di Paola Dei
SIENA. In questi giorni nelle sale cinematografiche e ovviamente a Siena, la manifestazione più antica del mondo raccontata da Cosima Spender, che ha cercato di cogliere attraverso i suoni e i colori, le emozioni di attimi indimenticabili.
Colori, polvere, passione e tradizione accompagnano i fotogrammi dai quali traspare un ritratto affascinante della città di Siena e di quella Piazza, l’unica ricordata da Montagne nel suo Diario di un viaggiatore, che racchiude sensazioni e ricordi incisi nella memoria dei senesi. Il docufilm nel quale sono presenti fantini della tradizione senese a partire da Andrea Bruschelli, Andrea Degortes, soprannominato Aceto, Giovanni Atzeni e Silvano Vigni, ci narra le vicende di Tittia, nato a Nagold il 13 aprile del 1985, e soprannominato così per l’espressione sarda che significa:”che freddo”, alle prese con Trecciolino senese di nascita, contrada del Montone, classe 1968. Una sfida memorabile che ricalca e ripercorre tutte le sfide che nel corso dei secoli si sono succedute lasciando a fiato sospeso gli ignari spettatori che ritengono la durata del Palio limitata a quei 75 minuti di passeggiata storica e corsa. Il Palio dura 365 giorni l’anno ed é un evento inenarrabile che ha insita in sè la storia di un popolo, di una città, le emozioni nascoste e l’intensità con la quale ogni anno i contradaioli si preparano a questo evento come se fosse la prima volta. Mutano gli anni, mutano i rappresentanti delle contrade stesse, cambiano i fantini ma la passione nel mostrare il cosiddetto “cencio” o Palio, dipinto da artisti senesi e non solo, lungo le vie di Siena é rimasta immutata negli anni, é la vita del popolo senese con regole immutate da quel lontano 1644, anno in cui venne corso il primo Palio. Per dare una idea della passione e dell’intensità con cui viene vissuto l’evento, é rimasta storica una frase di Trecciolino che osannato dal popolo della contrada vincente e trascritto nel libro: Trenta assassini: “Avevo vinto. Entro in Provenzano portato in trionfo. Mi viene a cercare lo sguardo dell’uomo che mi teneva sulle spalle. Non avevo nessuno sotto di me, ero sospeso sulla folla!”