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AREZZO. Dal Comitato Vittime del salvabanche riceviamo e pubblichiamo.
“Ad una prima analisi del decreto, come purtroppo ci aspettavamo, troviamo aspetti fortemente negativi, come la completa esclusione di una parte dei risparmiatori che consideriamo inaccettabile. Possiamo condividere la precedenza nel ristoro immediato alle cosiddette fasce deboli, ma quello che non capiamo invece è, come mai essendo stato tolto il tetto, si parla solo di un 80% massimo e non dell’intera somma persa. Molte delle famiglie che rientrano in questo gruppo hanno redditi molto al di sotto dei 35.000 euro lordi annui e tanti sono disoccupati e disperati. Come Renzi sa bene, dato che ha introdotto i famosi 80 euro in busta paga, per determinate famiglie anche i 5-6mila euro possono fare la differenza. Inoltre se da una parte siamo d’accordo a dare la precedenza a chi ne ha più bisogno dall’altra non capiamo l’esclusione di tutti gli altri senza neppure una gradualità oppure un ulteriore scaglione di reddito e sempre naturalmente senza categorie di risparmiatori serie A o serie B.
Ci sembra ingiusto che i parametri che danno accesso ad un rimborso diretto siano valori riferiti al reddito e ai beni mobiliare del solo 2015. Probabilmente una media degli ultimi 3/5 anni renderebbero la stima più giusta e veritiera, visti e considerati gli andamenti e livelli di crisi ed occupazionali.
C’è ancora da capire come si svolgerà l’arbitrato e che cosa è previsto per chi verrà escluso, ci auguriamo che non gli venga precluso l’accesso al rimborso diretto o la possibilità di agire per vie legali.
Crediamo che un decreto creato e basato sul principio e il riconoscimento di una truffa o di una non adeguata informazione che risarcisca solo all’80 e solo una parte di risparmiatori sia ingiusto ed non equo nelle sue basi
Non capiamo perché ci sia il limite di accesso a rimborso diretto a chi ha acquistato da altre banche o dopo l’agosto del 2014, data in cui la direttiva non era ancora stata recepita in Italia e quindi risultava essere obbligatoria solo per gli Stati e non per i cittadini.
Ci sono tutta una serie di dubbi e ingiustizie che speriamo vengano sistemate attraverso gli emendamenti che auspichiamo verranno proposti per rendere il decreto e il rimborso giusto ed equo, soprattutto in questi giorni in cui si salvano le obbligazioni subordinate di Veneto Banca e Pop. Vicenza tramite Fondo Atlante.”