"I Comuni amiatini hanno richiesto al Presidente Rossi che la Regione Toscana si pronunci dichiarando lo stato di crisi dell’area"
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA – Si è tenuto lunedì pomeriggio l’incontro tra i sindaci dei Comuni dell’Amiata (Abbadia San Salvatore, Castell’Azzara, Castiglione D’Orcia, Piancastagnaio, Radicofani e Santa Fiora), il Presidente della Regione Toscana e gli assessori regionali all’Ambiente e difesa del suolo e all’Agricoltura. L’incontro era stato richiesto per affrontare le gravi difficoltà che incontra il territorio e l’incertezza ancora presente nella vertenza di Floramiata per la quale non si intravede ancora una soluzione, con le aste, andate deserte, per la assegnazione delle serre ad un imprenditore in grado di rilanciarne l’attività e la certezza della perdita del lavoro degli oltre 200 lavoratori. I sindaci hanno ricordato al Presidente Rossi come la situazione socio economica locale si vada sempre più degradando con la chiusura di tante imprese del territorio e il venir meno di lavoro e reddito per le famiglie, e hanno chiesto inoltre un intervento urgente a soluzione dei problemi della viabilità con il ponte sulla via Cassia non agibile e le numerose altre strade in condizioni di difficile percorribilità, l’esaurirsi delle attività sulle foreste, il rischio idrogeologico che caratterizza tutta la montagna, I Comuni amiatini hanno richiesto al Presidente Rossi che la Regione Toscana si pronunci dichiarando lo stato di crisi dell’area che consentirebbe di avere accesso ai contratti di solidarietà, a finanziamenti europei ed interventi tesi a migliorare le condizioni della popolazione. Il Presidente Rossi ha condiviso le valutazioni dei sindaci, ha lamentato le grandi difficoltà economiche, dovute ai tagli del governo centrale, nelle quali deve operare la regione ed ha informato come si stia intervenendo per il ripristino della viabilità sulla via Cassia con la realizzazione di un ponte di ferro provvisorio in attesa di quello definitivo. Ha auspicato anche la costituzione di un tavolo di lavoro comune a tutto il territorio per progettare il futuro dell’area, coinvolgendo tutti gli operatori socio economici e utilizzando al massimo tutte le risorse presenti, compresa quella geotermica, citando l’accordo raggiunto con l’Enel per lo sconto del 10% per le attività dell’area al pari dei grandi utilizzatori. Ha inoltre impegnato la Giunta Regionale a formulare un atto di indirizzo che riguardi l’area amiatina. Su Floramiata il Presidente ha ricordato che allo stato attuale i processi legali della liquidazione della vecchia società non consentono ingerenze pubbliche, ma che occorre comunque tenersi pronti a collaborare per la ricerca di altri soggetti interessati all’acquisto e sostenere quegli imprenditori che vorranno farsi carico del rilancio dell’azienda florovivaistica. L’Assessore Remaschi si è impegnato a dei provvedimenti tesi alla perequazione delle risorse sulla misura 8.3 del Piano di Sviluppo Rurale, che ha visto una forte penalizzazione delle provincie di Siena e Grosseto che, pur rappresentando oltre il 40% della ruralità Toscana, sono rimaste questi totalmente fuori dai finanziamenti dei progetti presentati. Nel corso dell’incontro si è preso l’impegno di arrivare presto a un protocollo d’intesa Regione-Comuni per il rilancio dell’area. Un impegno che sarà anticipato, tra una decina di giorni, da un atto della giunta che riconoscerà l’Amiata come area di crisi regionale. Questo consentirà di attivare tutta una serie di premialità per le imprese sui bandi regionali per i finanziamenti allo sviluppo e la possibilità di partecipazione al prossimo bando sui lavori di pubblica utilità a favore dei lavoratori privi di protezione sociale. Sullo sfondo della revisione degli accordi con Enel, si è convenuto di attivare un tavolo con la partecipazione dei sindaci, per aggiornare questi accordi in funzione dello sviluppo previsto della geotermia anche dagli obiettivi Europa 2020, soprattutto in termini di media e bassa entalpia. In particolare, si tratta di ragionare con Enel su come aumentare le ricadute per l’indotto locale che fornisce servizi, assistenza e manutenzione, e anche come attrarre nuovi investitori che possano sfruttare vantaggi locali particolari come calore, CO2, energia a prezzi scontati.
“La notizia più importante – commentano in un comunicato congiunto sull’incontro i consiglieri PD Leonardo Marras, Stefano Scaramelli e Simone Bezzini – è senza dubbio la decisione di riconoscere l’Amiata quale zona di crisi regionale: una risposta concreta alla difficile situazione occupazionale che l’area sta vivendo, di cui la vicenda Floramiata, purtroppo, è soltanto un esempio. Non sarà questo atto a dare soluzione al problema, ne siamo consapevoli, ma è sicuramente un primo passo importante e la dimostrazione che alla Regione sta a cuore l’Amiata … Una strada che passerà anche dalla promozione turistica, alla luce del protocollo firmato poco fa che rilancia l’Amiata sul mercato turistico internazionale come destinazione unitaria”. “Il Progetto Amiata – conclude Marras – potrebbe partire dalla risorsa geotermica, ha specificato il presidente Rossi. Sono d’accordo. Come ho detto altre volte, e come abbiamo scritto chiaramente nella nostra risoluzione, è importante chiedere a chi gestisce l’energia geotermica (in questo caso Enel) di investire in maniera rilevante sui territori interessati in termini di fornitura di servizi, assistenza e manutenzione, vantaggi economici nel prezzo dell’energia, attrazione di nuovi potenziali investitori che possano fare impresa sfruttando i vantaggi del calore geotermico”.
Pronta la replica dei Comitati ambientalisti, secondo i quali “le due proposte sono una contraddizione in termini: se la geotermia portasse davvero sviluppo, dopo tutti questi anni non si capisce come si sia giunti allo stato di crisi, o meglio, si capisce benissimo: è proprio puntando sulla geotermia, abbandonando il territorio e le infrastrutture a se stessi e senza uno straccio di politica di sviluppo economico, che si è arrivati a questo risultato. Quindi avanti tutta con la geotermia (come dice renzi, a cui rossi vorrebbe togliere la poltrona…) e dimentichiamoci del resto”. Non manca un accenno polemico alla “!nuova” geotermia: “da notare anche gli strani e vasti disboscamenti della faggeta: a che servono? dove va il legname? c’entrano qualcosa le centrali a biomassa?”. Segue l’appello alla mobilitazione generale contro qu3esto accordo “che travolge spietatamente anche le velleità di mediazioni politiche”.