Ovvero: come prendere posizioni improbabili, inadeguate, mediocri e vivere felici e contenti
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Se il livello qualitativo della politica si misurasse in base alle parole spese, alle dichiarazioni rilasciate, all’inchiostro (reale o virtuale) sprecato, allora in questi giorni a Siena avremmo toccato l’apice della “buona politica”.
E’ un vero peccato, invece, che non è quanto si dice ma cosa si dice – e di conseguenza cosa si fa – che determina la qualità della politica, o meglio, di chi fa politica.
In questi giorni hanno parlato davvero tutti: sulla sede dell’Asl di area vasta si è scatenata una vera e propria bagarre. Si sapeva da tempo che Arezzo l’avrebbe spuntata su Siena (per varie ragioni tutte interne alle correnti nazionali Pd). ma la conferma di quanto deciso non poteva, ovviamente, passare sotto silenzio. Ma i commenti sono stati, per tanti versi, fuori luogo oltre che irritanti. Da chi ha chiesto le dimissioni di Stefano Scaramelli, reo di essere presidente della Commissione regionale alla Sanità, alla risposta di quest’ultimo che in un’intervista rilasciata al venerabile Bisi, si è lasciato andare a commenti “impropri”. Specificando che, una cosa è la sede legale e una la sede operativa; e che su quest’ultima, ben più importante, si determinerà la vera battaglia in Consiglio Regionale, Scaramelli ha dato del “bischeri” a tutti quelli che, temendo il declino sanitario di Siena (fatto tutt’altro che remoto), si erano scagliati a difesa della senesità già a partire dalla sede legale dell’Asl per la Toscana meridionale! La vicenda è ben complessa, si comprende, e chi non è addentro, con difficoltà riesce a muoversi tra i meandri di articoli abrogati, delibere di giunta, statuti e riforme. Ma, fortunatamente, ci sono dei rappresentanti politici che dovrebbero, almeno sulla carta, “raccontare”, “rappresentare”, “informare”… e tanto altro. Ci sfugge che abbiano anche il compito di “bacchettare” o di dare giudizi di merito nei confronti di chi, fuori dalle stanze dei palazzi fiorentini, si affanna nel tentativo di difendere quel poco che gli è rimasto da difendere.
Visti i trascorsi, infatti, c’è chi non vorrebbe trovarsi a piangere senza poter fare altro, come è accaduto per la Banca, per l’Università e per l’ospedale delle Scotte e magari eccede per troppo zelo. Ma possiamo fargliene una colpa? Forse sì. Ma nella misura in cui possiamo incolpare chi ci rappresenta di non averci saputo comunicare passaggi importanti, diremmo fondamentali, per la vita della nostra provincia. Che poi tra i “bischeri” ci siano anche illustri rappresentanti del Pd, ovvero del partito di Scaramelli, ci fa pensare che neppure tra di loro la comunicazione sia particolarmente attiva e fattiva. Ma questo lo sospettavamo da tempo, con sommo dispiacere.
E proprio su questo punto possiamo dirne altre.
Questa mattina, in una conferenza stampa organizzata all’ultimo minuto, l’associazione Confronti, composta da numerosi iscritti al Pd di corrente ex democristiana (monaciana, per i senesi abituati a questo genere di distinguo), ha portato all’attenzione della città la riunione della direzione territoriale dei democratici, che si sta tenendo proprio in queste ore. All’ordine del giorno il “piano di risanamento del coordinamento territoriale… indirizzi”. Un argomento “criptico” che, ha commentato ironico Alessandro Pinciani, non è chiaro se si riferisca alla necessità di uno psicologo o di un commercialista! Insomma: riguarda i conti o le persone? “Tutti e due”, hanno scherzato i presenti.
Il morale è alto e la determinazione anche. “Noi azzardiamo tradurlo come ipotesi di risanamento di un bilancio del partito provinciale, già oggetto di un doppio esame della direzione stessa, che si è conclusa con l’approvazione da parte di una sparuta presenza dei membri, rispetto a quello che dovrebbe essere il plenum deliberativo ,e con le dimissioni del segretario Guicciardini. Ribadiamo che un piano di risanamento non possa non ssere preceduto da una operazione, moralmente ineccepibile, di trasparenza, volta a individuare le scelte che hanno determinato una simile situazione debitoria”.
Un fatto di trasparenza, di meticolosa ricerca delle responsabilità, di accurata indagine sui conti. Tutte cose che sono mancate e che mancano, a quanto pare, all’interno del Pd provinciale. Se è vero quanto detto da Raffaella Senesi, presente in conferenza stampa, la quale ha parlato di qualche slide vista velocemente e che non ha spiegato neppure all’interno della direzione provinciale come sia stato possibile arrivare ad un buco presunto di 800 mila euro. Ma anche il valore del buco non appare certo.
