
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Al convegno sulla cosiddetta buona geotermia del 29 e 30 gennaio di Abbadia San Salvatore, l’ingegner Serena Bianchi, projet manager di Graziella Green Power, ha presentato il progetto di uno dei primi impianti italiani a ciclo binario e reiniezione totale, quello di Montecastelli di Castelnuovo Val di Cecina: “Nel progetto, oltre all’applicazione delle migliori tecnologie disponibili, attraverso una filiera italiana di eccellenza, si è cercato di curare l’integrazione paesaggistica dei siti”. Nell’intervento anche il focus sui nuovi sistemi di estrazione e reiniezione nella stessa piazzola e sui particolari di restituzione, almeno parziale, alla fruizione pubblica delle aree di cantiere alla fine del processo costruttivo dell’impianto. Questi, tratti direttamente dalle slides, i principi di progettazione:
-Impianto binario a ciclo ORC
-Fluido atossico e non infiammabile
-Minimizzazione lunghezza tubazioni e altezze equipments
-Minimizzazione delle connessioni flangiate (contenimento massimo possibili perdite)
-Fluido per il raffreddamento: aria ambiente (dati storici)
-Dimensionamento ottimizzato secondo i limiti normativi di generazione elettrica [40 GWh/anno]
Rendering 3 D dell’impianto
Occupazione in pianta centrale : 5000 mq. Altezza massima: 9.5 m. Occupazione temporanea di suolo ha 2,60 (viabilità esclusa: circa 2,8 ha). Area centrale + cabina Enel 0,65 ha. Area postazione perforazione 0.90 ha. Vasche di accumulo 0,54 ha. Area stoccaggio 0,50 ha.
Occupazione Suolo FER (fonti energia rinnovabili) a confronto a parità di potenza
Potenza MW | Energia GWh | ha | GWh/ha | Ha/GWh | |
PV | 5 | 6,5 | 7,5 | 0,9 | 1,15 |
Eolico | 5 | 11 | 0,5 | 22 | 0,05 |
Geotermia a ciclo binario | 5 | 40 | 1,2 | 33,3 | 0.03 |
Criteri di scelta ambientali
Requisiti fondamentali:
1.Preservare i caratteri territoriali dei luoghi interessati;
2.Rispettare il regime vincolistico;
3.Limitare al massimo la visibilità dell’impianto dal limitrofo paese di Montecastelli;
In un recente articolo pubblicato in “Casole Nostra”, redatto a seguito dell’intervista rilasciata a febbraio 2015 al quotidiano Qui News Volterra dall’amministratore delegato della Magma, secondo il quale la centrale di Castelnuovo sarebbe stata “di piccole dimensioni e, se necessario, anche parzialmente interrata”, emergerebbero però altri dati e altre dimensioni, ricavabili dal raffronto tra Google Earth e i progetti della centrale (“definiti ironicamente “un passo avanti importante dal punto di vista paesaggistico“) depositati in regione, con le centrali già presenti nel territorio. Queste le parti salienti dell’articolo.
“L’area d’intervento del progetto di Montecastelli, è di circa 9.5 ettari, secondo quello che si vede sul progetto. Un’area spropositata, se si considera per esempio che l’intera area della centrale di Sesta non supera i 4 ettari comprensivi di laboratori di ricerca che nel progetto di Montecastelli sono assenti. Si dirà che non tutta l’area d’intervento verrà edificata e cementificata. Se eliminiamo allora le piazzole per lo stoccaggio del materiale e tutte le aree che non vengono edificate si arriva ad un’area netta di circa 4 ettari effettivi per una produzione di 5 MW di energia. Un’area quindi pari a quella della centrale di Sesta, che però produce 16 MW di energia e sviluppa ricerca in grandi laboratori. Se misuriamo quanto ci costa quell’energia in termini di consumo di suolo, vediamo che un ettaro di suolo a Montecastelli viene utilizzato per produrre 1.25 MW di energia, di fronte ai 5 MW per ettaro della centrale di Sesta, senza contare i laboratori di ricerca. Anzi, proviamo proprio ad eliminare i laboratori e andiamo a vedere quanto è grande la centrale Chiusdino, che non ha suolo utilizzato per laboratori. Fatte le misure su Google Earth, vediamo che la centrale geotermica di Chiusdino copre un’area complessiva di circa 2.9 ettari utilizzati per produrre ben 20 MW di energia elettrica. Quindi 6.9 MW per ettaro, in termini di consumo di suolo, più di cinque volte più “piccola”, in termini di energia per unità di suolo, della centrale di Montecastelli.
La centrale di Montecastelli dovrebbe assomigliare a quella di Sauerlach, come la Magma ha più volte spiegato. Ma la centrale di Sauerlach produce 5 MW di energia in un’area di circa 2.1 ettari, cioè 2.38 MW per ettaro, e quindi se anche a Montecastelli replicassero quell’impianto (cosa che dai progetti depositati in regione non risulta) sarebbe sempre 3 volte e mezzo più grande di quello di Chiusdino, in termini di energia per unità di suolo. I numeri che emergono dal progetto Magma, in termini di consumo di suolo, dicono che per produrre 50 MW, due volte e mezzo l’energia prodotta dalla centrale di Chiusdino, si rischia di consumare 100 ettari di suolo come aree di intervento, o 40 ettari di suolo come area effettiva. Un lusso che uno Stato in deficit di suolo agricolo non può certo permettersi. Per non parlare del paesaggio. Meglio allora coltivare la terra e comprare l’energia dall’Islanda. Siamo abbastanza incompetenti da aver sbagliato i conti o approssimato male le misure di Google Earth e di Google Map. Per fortuna il web è uno strumento democratico. Tutti i cittadini sono quindi invitati a visionare il progetto, a misurarne le dimensioni e a confrontarle con quelle esistenti in termini di area e di produzione energetica. Se abbiamo fatto un errore saremo molto lieti di correggerlo”.