Dentro il restauro. Alla scoperta dell’opera d’arte
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/2015/12/11.-Polittico-della-chiesa-di-San-Pietro-in-Castelvecchio1-590x364.jpg)
di Giulia Tacchetti
SIENA. “Siena nel passato si è distinta per una serie di mostre di contenuto specifico: Beccafumi, Duccio (2003), il Rinascimento (2010). Ora bisogna riprendere questo filone dopo una lunga pausa, pensando alla realizzazioni di grandi mostre”. Con queste parole Max Seidel, già professore di Storia dell’Arte Medievale alle università di Gottinga ed Heidelberg e direttore emerito del Kusthinstoriches Institut a Firenze, si esprime durante la presentazione dell’evento il 4 dicembre al S. Maria della Scala. Vorremmo poter dire “era l’ora…”. Stiamo uscendo dal letargo? L’assessore alla cultura Vedovelli afferma che ricostruire un bene primario significa tutelare e conservare per trasmettere ai nostri figli. Ma il restauro delle opere di uno dei più grandi pittori senesi ha anche un valore simbolico: si esce dalla crisi testimoniando che si ricostruisce proprio attraverso il restauro delle nostre radici (veramente stiamo uscendo dalla crisi?).
Solo Siena poteva assumersi un compito così importante, perché in essa si conserva il 70% delle opere oggi conosciute di Ambrogio Lorenzetti. Questa mostra “Dentro il restauro. Alla scoperta dell’opera d’arte” precede la grande mostra, prevista per il 2017, che ha l’ambizione di far convergere a Siena alcune opere, di cui per ora si mantiene il riserbo, prodotte per i cittadini e per le chiese della città. Saranno coinvolti musei come il Louvre, la National Gallery ed altri importanti. A lungo Ambrogio Lorenzetti si è identificato con “Il Buon Governo”. Bellissime tavole come quelle conservate nella chiesa di S. Francesco sono poco visitate e così la Madonna col Bambino nella chiesa di S.Pietro in Castelvecchio. L’intenzione è di valorizzare tutta l’opera di Ambrogio Lorenzetti, in modo da consegnare tra due anni un’immagine più chiara ed articolata dell’ artista. Per questo uno sforzo speciale è stato richiesto al Comune di Siena, alle Università della città, alla Soprintendenza Belle Arti, all’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa e Montalcino e Museo dell’Opera Metropolitana, con la collaborazione del Kunsthistoriches Institut di Firenze ed dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Il restauro è anche uno strumento di conoscenza, di entrare nel cuore dell’opera del grande maestro, per questo è stato ideato un cantiere ”aperto” permanente, accessibile a tutti, nei locali del S. Maria della Scala, in modo da vivere in diretta la rinascita di un gruppo di opere: gli affreschi della cappella di S. Galgano a Montesiepi ( restauratori Giuseppe e Massimo Gavazzi) e il polittico della chiesa di S. Pietro in Castevecchio, affidato alla nota professionalità della Pinzauti, che in un breve incontro ci ha comunicato una prima difficoltà, quella di ricomporre in maniera corretta le parti pervenute del polittico, così da riunirlo con l’originaria cimasa raffigurante il Redentore benedicente, conservato nel Museo Diocesano di Siena. Il “restauro aperto” assume anche un valore didattico soprattutto per le scuole che possono avvicinare così da vicino Ambrogio Lorenzetti. Nel 2016 i restauri proseguiranno nella chiesa di S. Francesco e in quella di S.Agostino.
Curatori della mostra: Alessandro Bagnoli, direttore storico dell’arte della Soprintendenza Belle arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo; Roberto Bartalini, professore di Storia dell’Arte Medievale all’università di Siena ed il già menzionato Max Seidel.
Per biglietti e prenotazioni con visite guidate con il restauratore: call center 0577 286300 dal lun. al ven. dalle ore 9,00 alle ore 17,00