Presentati i dati della relazione sociale provinciale del 2009: più bambini, più anziani, più stranieri
di Alessandra Siotto
SIENA. “Da un lato vogliamo sostenere il welfare della nostra Provincia, dall’altro sappiamo che ci sono delle scelte difficili da fare perchè i tagli ci impongono di decidere quali progetti sostenere e dobbiamo discuterne, a partire dai dati del territorio”. Queste le parole di Simonetta Pellegrini assessore provinciale al welfare di questo pomeriggio (10 dicembre) in occasione della presentazione della relazione sociale 2009. Nel Palazzo della Provincia, nell’ambito del seminario “Da bambini ad anziani: una vita a Siena. Dati, servizi, progetti”, promosso in collaborazione con Cesvot, Andrea Volterrani e Paola Balzamo, dell’Osservatorio sociale provinciale hanno presentato i dati statistici relativi al 2009. Tra i presenti anche l’assessore regionale al welfare, Salvatore Allocca e il presidente della Provincia, Simone Bezzini, oltre a dirigenti e tecnici dei servizi sociali e sanitari, operatori e volontari dell’associazionismo, della promozione e della cooperazione sociale e rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
AUMENTO DELLA POPOLAZIONE. “In provincia di Siena – ha affermato l’assessore Pellegrini – si nasce di più che in passato, anche rispetto all’Italia e alla Toscana; questo è un segno di dinamismo della nostra società, ma anche il riflesso di un sistema complessivo in grado di garantire un livello adeguato di servizi all’infanzia”. Infatti uno dei dati più significativi è proprio l’aumento della popolazione: dopo quelle di Prato e Pisa, oggi la provincia di Siena è terza per tasso di natalità (8,97) in Toscana, con un dato superiore a quello medio regionale. Nel 2009 sono nati 2426 bambini, circa il 4,7% in più rispetto al 2008. I comuni dove c’è stato maggior incremento di nascite rispetto al 2008 sono Radicofani (+47,1%), Pienza (+23,7%) e Casole d’Elsa (+17,5%), mentre quelli con meno nascite sono stati Trequanda (-9,4%); Cetona (-7,2%) e Castellina in Chianti (-7,1%). Il 49,2% dei minori vive con i genitori e fratelli e/o sorelle, ma aumentano nel tempo le famiglie monogenitoriali.
LA POPOLAZIONE STRANIERA. Su un totale di oltre 271mila residenti in Provincia, gli stranieri sono quasi 28mila. Rispetto al 2008 l’aumento della popolazione è stato pari allo 0,7%, mentre quello degli immigrati ha raggiunto il 9,1%. Rispetto a 10 anni fa gli stranieri hanno registrato una crescita pari al 306,3% e rappresentano il 10,9% della popolazione totale, mentre nel 2000 erano il 2,7% dei residenti. Se a questi dati si aggiunge che la popolazione nata al Sud rappresenta il 10,8% dei residenti, si stima che oltre il 20% degli abitanti della Provincia non ha origini ‘senesi’.
Le donne straniere sono quasi 15mila, pari al 53,3% del totale degli stranieri. Se analizziamo le nazionalità di provenienza femminile, le prime quattro sono, nell’ordine, Albania e Romani e, con dati piuttosto inferiori, Ucraina e Polonia. Questo dato dimostra che ci sono molte straniere impiegate nel lavoro di cura degli anziani, ma che ci sono stati anche molti ricongiungimenti familiari, soprattutto dall’Albania e quindi donne che vivono nel territorio con le loro famiglie. I Comuni dove le donne straniere sono cresciute di più rispetto al 2008 sono Piancastagnaio, Abbadia San Salvatore e Monteriggioni.
I MINORI. Aumenta sensibilmente il numero di minori di tutte le fasce di età, ma soprattutto crescono i bambini con meno di 2 anni. L’aumento di minori, superiore alla media nazionale e regionale, è maggiore nei Comuni di Monteroni d’Arbia, Murlo e Sarteano, mentre nella fascia da 0 a 2 anni gli incrementi maggiori si registrano a Pienza, Radicondoli e Cetona.
I minori stranieri sono quasi 6mila, pari al 20,9% del totale degli immigrati e al 14,6% del totale dei minori residenti; questo significa che su 20 minori 3 sono stranieri e su 20 stranieri 4 hanno meno di 18 anni.
I SERVIZI ALLA PRIMA INFANZIA. Per quanto riguarda i posti disponibili negli asili nido, in Provincia di Siena per ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni ci sono 32,6 posti disponibili, situazione migliore rispetto alla media nazionale. Anche sulle liste di attesa la Provincia di Siena ha valori inferiori rispetto alla Regione: su 100 bambini con meno di 2 anni è calcolato che in lista di attesa ce ne sono 23. L’indicatore di Lisbona per la provincia di Siena, relativo all’anno 2009/2010, è del 31,7%, dato calcolato valutando i bambini accolti nei servizi educativi alla prima infanzia e i bambini iscritti in anticipo alle scuole dell’infanzia rispetto alla fascia 0-2 anni; mentre il dato nazionale è pari al 23% e la realtà della provincia di Siena, come più in generale la Toscana, rappresentano un contesto molto favorevole.
GLI ANZIANI. Il 24,4% della popolazione ha oltre 65 anni (66.281 persone) e continuano ad aumentare gli over 85 (+5,5% rispetto al 2008 e +37,1% rispetto a 5 anni fa). I comuni della provincia con il più alto indice di vecchiaia (il rapporto tra la popolazione anziana e la popolazione 0-14 anni) sono: San Casciano dei Bagni, San Giovanni d’Asso e Castiglione d’Orcia; quelli con il più basso Castelnuovo Berardenga, Casole d’Elsa e Monteroni d’Arbia. Su oltre 66mila over 65, il 20,59% ha una disabilità, cioè ha dei problemi e necessita aiuto, mentre il 4%circa è completamente non autosufficiente Il 25,9% degli over 65 anni vive da sola, con una percentuale significativa nella fascia over 85 (40,3%). Pochi i bambini che fanno ancora esperienza dei nonni in famiglia: il dato provinciale è dell’1,7%. La percentuale più alta è a Chiusdino, con il 3,3%; la più bassa ad Abbadia San Salvatore, con lo 0,9%.
IL TERZO SETTORE E IL VOLONTARIATO. Le associazioni di volontariato in Provincia sono 320; il 78% opera tra gli ambiti sociale (33%), sanitario (39%) e socio-sanitario (6%). Le Cooperative sociali sono 59, distribuite tra 39 Cooperative di tipo A (socio-sanitario e/o educativo); 17 Cooperative di tipo B (Integrazione lavorativa soggetti svantaggiati), e 3 Cooperative di tipo C (consorzi di cooperative). Le associazioni di promozione sociale sono 108; di queste, il 38% opera nel sociale; il 37% nel culturale ed educativo, e il 10% nella tutela dei diritti.