SIENA. Siena, purtroppo, in ambito politico regionale, ormai conta ben poco. Ne è esempio eclatante l’Area Vasta posta ad Arezzo nonostante che a Siena, come nelle altre due sedi di Area Vasta (Pisa e Firenze), vi sia la presenza dell’Università.
Non siamo in grado di capire, al momento, quali e quante ricadute negative si avranno per l’utenza senese in ambito sanitario e per il territorio in ambito economico. Certo è che delle ricadute negative si avranno. Quando succedono questi gravi accadimenti, è però almeno necessario capire se e dove ha sbagliato la classe politica, in questo caso di sola maggioranza e quindi interamente del PD; in quale contesto si è agito per valutare se ci sono possibilità di porre in atto rimedi anche parziali.
Proclami ne sono stati fatti dai Consiglieri Regionali PD di Siena, iniziando dal Presidente della Commissione Sanità, ma i risultati sono stati opposti.
Allora proviamo a capire facendo delle ipotesi. La prima cosa che viene alla mente è il fatto che il nuovo sindaco di Arezzo sia di Centrodestra. Arezzo è anche sede della Banca Popolare dell’Etruria e luogo di residenza del Ministro Boschi. Banalmente verrebbe da pensare che più della salute dei cittadini si è cercato un riequilibrio politico. Certamente i motivi saranno altri e legati alle strutture ed all’organizzazione sanitaria ma, magari solo come sottofondo, anche gli aspetti citati potrebbero avere avuto una involontaria incidenza.
Vi è poi un secondo aspetto che i senesi si ostinano a non voler considerare. Il Monte dei Paschi, cioè la prima Banca per inserimento nel tessuto regionale, non è più di Siena. I politici senesi del PD sono passati da una condizione, a volte forse fatta pesare con un po’ di arroganza, di estrema forza, a una condizione di estrema debolezza. Prima da Siena, sia dalla Fondazione MPS sia indirettamente dalla Banca, venivano elargiti soldi a pioggia di cui parte a fondo perduto e di cui godevano associazioni, Enti e Istituzioni non solo toscane. Bastava un qualsiasi evento e la Fondazione apriva i rubinetti economici; bastava che un qualsiasi Sindaco avesse un’idea e la Fondazione apriva nuovamente i rubinetti economici. La Banca poi era presente in ogni ambito e, come naturale, sponsorizzava, partecipava, direttamente o indirettamente, a tutte le attività. Sappiamo tutti bene che un tempo, che possiamo definiamo molto recente, era così.
Adesso i rappresentanti politici senesi del PD, devono invece andare con il cappello in mano a chiedere contributi e interventi per il salvataggio di situazioni economiche a rischio ecc.. Il loro peso politico contrattuale non si misura in termini di preferenze. Per questo è inutile sperare che le cose possano cambiare. Al massimo potrà essere dato uno zuccherino per salvare l’immagine di chi si è speso ma porta il fardello di un partito locale che ha gettato al vento un patrimonio enorme.
Forse il nostro ragionamento è privo di fondamenta, ma il buon senso porta a fare anche queste riflessioni.
Allora per il futuro cosa fare? In primo luogo uscire dal torpore e prendere atto della nuova condizione. In secondo luogo smetterla di ragionare in modo preconcetto: la mentalità contradaiola, che fa grande il Palio e Siena, in politica porta solo danni. In terzo luogo i senesi, specialmente quelli di grande cultura e/o dotati di spirito imprenditoriale, dovrebbero dare un vero contributo a che Siena volti davvero pagina. In quarto luogo impegno civile diffuso: basta con le deleghe in bianco, ecc. ecc. ecc.. Potremmo continuare ma le cose che stiamo dicendo sono solo scoprire l’acqua calda. Tutti le sanno. Si tratta di passare dalla teoria alla pratica aprendo la mente e guardando oltre i confini senesi, rimboccandoci subito le maniche perché se non agiamo in fretta rischiamo che la decadenza continui nonostante che i nostri antenati ci abbiano lasciato anche l’Università, opere d’arte, bellezze architettoniche e ambientali, Accademie e tante istituzioni importanti che altri saprebbero meglio valorizzare.
Sena Civitas