CGIL FP, CISL FP, UIL FPL e RSU: "Chiediamo tutela delle funzioni e dei livelli occupazionali"
SIENA. A seguito di mandato assembleare dei lavoratori e delle lavoratrici della Camera di Commercio di Siena CGIL FP, CISL FP, UIL FPL e la RSU proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale aderendo alla mobilitazione generale nazionale e regionale in atto.
“Riteniamo – chiariscono i sindacati – che la bozza di decreto delegato attuativo della riforma della PA relativo alle Camere, circolata in queste ultime settimane, e che potrebbe essere licenziata dal Consiglio dei Ministri, costituisca un grave tentativo di ridimensionare il sistema camerale e portarlo ad un progressivo smantellamento, considerato che questo comparto ha già dovuto subire un taglio della propria principale fonte di finanziamento, il diritto annuale, in una misura che nel 2017 toccherà il 50%.
Le principali criticità individuabili dalle organizzazioni sindacali nella bozza sono relative alla riduzione delle funzioni svolte, lasciando alle Camere soltanto il registro imprese, gli albi e registri, la tutela del consumatore, la vigilanza sui prodotti, la metrologia legale ed alcune funzioni di assistenza e supporto alle imprese.
In questo modo non sarebbero più forniti alle imprese ed ai cittadini, fra gli altri i servizi di arbitrato, conciliazione e mediazione, i contributi e finanziamenti, il sostegno all’internazionalizzazione, il sostegno ai consorzi di garanzia fidi, il deposito di marchi e brevetti, i servizi di statistica e studi economici, il supporto alle imprese per l’innovazione e la digitalizzazione, la rilevazione prezzi, i corsi di formazione. Questo svuotamento di funzioni appare difficilmente comprensibile alla luce dei livelli di efficienza, qualità e professionalità con le quali vengono svolte, che anzi dovrebbero condurre il Governo a prendere le CCIAA come modello per la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione.
Assolutamente inaccettabile il taglio del personale, nella misura del 15% su base nazionale per arrivare al 25% del personale addetto alle funzioni di supporto nelle camere accorpate.
Come previsto dalla legge delega 124/2015, siano mantenuti gli attuali livelli occupazionali in tutti gli organismi del sistema camerale. Perchè non si ripeta la situazione già vissuta a Promosiena nel 2015 dove 4 lavoratrici hanno perso il loro lavoro. Oltre agli accorpamenti di sedi provinciali si aggiunge il taglio delle sedi secondarie, misura che non farebbe che aumentare l’impatto delle ricadute descritte.
La bozza di decreto di cui stiamo parlando ha quindi un contenuto fortemente negativo da tutti i punti di vista, e nella fattispecie andrebbe a danneggiare: le piccole e medie imprese, che sarebbero private di servizi svolti gratuitamente o con un costo molto inferiore a quello di mercato, in generale l’economia del paese, poiché quei servizi sarebbero da ora in avanti reperibili soltanto presso professionisti o associazioni di categoria a prezzi di mercato con i dipendenti del sistema, lasciati in una situazione di incertezza con la prospettiva di una mobilità di due anni con possibilità di licenziamento in caso di mancato ricollocamento.
Per noi la mobilitazione e la lotta sono solo all’inizio, chiederemo al Prefetto durante la conciliazione e a tutti i livelli istituzionali e politici di supportare le nostre legittime rivendicazioni.
A cominciare già da venerdì 5 febbraio presso l’auditorium di Santa Apollonia a Firenze ove si terrà un’assemblea regionale di tutti i dipendenti delle Camere di Commercio toscane, promossa da CGIL-CISL-UIL Toscana, alla quale sono stati invitati anche i vertici della Regione ed i parlamentari eletti sul territorio”.