di Augusto Mattioli
SIENA. Quattro mesi di reclusione e una multa 1500 euro a testa per cessione di sostanze stupefacenti. Questa la condanna che il Tribunale di Siena ha inflitto oggi pomeriggio (18 giugno) a tre esponenti del partito radicale. Si tratta della segretaria nazionale Rita Bernardini, di Giulio Braccini e di Claudia Sterzi, responsabile dell’associazione radicale antiproibizionisti.
Una condanna inferiore rispetto all’anno a quattro mesi e 4000 euro di multa chiesti dalla pubblica accusa.
I tre radicali nel giugno del 2002 attuarono in piazza del Campo a Siena un’azione di disobbedienza civile mirata a chiedere l’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico. Secondo un corposo filone scientifico-medico, infatti, i principi attivi di questa sostanza agirebbero in maniera efficace nella terapia del dolore.
In quella occasione intervennero le forze dell’ordine che fermarono i tre radicali e sequestrarono bustine di marijuana.
“Chi fa disobbedienza civile alla radicale – ha detto Rita Bernardini – usando la non violenza è pronto a subire le conseguenze perché si è assunto la responsabilità del suo gesto. Ciò che vogliamo affermare con queste iniziative è che le leggi proibizioniste in realtà facilitano la diffusione dell’assunzione di sostanze stupefacenti. Una legge che – ha aggiunto – trasforma persone innocenti, i consumatori, in delinquenti. Non possiamo certo attribuire a milioni di persone una condotta delinquenziale. Nella nostra mente c’è un fortissimo ricordo di quei giovani che si sono suicidati perché sono finiti in galera per questo tipo di condotta che li accomuna a tanti giovani del nostro Paese”.
In mattinata Bernandini e gli altri radicali avevano tenuto una conferenza stampa alla quale erano state invitate anche le forze politiche senesi. Si sono presentati solo Alessandro Vigni, di sinistra democratica e Alessandro Cannamela delle Farfalle Rosse Assenti le altre forze della sinistra e il partito democratico.
Davanti alla stampa Bernardini ha affrontato vari temi. “Mi piacerebbe sapere, vista questa ostinazione delle forze politiche sulla droga, se ci siano legami fra criminalità politica e la criminalità che si arricchisce con il traffico di stupefacenti. Per capire basta andare in Campania e vedere quali sono i legami tra la criminalità politica e la situazione che c’è oggi.” “Il proibizionismo con la faccia feroce che vige in Italia non ha ridotto il fenomeno della droga, anzi lo ha incrementato: ci sono cinque milioni di consumatori di hashish e marijuana. Una situazione che ha arricchito le mafie e coloro che ci speculano. Se la marijuana fosse una semplice produzione agricola non avrebbe il valore che ha oggi: essendo proibita vale di più".
L’esponente radicale ha annunciato anche la presentazione di due proposte di legge. Una riguardante l’utilizzo della cannabis a scopi terapeutici e l’altra per la legalizzazione delle sostanze stupefacenti
"E' chiaro che la legalizzazione, non liberalizzazione – ha sottolineato Bernardini – non può essere uguale per tutte le droghe ma va regolamentata in modo diverso. Ad esempio per l’eroina ne prevediamo la somministrazione controllata. Però quello che dobbiamo fare – ha aggiunto Bernardini – è creare un forte movimento di unità per puntare all’approvazione di questa legge”.
La segretaria radicale ha annunciato la possibilità che, per chiedere la calendarizzazione della discussione in Parlamento ci possano essere organizzate azioni di disobbedienza civile.