Siena potrebbe fondersi con i "quartieri senesi" dei Comuni vicini
SIENA. La Regione Toscana sta iniziando la discussione per incentivare l’unione tra i comuni in modo da rafforzare il loro ruolo all’indomani della soppressione (?) delle Province. Una iniziativa che scorre nel solco di quanto chiediamo da anni ma che, per come è formulata, non ci soddisfa completamente.
Siena ha oggi una tassazione pro-capite tra le più alte d’Italia. La fonte (C.G.I.A. d Mestre) è autorevole e il dato non ci sorprende. Il notevole costo per mantenere un patrimonio artistico e architettonico inestimabile, la grande mole di istituzioni culturali e sociali, i servizi che il comune fornisce a 90.000 persone, parte delle quali paga altrove le tasse, crea una situazione ingestibile, che trova equilibri solo con una pressione fiscale insopportabile (il doppio dei restanti cittadini toscani). Un problema sa noi più volte sollecitato e sottolineato anche nella recente discussione del Bilancio comunale.
Ebbene, per quello che riguarda Siena, la soluzione ragionevole e giusta sarebbe quella di aggregare alla città i quartieri “senesi” (Montarioso, Belverde, Arbia, Ponte al Bozzone etc) ben lontani dai centri Comunali che li hanno creati e vicini invece alle nostre periferie.
Gli altri comuni potrebbero, ma sarebbe affar loro, creare aggregazioni ancor più omogenee (Chianti, Val d’Arbia, Val di Merse-Montagnola e altro ancora). aggregazioni non solo per risparmiare ed essere più efficienti, ma anche con un’anima e una tradizione comune.
Ed a Siena le maggiori entrate dei nuovi contribuenti, unite dalla diminuzione delle rate del debito, ampiamente possibile anche con gli investimenti, e un rapporto diverso e migliore con Firenze e Roma, doterebbero la città di risorse per lo sviluppo, per la solidarietà e per una diminuzione della tassazione ormai irrinunciabile.
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