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SIENA. Senza entrare nelle enormi contraddizioni della politica e avendo vissuto di recente la bagarre per il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019, mi sento profondamente a disagio nel commentare la proposta del nostro amato Governo: elargire a titolo gratuito ed “una tantum” ben 500 euro a chi nel 2016 finirà 18 anni. Partiamo dall’unica cosa giusta che su questo argomento ha espresso Matteo Renzi e cioè che tutto quello che spendiamo e spenderemo per la sicurezza deve andare pari passo con gli investimenti sulla cultura. Fino a qui non ci piove. E’ dimostrato infatti che il terrorismo ed il fanatismo, (islamico e non solo) trovano un humus perfetto dove c’è degrado, emarginazione e soprattutto ignoranza. Pensate ad esempio che, nei paesi dove regna il fondamentalismo, le donne sono escluse dalla formazione scolastica.
Fino ad oggi i Governi si sono occupati pochissimo di cultura e, quando ci hanno messo le mani hanno fatto più danno della grandine. Si sono limitati per esempio a sponsorizzare il mondo del teatro, del cinema, della musica, con elargizioni date seguendo il famoso concetto dell’appartenenza o della vicinanza politica (vedi varie rassegne, mostre del Cinema, spettacoli…), dimenticandosi a volte di quegli Enti con una storia prestigiosa internazionalmente riconosciuta (l’Accademia Chigiana per fare un esempio a noi molto vicino). Spesso sono state iniziative private o di alcuni mecenati a salvare istituzioni in crisi o monumenti patrimonio dell’umanità.
Adesso si riscopre finalmente l’enorme importanza della cultura, ma per un paese in crisi come l’Italia sarà molto difficile reperire cospicui finanziamenti e fare investimenti. Ora io non so in quale salvadanaio Renzi abbia trovato tutti questi milioni di euro, (per i pensionati con la minima non si trovano mai), ma certo è sbagliato darli (buttarli dico io) in questo modo.
Chi compie 18 anni avrà 500 euro da spendere in libri, cinema e musei! E quelli di sedici e diciassette? E quelli di diciannove e venti? Non ce lo nascondiamo, ma questa è un’operazione puramente elettorale tesa a strizzare l’occhio alla generazione che, guarda caso, da quel compleanno in poi potrà votare! Ma tra i diciottenni potrebbe anche esserci il figlio di un miliardario o di un Ministro, o di un Amministratore Delegato di qualche mega azienda. Andiamo a controllargli l’ISEE?
Io credo davvero che la cultura sia un mezzo potentissimo per migliorare il mondo, ma allora cerchiamo di concentrare le risorse là dove i giovani vengono istruiti e cioè la scuola. I giornali parlano poco volentieri delle scuole italiane, se non per il “crocifisso sì, crocifisso no”, o magari “presepe sì, presepe no”…
500 euro ai diciottenni! Ma lo sa Renzi che noi genitori facciamo le collette per comprare la carta igienica e le risme di fogli A4 per le fotocopie delle Elementari e delle Medie? E che ci fanno pagare (lo chiamano contributo ma è di fatto obbligatorio) il libretto delle giustificazioni? Lo sa Renzi quanto spende un genitore per i libri? E l’Università che anche a Siena costa dai 1.800 euro ai 2.400 euro l’anno? Ecco dove vanno spesi questi soldi, senza tralasciare la pulizia, il decoro, le barriere architettoniche e la messa in sicurezza delle strutture.
Infine vorrei completare il mio ragionamento sulla cultura dell’accoglienza. Io credo in tutta sincerità che la scuola pubblica sia uno dei luoghi deputati all’integrazione di culture diverse. Se investiamo denari sarebbe opportuno farlo lì. Dobbiamo però creare le condizioni affinché ci siano in questa “palestra di civiltà” i mezzi idonei per formare gli italiani del futuro. Se c’è una costante che caratterizza quei poveri deficienti che si fanno saltare in aria nel nome di un Dio, questa è la loro ignoranza e la loro emarginazione.
Dunque lo Stato Italiano deve intervenire sulla scuola per combattere fenomeni nostrani come il “bullismo”, il consumo di droga e alcool (in forte aumento tra i minorenni), ma anche il “razzismo” e la fobia del “diverso”. Non si è vigilato sul degrado delle periferie, né sulla scolarizzazione di molti stranieri. Sappiamo che molti immigrati provenienti dal mondo islamico non sono scolarizzati o lo sono poco, non conoscono la lingua ed hanno poca cultura. E’ qui che bisogna forzare la mano, ma non lo si è mai voluto fare per paura di offendere la loro sensibilità e il loro credo.
A chi viene nel nostro paese noi non chiediamo di cambiare religione, noi non neghiamo la possibilità di pregare chi vogliono, mangiare o non mangiare quello che decidono, ma devono sapere che la scuola è obbligatoria fino a sedici anni per bambini e per bambine. Che le materie (escluso religione) che si insegnano sono obbligatorie, compresa la ginnastica e la musica, per maschi e per femmine.
Le persone che vengono in Italia dovrebbero frequentare obbligatoriamente corsi di lingua italiana. Se intendono vivere qui, devono essere sottoposti alle nostre leggi e non infrangerle. In Italia è vietata l’infibulazione, non si possono pagare bambine per sposarle, non si può vietare alle donne di uscire, esiste il divorzio, c’è la scuola dell’obbligo ecc… Questo è il mondo che li sta accogliendo ed al quale devono adattarsi compiendo loro per primi uno sforzo. Se poi questa fatica la giudicano eccessiva, possono sempre scegliersi un paese che abbia usanze meno diverse dalle loro.
La scuola è anche quel luogo dove i ragazzi imparano a convivere, diventano amici e crescono insieme. E’ da lì che nascerà una generazione migliore ed è lì che spenderei tutti gli euro che Renzi vorrebbe regalare ai diciottenni.
Augusto Codogno