di Augusto Mattioli
SIENA. Chi ha problemi al cuore dovrà dire un grazie alla Fondazione Montepaschi, ricca mamma che mette spesso mano al portafoglio per realizzare progetti in vari settori. Con il suo contributo è stato potenziato e rinnovato, con un investimento da un milione di euro, un angiografo dell’unità operativa di emodinamica, diretta da Carlo Pierli, all’interno del dipartimento cuore, vasi e torace di cui è direttore Giuseppe Gotti. Ora il reparto di Emodinamica dispone di due sale per interventi. Una con un apparecchio radiologico del 2001 e ancora in grado di offrire un servizio all’altezza e una seconda che è stata potenziata con un apparecchio di particolare efficacia e avanzatissimo tecnologicamente. Inoltre sempre con il contributo della Fondazione è stato rinnovato anche il sistema di masterizzazione e archiviazione delle immagini radiografiche inviate dai due apparecchi.
Nel corso della presentazione del nuovo apparecchio il dottor Pierli ha parlato del progetto Siena Pr- Ima con la creazione di una rete provinciale, con la collaborazione fondamentale del servizio di soccorso d'emergenza, il 118, per la cura dell’infarto in maniera rapida. “La rete – ha detto Pierli – permette a chi è colpito da un problema acuto alle coronarie di arrivare direttamente nel reparto di emodinamica senza passare dal pronto soccorso” Un progetto operativo dopo una sperimentazione durata sedici mesi. “Nel caso di un infarto – ha aggiunto il medico – più tempo passa nell’intervenire e più difficoltà di ripresa ci sono. Per ogni 15 minuti di ritardo c’è un aumento di sei morti ogni mille pazienti trattati”.
Presente alla inaugurazione del nuovo angiografo anche Gabriello Mancini, attuale presidente della Fondazione Montepasch , tornato su un tema particolarmente delicato, con osservazioni che a qualcuno forse non piaceranno. “I soldi della Fondazione non devono essere utilizzati per finanziare le spese correnti. Il protocollo di intesa sulla sanità firmato a suo tempo puntava al raggiungimento dell’eccellenza, grazie a miglioramenti tecnologici. Questo è un obiettivo, peraltro, che riguarda tutti i campi nei quali interveniamo. Ad esempio, nelle scuole non dobbiamo essere noi a comprare banchi o sedie. Un compito che non ci spetta”.
Comunque, il direttore generale delle Scotte, Carlo Tomassini, ha elencato una serie di progetti che la fondazione potrebbe essere interessata a finanziarie: il nuovo pronto soccorso, la realizzazione dell’ultimo piano del nuovo blocco con i relativi investimenti tecnologici, sale operatorio, i settore dei trapianti, le neuroscienze.