Fabio Petri: “Vogliamo risposte dalle istituzioni”. Michele Santoni: “Quasi venti rallentamenti della viabilità”
Di Lorenzo Croci
SIENA. Se qualcuno aveva riposto nel cassetto i problemi relativi all’impianto infrastrutturale della provincia di Siena, deve sapere che si stava sbagliando di grosso. I problemi, come presentato da Fabio Petri – presidente Cna Siena – e Michele Santoni – presidente della Cna Fita Trasporti – , si sono a dir poco moltiplicati ed, eufemisticamente parlando, aggravati. La situazione purtroppo sembra davvero giunta al livello di allarme rosso con almeno quindici gravi criticità che persistono ormai da tempo sul territorio senese e che stanno creando danni ingenti alle imprese e notevoli disagi quotidiani ai cittadini. Per evidenziare il problema ormai da anni dimenticato e per porlo sia all’attenzione pubblica che sotto la lente di ingrandimento delle istituzioni (Provincia, Regione e Comuni interessati in primis) la Cna ha presentato un dossier relativo all’intero territorio provinciale, ma soprattutto concernente la zona sud, ormai diventata un vero e proprio percorso a ostacoli. Ecco le quindici zone di criticità ad allarme rosso:
1)Raccordi Siena-Bettolle e Siena-Firenze: lo stato del manto stradale in alcuni tratti continua ad essere in pessimo stato, rendendo pericoloso il transito.
2)Strada provinciale 35: collegamento tra Val d’Elsa e Val di Cecina è chiuso a causa di una frana da più di un anno, costringendo i viaggiatori ad una deviazione di circa 40km.
3)Centro abitato Ponte a Tressa SR2 Cassia: appena fuori dal comune di Siena, la Cassia transita all’interno dei centri abitati creando una conseguente riduzione della carreggiata, e spesso con il transito dei pedoni la situazione si aggrava ancora di più; qui i lavori di realizzazione della variante sono fermi ormai da anni
4)SP34 Murlo – Provinciale che collega la Cassia a Vescovado – Murlo – Bibbiano: in questa strada vige ormai da tanti anni il divieto di transito per i mezzi pesanti ma dopo la tremenda alluvione di qualche tempo fa la situazione si è ancor più criticizzata: sulla strada che conduce a Bibbiano – sull’attraversamento del fiume Ombrone – vige ora il divieto ai mezzi aventi massa a pieno carico superiore a 7 tonnellate e in più la carreggiata è davvero ridotta. Per raggiungere Bibbiano e Castiglion del Bosco è prevista una deviazione passante per il centro abitato di Montalcino ma con limite ai mezzi pesanti aventi una massa a pieno carico superiore a 7 tonnellate sul ponte dell’ombrone. In questo modo la viabilità alternativa prevede il passaggio dal centro abitato di Montalcino senza alcuna limitazione e con carreggiata a larghezza ridotta, provocando in questa maniera gravi ingorghi di traffico per la circolazione.
5)Asciano: a causa di una frana è vietata la circolazione ai mezzi pesanti prima del centro abitato di Asciano provenendo da Torrenieri e il collegamento con la Val di Chiana risulta interrotto.
6)Buonconvento: Sulla SR2 Cassia nei pressi del centro abitato di Buonconvento, sul fiume ombrone, vige il divieto di transito ai mezzi pesanti superiori alle 44 tonnellate. Fino a poco tempo fa tale divieto era di 19 tonnellate. Questa situazione, dovuta ad un movimento franoso, limita la circolazione ad alcune tipologie di veicoli come i mezzi d’opera i quali, vista la numerosa presenza di cave sulla Val d’Orcia e sulla Val di Paglia, non possono usufruire della Cassia per recarsi verso nord. E sempre procedendo sulla Cassia si incontra un senso unico alternato con semaforo a causa di una parte della carreggiata rovinata e occupata da una frana.
7)Montalcino: sulla SP14 che collega tutta la Val d’Orcia a Grosseto, poco dopo il bivio Asso, persiste ormai da anni un movimento franoso. Tale realtà è divenuta ancor più insostenibile in quanto è stato riversato il traffico di una viabilità importante come la Grosseto-Fano su questa strada provinciale, stante il percorso consigliato all’altezza di Paganico Nord per raggiungere Siena. Sulla SP14 Traversa Monti nel comune di Montalcino è stata evidenziata – a causa di una frana – una pericolosa lesione alle mura di sostegno della carreggiata nei pressi del tornante di Porta Cerbaia Montalcino. Nel caso di cedimento di rischia il totale isolamento sociale ed economico di Montalcino con danni che potrebbero essere ingentissimi. Inoltre sulla Siena-Grosseto, all’altezza dell’uscita di Paganico nord c’è un percorso consigliato per raggiungere Siena il quale ha creato una mole di traffico tipica di una superstrada relativa alla Traversa dei Monti.
8)Bagno Vignoni: in prossimità del km 179, sulla SR2 Cassia, poco dopo l’incrocio per Bagno Vignoni, il ponte sul fiume Orcia è ormai sotto monitoraggio a causa di un cedimento strutturale.