“E’ indispensabile che la segreteria regionale renda operativi anche in Toscana i comportamenti di trasparenza stabiliti dalla Segreteria Nazionale”, si legge nella nota di Confronti. Pubblicazione on line dei bilanci degli ultimi anni, chiedono i democratici di Confronti. Questo anche per poter andare dagli iscritti a chiedere un “contributo” aggiuntivo alla tessera di iscrizione, potendo spiegare le ragioni, le cause e possibilmente anche i responsabili di quanto fino a qui accaduto. E tutto questo per poter garantire un cambio di passo che, francamente, ha più i caratteri del miraggio che della speranza.
Si vuole mettere da parte ogni forma di corrente, ogni possibile “divergenza” per lavorare insieme al recupero non solo econimico ma anche etico di un partito visibilmente allo sbando da tempo, vittima di personalismi e di conclamate incapacità al comando. Cercare di cambiare le cose dall’interno, nonostante l’ostracismo ormai senza soluzione di continuità degli ex Ds “perchè abbiamo contribuito a fondare questo partito e non vogliamo rinunciare al percorso intrapreso”.
Ma il “pochismo” della classe politica senese, incapace di superare certe logiche di clientelismo che escludono il merito; fondata su una gestione piramidale fatta di poche teste pensanti e tante teste di legno, brave solo nella genuflessione e nell’obbedienza devota al capo, pare non consentire alcun tipo di evoluzione in positivo.
E a dirlo, non è un figlio della ribellione a Siena. Un Ascheri, piuttosto che un contras storico contro cui scagliarsi con una bella campagna diffamatoria. A dirlo è il potente Vittorio Mazzoni della Stella, ex sindaco ed ex presidente della banca Mps. In una intervista uscita oggi su La Nazione, a firma Orlando Pacchiani, uno dei politici più in vista nella città non le manda a dire e, praticamente, azzera la classe politica attualmente operativa a Siena. Terze e quarte file, dice, elevatesi a politici dopo la scomparsa – per vari ed eventuali motivi – delle prime e seconde file. Ma non è da dove si parte, ma con quale bagaglio personale si parte, diremmo noi. E Mazzoni della Stella non manca di specificare che tutti questi personaggi hanno capacità anche inferiori ai loro predecessori; quelli, per capirci, che ne hanno combinate di tutti i colori, fallendo miseramente su ogni fronte possibile. E i bilanci in rosso spuntanti come funghi in città sono lì a dimostrarlo, senza possibilità di smentita.
E se il partito di maggioranza vive le sue profonde idiosincrasie tutte interne (ma pure esterne), l’opposizione continua a perdere pezzi. E pezzi non di terze e quarte file. Eugenio Neri ha rassegnato le sue dimissioni. Lo ha fatto senza lasciare margini a ripensamenti, come provocazione e come “atto politico non violento”. La situazione vissuta dal sindaco Valentini ha creato una serie di condizioni che non permettono, tutte insieme, una azione amministrativa ben precisa e risolutiva per Siena. Insomma, Siena non rinasce, neppure si avvicina ad una rinascita. Neppure se ne discute, tanto per fissare i parametri di una ricostruzione. Neri ha forse pensato che, un’azione c0sì eclatante potesse scuotere la politica e, con essa, anche l’opinione pubblica. (L’operazione, però, funzione sempre in senso inverso). Ma Siena dorme, continua a dormire e, grazie a questo suo stato di coma palese, la politica può permettersi di prendere posizioni improbabili, inadeguate, mediocri. Può addirittura permettersi di non prendere una posizione. Può ignorare argomenti importanti. Può autocelebrarsi senza mai passare alla fase dell’analisi critica del proprio operato. Può limitarsi a qualche intervento spot… Tanto “bla bla” che non porta a nulla e che, anzi, consente la rigenerazione delle vecchie seconde e prime linee. Il tempo passa, la gente dimentica o ignora… ed ecco che, da dietro le quinte, i vecchi attori del passato recente imbastiscono trame mai lasciate e si preparano al ritorno. Se gli attuali protagonisti sono incapaci anche il peggio organizzato del “Sistema Siena” può apparire improvvisamente “meglio”. Ma ci vuole tempo. tempo e pazienza. Valentini deve rimanere dov’è ancora per un po’. E così la sacrosanta mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle al sindaco, unica possibile azione per un’opposizione che si reputi tale, resta lettera morta. In attesa, così si dice in giro, di un terzo avviso di garanzia o di un eventuale rinvio a giudizio. E poi? Cosa sarà di Siena?
Ancora nulla è dato sapere. Nulla anche sul piano “progettuale”. E questo piano sarà ignorato anche questa sera, durante la direzione territoriale del Pd. Perchè sforzarsi a progettare, a cercare margini di ripresa, se tanto la cosa pare non interessare a nessuno? Meglio pensare agli equilibri interni al partito, alla situazione debitoria da risanare, senza però stare a dire come, perchè e da chi è stata generata. Meglio pensare al potere… alla sua gestione, magari pure responsabile, se ne parlerà in un altro momento… forse.