"Ma la politica non può ai tecnici nelle valutazioni frutto di elevate specializzazioni e professionalità"
FIRENZE. “Non ho mai pensato di delegare ai tecnici le scelte che sono proprie della politica, ma non ho neanche mai neppure immaginato che la politica possa sostituirsi ai tecnici nel fare valutazioni che sono frutto di elevate specializzazioni e professionalità riconosciute. Voglio augurarmi che il virgolettato che leggo nei lanci di agenzia sia frutto di qualche svista, perché altrimenti dovrei concludere che a non essere sereno è proprio chi queste dichiarazioni le ha fatte”. L’assessore a trasporti e infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli, replica così alle dichiarazioni sull’ipotesi di localizzazione della stazione AV Medietruria del’ consigliere regionale Stefano Scaramelli.
“Per quanto mi riguarda – prosegue – il percorso da me seguito è assolutamente lineare e trasparente: inserimento nel Priim della previsione di una possibile stazione sulla linea Av, accordo con la Regione Umbria e costituzione del Tavolo tecnico. Come ho avuto modo di spiegare nell’incontro avuto martedì scorso con Comuni, Camere di Commercio e gestori del servizio, la relazione che ci ha consegnato il Tavolo ha analizzato 5 possibili soluzioni per la futura stazione Medietruria, individuando punti critici e punti di forza. Non sono interessato alle sintesi giornalistiche, ma è evidente che da questa analisi alcune soluzioni sono evidenziate come migliori rispetto ad altre e non poteva essere negato”.
“Quello che abbiamo concordato con i presenti – ricorda Ceccarelli – è che ora si apre la fase del confronto con il territorio per raccogliere contributi e osservazioni utili, senza problemi a dialogare con chiunque. Ricordo a Scaramelli che il Tavolo tecnico era composto da fior di professionisti di nomina toscana e umbra, comprese le università di Firenze e Siena, tutti di sicura professionalità, sui quali nessuno aveva manifestato il minimo dubbio, oltre ad alti dirigenti di Rfi. Mi pare di dubbio gusto contestarli ora, solo perché gli esiti del lavoro fatto non piacciono a qualcuno. Compito del tavolo non era scegliere la localizzazione, ma fornire gli elementi per andare avanti nel percorso progettuale. La violenza verbale delle dichiarazioni – conclude – non può cambiare i fatti, altrimenti vorrebbe dire che la politica può decidere di costruire un porto dove non c’è acqua, solo perché qualcuno – questa volta davvero per interessi localistici – ha pensato di decidere facendo ben più di una fuga in avanti”.