Il presidente di Adusbef stupito dalla "sindrome di Stoccolma del governo e del PD"
ROMA. Per arginare il disastro delle crisi bancarie addossate ai risparmiatori truffati ed espropriati dal decreto salva banche e da 13 provvedimenti urgenti varati dal 2013, tutti a favore delle banche, l’unica strada per restituire credibilità al sistema, il controllo pubblico su Bankitalia e la conseguente azione di responsabilità, ai sensi della legge 231, per non aver impedito truffe ed espropri criminali del risparmio a danno di 350.000 famiglie di CariChieti, CariFerrara, Banca Marche, Banca Etruria, Veneto Banca, Banca popolare di Vicenza, ed ultima la Cassa di Risparmio di Cesena. Stupisce la sindrome di Stoccolma che affligge il governo, il premier Matteo Renzi e Pd, che dopo aver preso le distanze da Consob e Bankitalia, affidando gli arbitrati all’Anac, oggi difenda il mandarinato della Banca d’Italia, il cui enorme conflitto di interesse con le banche socie, che hanno ricevuto quest’anno 340 milioni di dividendi, ha provocato il più grande disastro bancario del dopoguerra addossato alle famiglie ed alle Pmi.
Le banche hanno bruciato il grande valore su cui si regge l’attività bancaria, fiducia e reputazione con 1 risparmiatore su 10, che si fida delle banche, mentre quasi più nessuno 0,5 su 10), nutre un minimo di fiducia su Bankitalia e CONSOB. Anziché il ‘patto marciano’ che espropria le imprese per 3 rate non pagate, approvato oggi con il voto di fiducia, l’unico Patto che il premier avrebbe il dovere di assumere, è il controllo pubblico su Bankitalia con conseguente azione di responsabilità verso il direttorio, corresponsabili di crac e dissesti che hanno espropriato il sudato risparmio e minato la credibilità di un sistema, narrato dai mandarini di Palazzo Koch come serio, affidabile e stabile.
Elio Lannutti (Adusbef)