Donati: "Si punti sullo sviluppo misto tra polo universitario e polo industriale e servizi"
MILANO. Riceviamo e pubblichiamo il contributo sul futuro dell’Expo di Franco Donati. presidente di Rete Mia, Missione Impresa Attiva.
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L’area dovrebbe avere uno sviluppo misto tra polo universitario e polo industriale e dei servizi. Concentrata solo sulla parte universitaria rappresenterebbe un aumento di spese con ipotetici ritorni sul lungo termine. Ci sono esperienze precedenti a questa che hanno avuto grande successo, cui possiamo ispirarci per un futuro dell’area Expo. Sono Sophia Antipolis ( http://www.sophia-antipolis.org/ ) e Silicon Valley ( http://www.siliconvalleyhistorical.org/silicon-valley-series film?gclid=CjwKEAiApYGyBRCg_jIstuduV8SJABCEzhZNLPaMgG9Cpfwlde5qruuJdzAEEZwmnpOYLr6iQn_EBoCqDXw_wcB ). In entrambi i casi il successo è stato determinato dall’intervento di player economici mondiali. Per il futuro dell’area EXPO occorre costruire un’ambiente in cui l’industria innovativa, il crowfunding e le start up, il mondo accademico ed esperti provenienti da tutto il mondo, si possano trovare e incontrare per scambiare informazioni, condividere azioni e innovare. Occorre creare, oltre a spazi per industria e università anche centri di infrastrutture con servizi per la salute, l’educazione, la cultura, e lo sport.
ESEMPIO DI SUCCESSO: SOPHIA ANTIPOLIS
Il parco è situato vicino a Cannes, nelle città di Antibes e minori, nel cuore di un’area di 1 milione di m2. Parco europea della scienza, Sophia Antipolis, avviato nel 1969 dal senatore Pierre Laffitte, è nato attorno ad una idea forte: la “fertilizzazione incrociata” tra i ricercatori, insegnanti e industriali. È diventata un punto di riferimento mondiale in termini di innovazione. Oggi sono insediate 1400 imprese che impiegano 34 000 persone di 63 diverse nazionalità cui si affiancano 4500 ricercatori e 5500 studenti. È posta su un’area di 2.400 ettari, situato tra mare e montagna. Due terzi dei 2.400 ettari della tecnologia sono dedicati a spazi verdi e jogging, passeggiate, tennis e golf. Ogni anno vengono creati 800 nuovi posti di lavoro nei media e nella tecnologia e attività di R & S ad alto contenuto tecnologico. Il settore Information Technology rappresenta il 20% delle imprese e il 42% dei posti di lavoro, ed è il core business delle attività.Altri settori interessanti: sanità, la chimica, le scienze della vita e dell’ambiente.
COME HA POTUTO SVILUPPARSI
Iniziò molto lentamente puntando su università, nuove attività e nuove imprese. Per molti anni restò una grande idea con scarsi risultati pratici. Il salto di qualità e quantità si verificò quando venne sollecitata la presenza di grandi imprese che funzionarono da traino o PALO DELLA GIOSTRA di tutto lo sviluppo. Oggi 1.400 imprese occupano mediamente 25 persone con l’eccezione di alcune grandi quali: IBM, Amadeus, Cisco Systems, Dassault Systems, arancio, Hewlett Packard, Nvidia, Intel, Symantec, Air France, American Express, Toyota, Samsung, Huawei.
Come si può vedere abbiamo di fronte due esperienze internazionali di garnde successo. Oggi il dibattito sul futuro dell’area Expo si sta sviluppando e si vedono le prime proposte da attuare. I punti proposti sono una riflessione per aiutare a svillappre strategie complessive di utilizzo dell’area e delle sue modalità di sviluppo. Per essere pratici sono stati contattati alcuni grandi player. Risultato? Sarebbero molto attratti da un futuro quale quello indicato.
Franco Donati