Sabri Najafi, attivista per il riconoscimento dei diritti umani in Iran, ha richiamato l'attenzione sulla causa della libertà
SIENA. “I 150 anni dell’Unità d’Italia è il tema che, quest’anno, ha fatto da fil rouge alla Festa della Regione Toscana. Un importante momento di riflessione in una Regione che, nel 1786, primo Stato al mondo, abolì la pena di morte”. Questa l’apertura del presidente del Consiglio Comunale Alessandro Piccini, alla seduta monografica tenutasi questa mattina (30 novembre) nella Sala del Risorgimento, e preceduta da un momento musicale da parte di cinque studenti dell’istituto Rinaldo Franci: Giulia Guerrini (violino), Silvia Gabbrielli (violino), Elena Caroni (viola), Martina Bellesi (violoncello), Michele Bondesan (contrabbasso). I musicisti hanno suonato una trascrizione di Michele Manganelli dell’Inno Fratelli d’Italia di Goffredo Mameli.
L’esecuzione che ha introdotto l’intervento di Giuliano Catoni che ha ripercorso, prendendo spunto dagli affreschi della Sala, le azioni e le esperienze “tratti da diari di tanti giovani senesi, che un secolo e mezzo fa hanno combattuto per un’ideale di unità nazionale”. “Anche Siena – ha illustrato Catoni – ha dato il suo contributo con la nascita, nel 1830, di una società segreta ‘Fratelli di Bruto’. Studenti e giovani professori i cui spiriti furono, però, ben presto sopiti dalla polizia granducale. Un gruppo di liberali, alcuni furono imprigionati. Di questa Società facevano parte anche Celso Marzucchi, in seguito Ministro della Pubblica Istruzione, Policarpo Bandini farmacista e poi gerente della Ferrovia che collegherà Siena a Empoli; mentre la classe cittadina resterà piuttosto moderata sotto il controllo esercitato dalla stessa polizia granducale e dalla Chiesa per conto dell’Arcivescovo Mancini, tutt’altro che favorevole ai venti di libertà e unità. Nel 1848 giunsero a Siena notizie sulle sollevazioni avvenute in altre città della penisola e circa 200 uomini, tra i quali 55 studenti universitari, 4 docenti e il cancelliere dell’Università, partirono per aiutare l′esercito piemontese che aveva dichiarato guerra all’Austria. Tutti i volontari che si erano raggruppati erano solo 5000 contro i 20.000 austriaci, ma resistettero. Era una forza d’urto costituita da giovani. Pensavano di non farcela, ma si copriranno di gloria”. Catoni con il suo intervento ha fatto conoscere spaccati di vita e di partecipazione cittadina.
Dopo le pagine di storia senese gli interventi dei consiglieri. Quello di Mario Ascheri (Libera Siena), che ha evidenziato come molti problemi siano rimasti anche nell’Italia del terzo millennio e come, prima dell’Unità, già dal ‘200, esistessero “elementi come quello linguistico e culturale che accomunavano il territorio. Manca, però, l’entusiasmo di allora e le forze politiche, oggi, non riescono a stimolarlo”.
Massimo Bandini (Futuro e Libertà per l’Italia) ha ricordato, riallacciandosi all’apertura del Presidente del Consiglio Comunale, l’importanza della Festa della Toscana, per continuare nell’impegno necessario a eliminare la pena di morte “ancora molto diffusa anche per motivi politici”. “La storia – ha aggiunto – deve essere conosciuta per saper guardare e progettare il futuro che, per l’Italia, deve essere in ambito europeo. Una sfida europea per un’unità politica e non solo economica”.
Per Marco Fedi (Siena Futura) “l’Italia è una e indivisibile, un valore alla base della coesione sociale”. “Chi inneggia alla divisione territoriale – ha proseguito – come il ventilato distacco della Padania, rappresenta una vergogna”.
Il ricordo dei giovani che si sono armati per difendere il principio costituzionale dell’unità è stato lo spunto di Michele Capitani (Il Popolo della Libertà): “spero che questa ricorrenza ci faccia riscoprire uno spirito patriottico, uno spirito che ci aiuti, anche, a superare il momento di crisi in ambito lavorativo con il quale molti studenti si trovano a fare i conti non appena terminato il loro iter formativo”.
“Ma cosa rimane del Risorgimento – si è domandato e ha domandato Fiorino Iantorno (Rifondazione Comunista) – ai giovani di 25-30 anni? Quali i valori che dovrebbero avere se non la difesa della Carta costituzionale, costantemente offesa e calpestata. Come i giovani di Curtatone e Montanara oggi gli studenti sono impegnati nella difesa dei principi della Costituzione e del diritto al sapere, imprescindibile per la creazione di una vera democrazia”.
“La seduta consiliare ha rappresentato – ha evidenziato Luciano Cortonesi (Partito Democratico) – una straordinaria occasione per riscoprire le radici del nostro Paese. L’Unità fu conseguita con la confluenza di diverse visioni, strategie e tattiche, l’intreccio di componenti moderate e democratico-rivoluzionarie. Una combinazione vincente che se rapportata alla contemporaneità la vede soppiantata da pericolosi atti di egoismo e opportunismo. Un clima, quello dell’oggi, che non onora nessuna classe politica e dove, invece, si dovrebbe porre attenzione sulla dichiarazione di intenti dei nostri Padri costituenti”.
Come ha concluso il Sindaco Cenni: “a quel tempo c’era un entusiasmo diverso, oggi manca la prospettiva di un miglioramento delle condizioni di vita, e a dircelo sono le statistiche ufficiali”.” I problemi sono molti – ha aggiunto – dall’occupazione al federalismo inteso in maniera diversa rispetto ad altre realtà internazionali, ma, soprattutto, il problema è che manca il denaro. L’Europa non si deve fermare all’obiettivo dell’unità monetaria, e l’Italia deve essere un soggetto con grande capacità contrattuale all’interno dello scenario internazionale. Un soggetto attivo e non passivo”.
Il sindaco ha fatto anche un forte richiamo alla salvaguardia dei diritti umani, per i quali è necessaria “un’identità nazionale che metta al riparo da certe ‘pulsioni’ ancora in atto in Paesi che presto potrebbero far parte della UE”.
E sui diritti fondamentali dell’uomo l’appello dell’iraniana Sabri Najafi, attivista e collaboratrice di Human Rights International, sostenitrice di ‘Madri di Park Laleh’ (madri in lutto Iran). Majafi ha chiesto al Consiglio comunale di Siena una mozione da inviare al Ministro degli Esteri Franco Frattini per il rilascio dei prigionieri iraniani, incarcerati per motivi politici e di opinione. E, sempre al Consiglio, di adottare alcuni dei 600 prigionieri incarcerati in Iran solo perché vogliono riconosciuti diritti di uguaglianza e libertà.
Come ha detto Lorenzo Garibaldi, assessore alla pace e cooperazione internazionale, l’Amministrazione comunale continuerà a portare, insieme alle associazioni femminili, Enti e Istituzioni senesi, il proprio contributo di solidarietà. Proprio ieri Garibaldi ha conferito a Noushabeh Amiri il Premio Internazionale di Giornalismo ‘Città di Siena’ per l’impegno profuso a favore della libertà di stampa e contro le discriminazioni di genere che vivono, soprattutto le donne, nella terra degli Ayatollah.