BERLINO. Mussari sapeva. I vertici di Deutsche Bank avevano dubbi sull’operazione per la ristrutturazione di Santorini, il derivato in mano a Mps, e per questo l’ex responsabile del global capital markets, Ivor Dunbar, chiese all’ad dell’istituto tedesco in Italia, Flavio Valeri, di telefonare all’allora presidente Giuseppe Mussari, “per essere sicuri che i vertici dell’istituto senese avessero piena conoscenza dell’operazione”. E’ quanto ha raccontato Stefano Dova ai magistrati milanesi titolari dell’inchiesta sulla banca senese.
“Valeri inviò una mail confermando l’avvenuta conversazione telefonica”, aggiunge Dova, sentito dai pm il 10 luglio 2015. Nello stesso interrogatorio, l’allora funzionario dell’istituto tedesco spiega che sia Deutsche Bank che Mps erano consapevoli che quell’operazione “era una scommessa”, più rischiosa per i senesi, e in cui “la probabilità di vincita era al 50%”. L’operazione Santorini, che secondo i pm milanesi sarebbe andata di pari passo con quella fatta da Mps con i giapponesi di Nomura per Alexandria, è in realtà un capitolo chiuso tra Rocca Salimbeni e Deutsche Bank già dal 2013, quando i due istituti trovarono un accordo chiudendo il procedimento civile aperto al tribunale di Firenze. Operazione poi fatta anche con Nomura. Su Santorini ricorda Dova ai pm, hanno indagato anche la Federal Reserve e la Bafin, l’organo di vigilanza tedesco.
Dova, sentito come persona informata dei fatti, ha ricostruito ai pm anche la storia del rapporto tra Mps e Deutsche Bank e come, nel 2008, i vertici della banca italiana volessero “scommettere sui tassi di interesse per ridurre la perdita”. Una scommessa da realizzare “con uno strumento di cui non si sarebbe dovuto apprezzare il mark to market”. Tra l’altro per Deutsche Bank l’operazione prevedeva, spiega Dova che insieme ad altri dipendenti è stato sottoposto pure a un procedimento disciplinare, anche “un profilo di redditività latente”, legata “alla copertura del finanziamento attraverso un Cds” e non utilizzando il titolo come copertura. A cinque ex dirigenti di Deutsche Bank, così come agli ex vertici di Mps e Nomura, la procura di Milano lo scorso 14 gennaio, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini. I reati contestati sono falso in bilancio, ostacolo alle attivita’ di vigilanza di Consob e Bankitalia, aggiotaggio e falso in prospetto per fatti commessi tra il 2008 e il 2012.