Aurigi ironizza: "Ho visto cose che voi umani non potete immaginare…"
di Mauro Aurigi
SIENA. Sfida all’O.K. Corral, duello all’ultimo sangue il 10 c.m. in Consiglio comunale per una proposta dell’Amministrazione frutto di una situazione pregressa, molto pregressa, sulla cui estrema gravità lascio giudicare a voi.
Un quarto di secolo fa, nel 1990, Comune e Provincia di Siena insieme all’Associazione jazzistica senese, presero la solenne e epocale decisione di fondare l’Associazione Siena Jazz con sede legale addirittura presso il Comune, allo scopo della promozione artistica e professionale di questo tipo di musica. E qui la prima complicazione, dato che poco si capisce della ratio di un simile accordo. Sembra infatti che neanche là dove un paio di secoli fa nacque il Jazz vero e da dove diventò virale ‒ in Alabama o a New Orleans per esempio ‒ mai le istituzioni pubbliche abbiano stretto accordi del genere con privati (anzi). Ma i neri del Deep South ebbero successo lo stesso. Al contrario dei pallidi jazzisti delle nostre latitudini, come centinaia di altri organismi privati, che hanno sempre bisogno di intimi e più o meno osceni rapporti con le istituzioni, soprattutto con quelle contigue a provvide mammelle (vedi il Monte e la Fondazione di una volta). Ma a ben pensare l’interesse era reciproco, perché si trattava comunque della devastante e costosissima filosofia del panem et circenses che, Piccini regnante, nasceva e stava per diventare adulta fino a fare impallidire quella dei suoi inventori, gli imperatori romani.
Ma questo è solo l’incipit della questione, perché 15 anni dopo, ossia un decennio fa, Comune e Provincia insieme all’Associazione Jazz Senese hanno un’altra e più oscena pensata: costituiscono la Fondazione Siena Jazz.
Purtroppo il Prefetto, percepita con tempismo impressionante la pericolosità sociale di un simile organismo ‒ si comincia col jazz ma poi non si sa dove si va a finire ‒ impugnò subito l’atto, ordinando che prima, a norma di legge (?), si sciogliesse e liquidasse l’Associazione Jazz Senese. Solo dopo la Fondazione avrebbe potuto diventare operativa. Risultò tuttavia insoluto il mistero per cui solo un componente del terzetto, ossia l’Associazione Jazz, dovesse sciogliersi prima della costituzione della Fondazione e non anche gli altri due, il Comune e la Provincia: i documenti giunti sino a noi tacciono in proposito. E poco ci dicono di cosa sia successo da allora ad oggi. Per certo si sa solo che l’Associazione, per non perdere alcuni vantaggi, fece ricorso contro il Prefetto al TAR. Il quale ha già dedicato ad un problema di così devastante portata qualcosa come 10 anni di riflessioni, ma senza riuscire a trovare il bandolo della matassa.
E’ quindi comprensibile come il Ministero dell’interno, preoccupato per la pericolosità della situazione (da scongiurare assolutamente possibili disastrose ripercussioni a livello internazionale), abbia a sua volta coinvolto il Consiglio di Stato che, dopo lunghe ponderazioni, un anno fa ha emesso il sudato verdetto: ha ragione il Prefetto.
L’Amministrazione comunale, prevedendo che in uno dei prossimi anni il TAR si adeguerà al verdetto del Consiglio di Stato, ha intanto proposto al Consiglio comunale di assumere una delibera che annulli quella del 2005 e che quindi annulli anche la Fondazione Siena Jazz che tornerà così ad essere finalmente la gloriosa Associazione che è sempre stata.
Il Consiglio ha approvato (tutta la maggioranza e parte della minoranza), glissando sulla proposta dell’Alieno, peraltro presentata fuori tempo massimo, di incaricare il sindaco anche di scrivere a:
- Prefetto
- Ministero dell’interno
- Consiglio di Stato
- TAR
una lettera di questo stringatissimo tenore: “In questi ultimi 10 anni non avevate cose più importanti di cui occuparvi?”