"Tutelare il territorio significa per noi non solo tutelare il paesaggio ma soprattutto le comunità che lo vivono e che ci lavorano"
SIENA. Prendendo l’occasione dalle notizie sul programma di riorganizzazione di Siena Casa S.p.A., che segue l’approvazione del bilancio 2014 con una perdita di esercizio tale da quasi azzerare il capitale sociale, il Presidente di ANCE Siena Andrea Tanzini interviene nuovamente sulla situazione del patrimonio edilizio della provincia.
«Come è possibile – si domanda Tanzini – che stante la domanda per alloggi (per giovani coppie, per famiglie numerose ecc.), in sintesi per housing sociale, non ci sia una sostanziale e fattiva collaborazione tra le istituzioni e l’imprenditoria locale per rispondere a tali esigenze? come è possibile pensare ad un futuro per Siena Casa S.p.a., quando la maggior parte delle poste negative che soffocano il bilancio sono si le morosità (di canoni mensili molto bassi rispetto al mercato) ma soprattutto, secondo noi, gli alti oneri di manutenzione degli immobili, di proprietà dei comuni, vetusti, energivori e sostanzialmente da ripensare? come è possibile oggi programmare una strategia sulla casa confidando per le nuove edificazioni nell’appalto a massimo ribasso come unica forma di “sostenibilità” per dare più ampie risposte abitative? se un immobile costa troppo poco vuol dire che vale poco, ma l’amministrazione pubblica può ancora permetterselo?».
Per rispondere a questi quesiti Tanzini suggerisce di mettere in atto partenariati locali tra progettisti (coinvolgendo gli ordini professionali provinciali in un concorso di idee su tipologie di modelli abitativi e di gestione) e imprese per la realizzazione di edifici da locare a canoni sostenibili, trovando magari forme premianti sul risultato di gestione, sulla durabilità del bene, sulla sua adeguatezza estetica, facendo diventare il territorio protagonista di una rinascita del settore.
Prosegue Tanzini: «Riteniamo che per essere credibili politicamente, quando si parla nei regolamenti urbanistici di volumi zero, occorre che le Amministrazioni comunali della nostra provincia (tutte azioniste di Siena Casa S.p.A.) prevedano uniformemente e contestualmente forme di reale incentivazione per piani di demolizioni e ricostruzione e piani di riqualificazione e riuso; per fare ciò occorre tracciare una nuova strada ed il primo modello deve essere esclusivamente ad appannaggio dell’edilizia pubblica con progetti di edifici il cui primo compito sia quello di essere sostenibili per il territorio e tali da generare, con la loro edificazione, una ricaduta positiva sotto il profilo economico, sociale e ambientale». «Noi su questa strada siamo disponibili a fare la nostra parte rivendicando come ANCE il ruolo della professionalità delle imprese e delle loro maestranze, troppo spesso cadute nel silenzio delle varie comunità, e della stessa amministrazione pubblica, o nel brusio di alcuni palazzi spingendo le superstiti a cercare nuovi orizzonti – spesso vere avventure anche a causa della cronica carenza dimensionale – fuori provincia, fuori regione, magari all’estero».
«E’ possibile – si domanda infine Tanzini – che il nostro modello d’impresa, basato principalmente sulla qualità, sull’intraprendenza e la passione dei singoli imprenditori, sia visto all’estero come una risorsa, come un seme fecondo da impiantare nell’arido “terreno delle competenze”, accolto con entusiasmo dalle locali istituzioni e invece, nella propria provincia di origine, non abbia nessuna chance di conservazione a causa delle ormai arcinote argomentazioni legate a burocrazia, interpretazione delle norme, “libera” concorrenza, Patto di stabilità, pareggio di bilancio ecc.?»
«Gli esempi di corretta amministrazione nella nostra Provincia non mancano – continua Tanzini – ma a nostro avviso non basta: occorre la “buona” amministrazione, quella capace di stimolare e governare i processi di cambiamento senza restare vittima di norme e vincoli, a volte francamente incomprensibili».
«Il settore edile – conclude Tanzini – lo sanno e lo dicono tutti, è il volano dell’economia in quanto rappresenta una filiera capillare e ben articolata di persone e cose indissolubilmente legata al territorio e quindi perché non tutelarlo? I professionisti, le aziende, gli artigiani possono considerarsi come un “bene da salvaguardare” con dignità pari a quella di un albero, di una strada bianca o di un masso?
Noi crediamo proprio di sì e siamo disponibili ad un confronto propositivo per la nostra provincia unitamente con le altre associazioni e tutti gli ordini professionali.
Tutelare il territorio significa per noi non solo tutelare il paesaggio ma soprattutto le comunità che lo vivono e che ci lavorano».