La Regione Toscana ha autorizzato l'uso di esplosivi nel pozzo Bagnore 20 bis
di Fabrizio Pinzuti
FIRENZE. Con provvedimento n. 4483 del 12.10.2015 a firma del dirigente responsabile della Direzione Ambiente ed Energia, settore Miniere, Luigi Paldino, la Regione Toscana ha accolto la richiesta dell’Enel Green Power di autorizzazione alla perforazione del “casing” (tubo) con l’ausilio di cariche esplosive nel pozzo “Bagnore 20 bis”, nel comune di Santa Fiora, posto a quota 745 m. s.l.m, con una profondità verticale di m. 2864, realizzato nel 1979 e facente parte della concessione di coltivazione di risorse geotermiche denominata “Bagnore”. La richiesta rientrava in un programma di ripristino con l’obbiettivo, attraverso il recupero delle zone assorbenti del pozzo con la perforazione del casing 9 ⅝, di utilizzare lo stesso come riserva di reiniezione a freddo.
La notizia dell’autorizzazione ha destato stupore e preoccupazione perché si è paventato il ricorso alla esecrata (da più parti, anche nella comunità scientifica) tecnica del “fracking”, di cui si conoscono le nefaste conseguenze; la Commissione ICHESE, costituita per accertare le cause del devastante sisma dell’Emilia nel 2013, ha ritenuto possibile una relazione tra la tecnica e il movimento tellurico.
Ora Riccardo Clementi, responsabile Enel GP delle Relazioni con i Media Territoriali Toscana e Umbria – Comunicazione, fa presente: “In riferimento alla presunta attività di fracking con esplosivo attribuita ad Enel Green Power sul pozzo “Bagnore 20 Bis”, nei pressi delle centrali geotermiche in località Bagnore tra i Comuni di Santa Fiora e Arcidosso, Enel Green Power smentisce nella maniera più assoluta e precisa che l’attività, per la quale è stata concessa l’autorizzazione da parte delle autorità competenti, è un’operazione di manutenzione su un pozzo con una tecnica comunemente utilizzata in ambito minerario che prevede l’utilizzo di pochi grammi di esplosivo (micro cariche) all’interno del pozzo stesso con l’obiettivo di fessurare il casing (tubo) del pozzo in corrispondenza delle zone assorbenti naturali per verificarne la capacità di reiniezione. Tale attività non ha nulla a che fare con il cosiddetto “fracking” che consiste nella fratturazione indotta delle rocce profonde e che Enel Green Power non ha mai fatto e che non ha in previsione di fare in nessuno dei progetti geotermici in Italia e all’estero”.
Le microcariche di esplosivo, per le quali la Regione ha concesso l’autorizzazione, servono a rompere il tubo o sono utili per migliorare e ottimizzare la perforazione per un eventuale approfondimento del pozzo Bagnore 20. A Bagnore le centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4 sono alimentate dai pozzi di Bagnore 25 (tre perforazioni), Bagnore 22 (tre perforazioni) e dalla nuova Bagnore 26, un pozzo di produzione e reiniezione. Vi sono poi Bagnore 9 e Bagnore 20 solo di reiniezione.
Nella stessa seduta la giunta ha prorogato l’autorizzazione alla perforazione del pozzo PC 38 di Piancastagnaio, sul versante senese dell’Amiata, fino al 31 ottobre 2016. Per quel che riguarda Piancastagnaio, la proroga richiesta e concessa risponde a normali attività di manutenzione della centrale PC38. Qui sono stati scavati due nuovi pozzi previsti dal “progetto di riassetto di Piancastagnaio” che serviranno ad alimentare una nuova centrale che andrà a sostituire quella ormai chiusa di Bellavista. Un’operazione già prevista da tempo. A Piancastagnaio sono presenti le centrali PC 4, PC 5, PC 30 e numerosi piazzali con pozzi e perforazioni per permettere il funzionamento del complesso: PC 27, 25, 4, 5, 36, 26 e 38.
Nel dettaglio, la Regione visto il proprio decreto 3821 del 24 agosto 2012 con il quale è stata autorizzata la perforazione del pozzo PC 38 A nel comune di Piancastagnaio e i successivi decreti di proroga, accoglie l’istanza 14995 di Enel Green power datata 29 settembre 2015 con la quale è stata chiesta una ulteriore proroga della validità dell’autorizzazione per la perforazione del pozzo PC38.