di Red
SIENA. Pier Luigi Boschi, secondo la descrizione che ne fa il quotidiano Libero, “è da decenni una sorta di “latifondista” dell’aretino, con incarichi negli anni in decine di consigli di amministrazione della zona tra aziende agricole, associazioni, cooperative. Fino alla banca. Sessantasette anni, da sempre democristiano (tanto che quando nasce la Margherita all’inizio non aderisce e resta nel Ccd per poi approdare tra i Democratici solo con Quarta fase)”. Un contadino alla Zonin ci pare di capire (è proprietario di una tenuta chiamata Il Palagio) prestato alla banca con pessimi risultati, vista la fine che ha fatto Banca Etruria. Toccherà alla magistratura (speriamo) stabilire per via processuale se ci sia stato dolo oppure siamo davanti a un altro caso di “fare il banchiere non è il mio mestiere”. Le analogie con vicende di storia senese finiscono qui: nessuno si è sognato, in questi mesi, di addossare la colpa della sua scalata all’empireo degli istituti di credito – senza averne i titoli – agli aretini. Invece la pubblicistica finanziata dal partito unico attribuisce le responsabilità su MPS ai cittadini senesi, anche adesso, dopo tre anni e otto mesi dalla fine della presidenza Mussari. Come cambiano le opinioni…
Questo signor Boschi ha aperto la strada, ovviamente, alla carriera politica della figlia, ed entrambi sono approdati al Partito Democratico, il posto migliore in Toscana per salvaguardare i propri interessi, visto che con la fine delle ideologie sono rimasti solo quelli. Voler affermare che non ci sia conflitto di interessi, solo perchè Maria Elena non era fisicamente presente ai CdA di Banca Etruria, equivale a chiedersi se per caso Alessandro Magno non fosse stato il figlio di Filippo II di Macedonia avrebbe mai realizzato l’impero più grande dell’antichità prima di Roma. Certamente NO. Il presidente del Consiglio Renzi si è preso il merito del licenziamento “Siamo stati noi a mandare a casa cda con Pier Luigi Boschi.” Un Renzi dall’ovvietà smaccata visto che altro non c’era da fare: a continuare a tenere i soliti sul ponte di comando, vedi il caso Mancini in Fondazione MPS, si è dimostrato inaccettabile per l’opinione pubblica anche se proficuo per nascondere i fatti e far correre le prescrizioni già prima di dare ai magistrati la stura di intervenire.
Quello che non riesce a comprendere l’animo di chi ogni tanto usa la logica è il motivo per cui il sistema bancario debba provvedere di tasca sua – visto che l’Europa per una volta aiuta gli italiani pretendendo che non siano le tasse pagate dai contribuenti a riscarcire le malefatte – a rimborsare gli obbligazionisti truffati senza essere stato responsabile della truffa. E perchè si debba fare una commissione d’inchiesta parlamentare sul malgoverno di Etruria e di altri tre banche, Chieti, Marche, Ferrara. E’ noto che le commissioni parlamentari, in tanti decenni di Repubblica, non siano mai giunte ad alcuna conclusione pratica nè che abbiano potere giudiziario per condannare i rei. Forse perchè il sistema bancario, attraverso il Direttorio di Banca d’Italia, è responsabile ma non si deve dire. Nè che ci sia qualcuno personalmente responsabile di cattiva vigilanza, di occultamento di notizie compromettenti, di approvazione di prospetti informativi fasulli perchè non rappresentavano la reale situazione dell’istituto di credito che emetteva le obbligazioni. Burocrati prima piegati alla vessazione politica, adesso protetti perchè non rivelino la scala di comando, la cupola del potere finanziario in Italia. Che la mano destra che tende l’obolo ai risparmiatori imbrogliati non sappia il malloppo che la mano sinistra nasconde dietro le spalle?