventuali perdite determinando una rivalutazione degli stock e un conseguenze beneficio patrimoniale per banca guidata da Fabrizio Viola e, a cascata, per l’intero sistema bancario”.
Il mercato, però, guarda anche al rafforzamento patrimoniale da 3-4 miliardi che Mps potrebbe essere costretta ad affrontare. “Gli osservatori sono divisi tra chi ritiene possibile un ricorso al mercato tout-court come quelli compiuti negli anni scorsi e chi invece auspica forme ibride di sostegno statale. Se il governo appare freddo su un’ipotesi di nazionalizzazione, più plausibile è l’emissione di strumenti finanziari offerti in sottoscrizione al Tesoro per rafforzare i coefficienti patrimoniali della banca. Si tratterebbe insomma di una riedizione dei Tremonti bond o dei Monti bond, le obbligazioni che nello scorso decennio hanno stabilizzato il capitale di Mps garantendo allo Stato italiano una remunerazione superiore al 9%”.
Se Mps riuscisse a presentare l’operazione in poco tempo, prima dei risultati degli stress test, potrebbe bloccare la speculazione che la scorsa settimana hanno fortemente colpito la banca.