Tarquini: "Lunga la strada per eliminare una discriminazione di genere radicata a livello culturale"
SIENA. In Toscana, nel 2014, è stata uccisa una donna al mese. Sono state 65 dal 2006 al 2013. Un netto aumento come risulta dal rapporto sulla violenza di genere presentato ieri dal vicepresidente della Regione Toscana. Viene definito femminicidio ed è presente trasversalmente sia per l’età delle vittime sia per classe sociale e livello culturale. Dati impressionanti, emersi anche a livello provinciale durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina a Palazzo Berlinghieri in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, quando è stata ufficializzata l’apertura della casa rifugio per donne maltrattate.
Come ha, infatti, aperto l’assessore alle pari opportunità Tiziana Tarquini: “nonostante questo appuntamento, a riconoscimento di una grande e grave problematica che interessa tutto il mondo, sia stato stabilito nel 1999 dall’ONU, è ancora lunga la strada da percorrere per vincere questa difficile battaglia, perché siamo di fronte ad uno sbilanciamento fra i generi, radicato profondamente a livello culturale. Per questo – ha proseguito – la necessità di percorsi e impegni che, seppur supportati dalle normative, necessitano di un coinvolgimento capillare della popolazione, ad iniziare dai giovani, così da eliminare gli stereotipi di genere, perché è proprio all’interno delle famiglie che si registra la maggior parte dei casi di violenza. Oggi, con la messa a disposizione di questo appartamento di proprietà comunale, che potrà accogliere anche i figli minori (max otto persone), connotiamo con una marca significativa la giornata del 25 novembre, mentre lo scorso anno un’altra importante tessera si era aggiunta al nostro impegno con la dotazione di una sede al Centro Donna chiama Donna”.
Per il sindaco Bruno Valentini: “Una promessa mantenuta perché è nostra volontà contribuire ad una società dove alle donne non vengono riconosciuti gli stessi diritti e le stesse opportunità di vita. Il nostro è stato un importante investimento economico, ma soprattutto morale e politico. Questo 25 novembre per Siena, e il suo territorio, è veramente una bella giornata”.
Informazione, formazione e consapevolezza. Questi gli obiettivi che solo attraverso forti sinergie è possibile raggiungere. “E proprio dalle donne è arrivato il primo input – come ha evidenziato l’assessore al sociale Anna Ferretti -. Da loro la ferma richiesta per una struttura da adibire a rifugio; da parte nostra una risposta concreta in ambito sociale, così come molte altre già date, forse più di quando il Comune non doveva destreggiarsi all’interno di ristrettezze economiche come quelle che sta vivendo attualmente>>. <<L’augurio è che tutto questo stimoli le donne a denunciare le violenze che subiscono, perché salvando loro salvano anche i figli, troppo spesso costretti ad assistervi con pensanti ripercussioni dal punto di vista psicologico”.
L’appartamento, a disposizione delle ospiti per 6 mesi oltre ad un rifugio dovrà rappresentare anche un adeguato intervallo di tempo per permettere alle donne di iniziare a intraprendere quel difficile percorso di rinserimento sociale che, come ha detto l’assessore Tarquini “dovrà essere supportato da una vera e propria azione di rete, in grado di annullare una cultura storicamente connotata”.
E sull’importanza di fare rete è tornata Silvia Brunori dell’amministrazione provinciale informando sul lavoro svolto che ha portato <<al coinvolgimento di tuttI i Comuni del nostro territorio ai quali aggiungere anche realtà non istituzionali, ma da tempo impegnate in questo settore; a percorsi formativi rivolti ad assistenti sociali, avvocati e psicologi, figure determinanti per il supporto delle donne oggetto di violenza; e con i CAV (Centri antiviolenza presenti a Siena, Montepulciano e Piancastagnaio) garantire, gratuitamente, assistenza legale e psicologica. Saranno proprio i CAV riuniti nell’associazione Aurore a gestire la struttura senese>>.
“Una gestione vista come un traguardo – per usare le parole della presidente Rossana Salluce – dopo l’impegno profuso, a più livelli, per giungere alla concretizzazione di questa casa rifugio. Adesso l’auspicio è di continuare su questa strada”.
Costo dell’operazione oltre 25mila euro, giunti dalla Regione, tramite il Dipartimento per le Pari opportunità e trasferite alla Provincia. Una parte dei quali sono stati destinati alla formazione del personale che opererà nella struttura, una parte per l’affitto della locazione, una parte da destinare al punto di accoglienza emergenze H72, il primo luogo dove le donne potranno recarsi prima di accedere alla struttura adibita a rifugio.