SIENA. Nella mattinata di oggi (28 novembre), gli studenti e le studentesse del Liceo Piccolomini di Siena (Scienze Umane e Classico) hanno voluto mandare un messaggio di pace contro il terrorismo e contro ogni strumentalizzazione delle stragi, prendendo la parola all’interno della propria scuola attraverso un’azione simbolica. Abbiamo così realizzato uno striscione con la scritta “Piccolomini Contro la Guerra – #Porteouverte” e le bandiere di vari stati colpiti dalla morsa del terrorismo, che è stato esposto al centro di un grande simbolo della pace umano nel cortile interno dell’Istituto. Sullo striscione non è stata rappresentata solo la bandiera francese, perché riteniamo un errore focalizzare l’attenzione solo sugli attentati parigini, significa affermare che una vita europea vale più di una vita africana ed il nostro messaggio vuole proprio discostarsi da questa solidarietà falsa e di circostanza.
Dopo gli attentati terroristici di Parigi, abbiamo assistito ad una strumentalizzazione dei fatti a nostro parere vergognosa. Da parte di partiti che fanno della fomentazione dell’odio e della guerra fra poveri pane quotidiano delle loro politiche sono arrivate becere proposte di interventi “a tappeto”, di chiusura delle frontiere e di espulsione dei migranti dai confini nostrani. Ci risulta evidente come certe considerazioni siano quanto mai fuori da ogni logica politica seria, nonché umana. Crediamo infatti che sia giunto il momento di dire basta al solito teatrino in cui a pagare il prezzo delle stragi e dei bombardamenti sono sempre le fasce deboli delle popolazioni. Crediamo che chi bombarda civili sia da condannare in egual modo agli assassini dell’ISIS. Crediamo che le ragioni vere dell’interesse occidentale per Siria, Libia, Iraq, Afghanistan ecc. siano di matrice economica e che non vi sia che la volontà di controllare a livello geopolitico il terrorismo. Questo perché finché la guerra si combatte dove non ce ne accorgiamo, dove le persone muoiono ogni giorno ma a migliaia di chilometri di distanza da noi, non ha importanza. Proprio in quest’ottica siamo convinti che favorire l’integrazione sia una priorità per dare una vita dignitosa a chi da queste situazioni disastrose è costretto a scappare, scegliendo fra un futuro incerto e ai margini della società (se dovesse riuscire ad arrivare sulle nostre coste vivo) e una morte fra due fuochi: da una parte il terrorismo, dall’altra gli interventi aerei dell’occidente civilizzato.
Questa breve azione simbolica nella nostra scuola è per esprimere la nostra netta contrapposizione a chi auspica una politica interventista, perché siamo fermamente convinti che il terrorismo si possa battere senza versare ancora il sangue delle popolazioni. Serve che l’occidente faccia una reale autocritica per aver, attraverso i disastri procurati ai paesi culla del terrorismo, formato la base della nascita dell’Isis piuttosto che di altre organizzazioni terroristiche. Serve smettere di giustificare i massacri repressivi di Erdogan ed isolare quei governi che appoggiano più o meno velatamente i terroristi. Serve appoggiare invece tutti quei contesti di lotta democratica contro il terrorismo, a partire da quello Curdo. Serve condannare con forza ogni strumentalizzazione ed ogni speculazione sulle stragi che in seguito ai fatti di Parigi hanno avuto adito, portando a conclusioni di stampo razzista. E’ proprio al fine di tutelare la democrazia che crediamo che questi tipi di speculazione, basati sull’odio, non debbano avere spazio di agibilità politica.
Questa azione è un modo per dire che ci rifiutiamo di emarginare i nostri compagni di scuola e le loro famiglie che fuggono da paesi martoriati, ci rifiutiamo di accettare la violenza come risposta alla violenza. E’ un modo per dire che nessuna guerra verrà mai fatta in nostro nome. Questa azione è l’inizio di un percorso che ci auspichiamo di riuscire ad intraprendere all’interno della scuola, per essere presidio di democrazia e libertà vera contro terrorismo e odio razziale.
Collettivo Studentesco Antonio De Dominicis