9)Gallina: situazione mlto grave per la completa distruzione del ponte sul fiume Orcia che collegava la frazione di Gallina a Pienza e quindi a tutta la Val di Chiana. Il ponte, crollato nel 2012, è stato spazzato via dalla piena del fiume. La situazione precaria è già ormai da anni nota a tutti visto che nel corso degli anni 2007-2012 era stata limitata la circolazione ai mezzi pesanti. Ancora il ponte non è stato ricostruito e il paese risulta essere quasi completamente “isolato”.
10)Castiglion d’Orcia: La Sp 18 del Monte Amiata, la quale collega Campiglia d’Orcia, Montieri e Abbadia San Salvatore risulta essere chiusa alla circolazione ormai da tanti anni nonostante i numerosi solleciti sia dei singoli cittadini che da parte delle amministrazioni comunali.
11)Abbadia San Salvatore:: sulla Sp 18 del Monte Amiata, nei pressi del centro abitato di Abbadia San Salvatore, esiste una notevole frana. Sulla SR2 Cassia dopo la galleria “Le Chiavi” in direzione sud si trovano tre viadotti sotto monitoraggio: viadotto torrente Cacarello km 157, viadotto Vascio km 157,5 e viadotto Pagliola km 155.
12)Piancastagnaio: sulla Sp 18 del Monte Amiata persiste da decenni un movimento franoso enorme. Negli ultimi anni la frana ha raggiunto dimensioni preoccupanti e qualora crollasse si bloccherebbe l’unico collegamento tra i comuni di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio.
13)San Casciano dei Bagni: nel comune di San Casciano dei Bagni, sulla Sp321 del Polacco la quale collega la Cassia a Chiusi e a Perugia persiste una frana di notevole intensità.
14)Chiusi-Chianciano Terme: poco dopo località Querce al Pino la circolazione dei mezzi pesanti è vietata verso Perugia, all’interno del centro abitato di Chiusi. Persiste inoltre un senso unico alternato in prossimità della frana sulla Sp 146. L’unico collegamento tra la Cassia e l’Autostrada A1 è interrotto ai mezzi pesanti in prossimità di Chianciano Terme, dove vige il divieto nella circonvallazione del centro abitato; con circonvallazione vietata ai mezzi pesanti in direzione A1
15)Grosseto-Siena-Fano: l’arteria più importante della nostra provincia insieme alla Siena-Firenze, è interrotta dal 2015 presso la galleria Casal di Pari per un cedimento strutturale della stessa galleria. Anche qui la deviazione per i mezzi pesanti comporta un aumento di quasi 40km con enorme perdita di tempo ed estremo pericolo per la grande mole di traffico. Attualmente la circolazione risulta ancora complicata.
Tra le 15 criticità ad allarme rosso, quella che sta sicuramente destando maggior preoccupazione è sicuramente quella riguardante il viadotto sul fiume Paglia: qui il km 152.600 della Cassia è il punto più critico dell’intera provincia; da più di un anno è stato chiuso per un crollo strutturale il viadoot sl fiume Paglia e nessun intervento è stato ancora fatto. La viabilità alternativa è infatti indicata dalla provincia nella So 24 di Radicofani e la SS 47, strade che non possono assorbire in piena sicurezza la mole di traffico quotidiana. In più risulta vietato il transito ai mezzi sopra le 40 tonnellate, creando grandissimi problemi alle imprese ed ai trasportatori del territorio. La chiusura di tale viadotto per la Cna di Siena rappresenta l’emergenza primaria da risolvere perché coinvolge direttamente i comuni di Abbadia San Salvatore e Radicofani e indirettamente tutto il traffico pesante e leggero che dalla Toscana viaggia verso Lazio.
“Già da alcuni anni pensavamo di aver toccato il fondo, ma invece ci stavamo sbagliando; la situazione negli ultimi anni si è ulteriormente aggravata e la necessità di un cambio di passo a dir poco repentino è diventata sempre più impellente. Il tempo è finito; è necessaria un’organizzazione con mezzi sia tecnici che economici per risolvere questa tragedia che ormai da anni è presente sul nostro territorio”, ha commentato così Fabio Petri, il quale, oltre a riferirsi personalmente alle istituzioni, crede fermamente che la Regione debba prendere al più presto la situazione in mano e risolverla insieme al governo, perché la provincia si è dimostrata incapace di farsi carico di simili problemi.
“Ogni giorno rischiamo la vita e solo la grande professionalità ed il senso di responsabilità dei trasportatori ha evitato incidenti gravissimi. La Cassia è la strada più a rischio con il passaggio verso Radicofani causato dalla chiusura del Ponte Paglia, il quale rappresenta bene l’assoluta gravità della situazione. Abbiamo dunque preparato un dossier fatto di foto e filmati a disposizione di tutti affinché ci sia un accresciuta consapevolezza nei cittadini e nelle istituzioni dello stato delle strade. Ci preoccupa anche la manutenzione ordinaria, senza la quale a breve emergeranno altre criticità; fino ad oggi il conto lo abbiamo pagato noi, i nostri clienti e le nostre aziende, con i costi del trasporto ed i tempi lievitati in modo considerevole, basti pensare che ogni ritardo arriva a costare fino a 100 euro”, ha così chiuso l’intervento Michele Santoni