"Mi dissocio da quanti chiedono le dimissioni di Valentini"
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SIENA. La mia, una voce fuori dal coro delle opposizioni. Mi dissocio da quanti chiedono le dimissioni di Valentini. Non mi piace che gli atti della magistratura dettino le agende politiche e mi aspetto che la politica rispetti i gradi di giudizio che conta il nostro ordinamento. Non mi faccio prendere da derive giustizialiste neppure a seguito delle ultime vicende che stanno riguardando il primo cittadino di Siena. Chi chiede che Valentini vada a casa, per essere credibile, deve innanzitutto chiarire cosa propone per il dopo. Sono note le ripercussioni per la città, di gestioni commissariali.
Siamo tutti consapevoli che Siena avrebbe bisogno di un serio e concreto progetto di governo. Io rimpiango che per pochi voti l’amico Eugenio Neri non abbia raggiunto il successo nelle passate consultazioni. Dovrebbero rimpiangerlo ancora di più quanti non lo hanno votato.
Le esperienze passate insegnano però che chi alza la voce e chiama a raccolta senza aver costruito solide fondamenta e vaste aggregazioni, fa solo il gioco della maggioranza. Se in casa PD le acque sono agitate e i malumori sono evidenti, potrebbe essere giunto il momento di voltare pagina, ma vanno create le condizioni affinché i cittadini si riconoscano in un progetto di governo e in persone credibili che lo rappresentano.
Pur ritenendo che siano cambiate le condizioni in questi ultimi anni, il percorso non può che essere quello seguito per le ultime comunali. Questo prescinde dagli avvisi di garanzia.
Sono molto critico rispetto al sindaco Valentini che, a mio avviso, non è politicamente adeguato alla gestione di un Comune “complesso” come quello di Siena. Non gli vanno dati alibi e la richiesta di dimissioni, fra l’altro, tocca anche questo aspetto. Ritenendo Valentini consapevole della sua debolezza e del fatto che ormai anche per il PD, fuori dai proclami ufficiali, la sua figura è pesante, aspetto di vedere implodere la maggioranza per motivi politici e gestionali e non per gli avvisi di garanzia.
Lasciamo a Valentini l’onere di decidere se e quando interrompere il suo mandato. Sa che la palude che lo circonda si sta trasformando ogni giorno di più in sabbie mobili.
Pietro Staderini