Presenti anche tre parlamentari del Movimento
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di Augusto Mattioli
SIENA. La vicenda, anzi, le vicende di Banca Mps non devono cadere nel dimenticatoio. E’ quello che si è proposto il Movimento 5 Stelle di Siena, che questa sera (9 ottobre), in un’affollata sala di palazzo Patrizi, ha schierato tre suoi parlamentari per parlare della banca, non più senese. Carlo Sibilia della commissione esteri della Camera dei Deputati, che ha partecipato anche alle assemblee degli azionisti, Alfonso Bonafede della commissione giustizia della Camera e Daniele Pesco della commissione finanza della Camera, che di recente ha fatto un’interrogazione al governo sulla vicenda di David Rossi, precipitato da una finestra della banca il 6 marzo del 2013. Una vicenda sulla quale si sta ancora discutendo, peraltro archiviata come suicidio della magistratura senese.
I motivi di dibattito sulle questioni della banca non mancano, come hanno sottolineato i tre deputati sia parlando con i giornalisti (i Cinque stelle si sono sorpresi non poco per la loro presenza – ndr) . A partire dal modo con cui era stata acquisita dai senesi Banca Antonveneta. Operazione peraltro sulla quale ci furono pochissime voci contrarie. Ma secondo i Cinque stelle le responsabilità più grosse su Antonveneta non sono solo di Giuseppe Mussari o Antonio Vigni, rispettivamente presidente e direttore generale (definiti senza mezzi termini “ladri di polli”), ma di chi allora – era l’8 novembre del 2007 – ha autorizzato l’operazione per una somma di 9 miliardi (poi cresciuti a 17 circa), pur conoscendo la situazione sia di Banca Mps sia di Antonveneta. A partire da Banca d’Italia, il cui governatore all’epoca era Mario Draghi, attuale presidente della Bce.
“La questione Mps credo sia ancora più calda – ha detto Sibilia –perché lunedi (12 ottobre ) inizia a Milano il processo su Antoveneta. In questi anni la banca ha chiesto tantissimi soldi ai suoi azionisti. Tre aumenti di capitale per 14 miliardi cosa mai accaduta prima. Credo che questa vicenda non debba essere accantonata e che occorra tenere su di essa i riflettori accesi”.