Prendendo spunto da un articolo de Il Fatto Quotidiano, Mauro Aurigi commenta le osservazioni di Visco sui pentastellati
di Mauro Aurigi
SIENA. Domenica 26 giugno Il Fatto ha interpellato dieci “voci” su cosa serve al M5S oltre all’onestà (vedi qui). La voce più … diciamo ottenebrata per non incorrere in querele (ma avrei in mente ben altri aggettivi), mi è parsa quella dell’ex ministro Vincenzo Visco (per contro la più pertinente e arguta mi è sembrata quella di Roberto Andò). Secondo Visco per governare “l’improvvisazione non è ammessa”, per cui pretende dai governanti competenza e esperienza e tutta una serie di altre doti che neanche Cavour. Con ciò sottintendendo non solo che i Cinque Stelle, improvvisatisi governanti, falliranno miseramente, ma anche, oibò!, che i governi da lui personalmente partecipati o sostenuti quelle doti cavouriane ce le avevano tutte. Ecco spiegate le floride condizioni attuali del nostro Paese! Ma questo è niente in confronto allo sfondone che segue.
Dice infatti che “i filosofi greci da Socrate in poi” e quindi ovviamente anche Platone e Aristotele, “diffidavano della democrazia intesa come gestione assembleare (democrazia diretta)”, diretta come quella invocata dai grillini ovviamente. Che dire? La grande, impareggiabile fioritura di pensiero, scienze, arti e prosperità nelle città greche di quel periodo, è frutto esclusivo, per l’appunto, della democrazia diretta allora in voga: tutti i cittadini discutevano e decidevano riuniti nell’Agorà. C’è poco da dire: quella straordinaria fioritura non ci fu mai prima di quella democrazia né mai dopo. Per cui è chiarissimo il rapporto di causa ed effetto tra quell’arte di governo e la contemporanea eccellenza politica, economica e culturale di quelle poleis, ancora oggi – dopo 2500 anni! – tanto celebrate. Sia detto per inciso: un analogo fenomeno si verificò con la libertas della civiltà comunale italiana: Umanesimo e il suo frutto principale, il Rinascimento, furono la più grande rivoluzione culturale del passato millennio.
Però, come dice Visco, è vero che certamene Platone e Aristotele (non so Socrate) furono dichiaratamente contrari a quel sistema democratico, preferendo un sistema oligarchico dei filosofi (Platone) o dei nobili (Aristotele). Ma ciò significa solamente che le tre menti più eccelse della storia dell’uomo, Socrate, Platone e Aristotele, allora non capirono che loro stessi dovevano tutto alla democrazia diretta e che non sarebbero stati nessuno se fossero vissuti prima o dopo di essa. E allora come possiamo pretendere che oggi lo capisca Visco?