L'Italia sotto accusa, ma dalle nostre parti, come va?
di lexdc
SIENA. PM 10 o peggio ancora PM 2,5 le famigerate polveri sottili. Ci ha impressionato lo sconcerto dei governanti italiani, ministro Lorenzin in testa, di fronte ai numeri dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea): la Penisola nel 2012 ha registrato 84.400 decessi da inqui9namento, su un totale di 491mila a livello Ue. E l’area leader, in Italia, risulta essere la Pianura Padana. Per verificare i danni che queste particelle possono arrecare ci vogliono 40 anni circa. Normale che le aree più e da più tempo industrializzate al NordItalia lo scoprano prima. Fra venti anni arriverà la certificazione anche per la Terra dei Fuochi in Campania o anche prima: lì i rifiuti li hanno bruciati senza passare per l’inceneritore, in cui si aggiunge per tonnellata di rifiuti un mix di acqua e gesso di 700 chilogrammi. Con reazioni chimiche immaginabili e non.
E noi? Almeno in questo siamo rimasti un’isola felice? Lo scorso 10 ottobre Ilaria Ciuti, sulle pagine della Repubblica, edizione Firenze, scopre con stupore – pari a quello della Lorenzin?, ci chiediamo – che l’ultima ordinanza di blocco del traffico del Comune risale al 20 dicembre 2013. E giustamente si chiede: perché? Politiche per la riduzione dell’inquinamento non sono state predisposte, eppure c’è una relazione, sottoscritta da Arpat, che spiega come la qualità dell’aria sia migliorata. Un colpo di bacchetta magica? Quasi. Secondo l’assessore all’ambiente Alessia Bettini sarebbero la tramvia e le condizioni climatiche favorevoli ad aver fatto precipitare nei rilevamenti delle centraline dell’aria la quantità di polveri sottili sotto i limiti di legge. Quale legge? La Regione Toscana, con la scusa di adeguamenti legislativi che l’Europa ci chiede, ha cambiato le regole con la legge del 2011, provvedendo alla chiusura delle centraline più “cattive” riposizionandole dentro parchi pubblici (Boboli e l’Istituto ciechi di via Bassi a Firenze, come nota la Ciuti). Nel frattempo che si provvedeva materialmente allo spostamento delle attrezzature – ci vuole tempo anche per quello – le centraline spesso si guastavano e, nei periodi più difficili dal punto di vista dell’inquinamento, potevano anche smettere di funzionare.
Ma a Siena, si sa, siamo più bravi. Già nel 2011 vi avevamo raccontato (leggi) della chiusura a Poggibonsi della “cattiva” centralina di Largo Campidoglio, quella che segnalava inquinamento a raffica, che la giunta Coccheri ignorava bellamente – tanto i risultati con i malati di tumore si conosceranno tra non meno di 30 anni. Adesso, nei giardini pubblici di via De Amicis, non potrà più infastidire nessuno: via Pisana è diventata strada cittadina di scarsa consistenza di traffico e l’ospedale non esiste più. Pensiamo che tanti a Poggibonsi non sappiano dov’è via De Amicis e a suo tempo andammo a fotografarla dopo aver consultato lo stradario, visto che non trovavamo chi ce lo sapesse dire.
Bravi anche nel capoluogo: la centralina dei Due Ponti, strategicamente posizionata a monitorare i bus dell’allora Tra-In, è stata cancellata insieme con tutti i dati pessimi sulla qualità dell’aria che registrava. Delle giunte che hanno ignorato cosa ne venisse fuori è inutile parlarne, ignoravano di tutto dal Monte all’Università, figuriamoci qualcosa che non si vede. Ci dispiace solo che il vento trasporti questi particolati verso il Ruffolo, proprio a ridosso degli uffici dell’Arpat di Siena. Ma, tanto, non si vedono e per le conseguenze ci vorranno anni ancora da venire: non sapendo viviamo tranquilli, no? Meglio spostarsi allora in viale Bracci, strada non frequentata da camion, senza siti produttivi, con poca popolazione e quindi poche caldaie: la centralina adesso è lì, ed è molto più rassicurante per un sindaco distratto. Negli ultimi sei mesi è andata vicino ai limite di legge una sola volta, a settembre.
Ma è come aver messo il rilevatore di incendi dentro il frigorifero.