Sinistra per Siena commenta i bilanci della società
SIENA. Il Consiglio Comunale, nel prendere atto del bilancio, tra le altre, della società Acquedotto del Fiora, ha dimostrato ancora una volta la completa indifferenza dell’amministrazione cittadina alla difesa degli interessi della comunità senese per un servizio essenziale come quello idrico.
Come ha sottolineato con efficacia il consigliere comunale di Sinistra per Siena, Ernesto Campanini, in quindici anni si è passati da tariffe che erano tra le più basse d’Italia, a tariffe che invece ora sono tra le più alte (562 euro annuia famiglia). Ora l’Acquedotto del Fiora può dire con soddisfazione di aver fatto un utile di 10 milioni di euro. Ma a spese di chi, se non degli utenti?
Il fatto grave è che ciò è avvenuto con costanti incrementi tariffari annuali a cui non hanno fatto riscontro effettivi miglioramenti del servizio: infatti rispetto alla quantità di acqua prelevata alle sorgenti e nei pozzi se ne continua a perdere più del 40%, tanta quanta quindici anni fa. Facciamo presente che il versante senese, tra sorgenti del Vivo e pozzi del Luco, ha perdite che superano di poco il 15%, quindi Siena sta pagando per il cattivo stato dell’acquedotto nel versante grossetano.
Poiché questa può essere una cifra arida traduciamola in un esempio: è come se un fiume di circa 500 litri al secondo uscisse dalle tubazioni e si disperdesse nel suolo. Ma ci potrebbe anche essere il sospetto che almeno una parte di questa acqua venga prelevata da chi non ha neppure il contatore, e quindi non la paga.
Ciò nonostante c’è chi, come il direttore dell’Autorità Idrica della Toscana, senza nessuna remora, invece della priorità di ridurre le perdite, rilancia la possibilità di costruire la diga sul Merse, forse dimenticando che qualche decina di anni fa l’idea venne abbandonata anche per la decisa opposizione dei cittadini, e che oggi si pongono anche irrisolti problemi di inquinamento delle sorgenti del Merse a causa di ciò che è stato sepolto nella ex miniera di Campriano. Così come si continua a prenderci in giro con l’idea di portare a Siena l’acqua della diga di Montedoglio (anche qui dimenticando che un bel pezzo è franata e non si sa quando potrà essere rimessa in uso) e ci sarebbe da fare un centinaio di chilometri di tubazioni.
I nostri amministratori locali, quelli dell’Acquedotto del Fiora e quelli della Regione, continuano a trastullarsi con i progetti di grandi fusioni ed accorpamenti, che si accompagnano all’idea di realizzare grandi opere che farebbero gli interessi solo dei soci privati e danneggerebbero inevitabilmente il nostro ambiente.
Oggi la scelta imposta dalle nuove politiche ambientali non può essere quella di aumentare i consumi, ma invece quella di consumare l’acqua in modo parsimonioso, di gestire bene le reti esistenti, di riparare tempestivamente i guasti, di promuovere il recupero ed il riuso delle acque.
In sostanza una cosa che non si può fare con una gestione privatistica ma solo tornando ad una piena gestione pubblica del servizio idrico, valorizzando le professionalità dei dipendenti appassionati del loro lavoro e coinvolgendo i cittadini in un diverso modello organizzativo.
In sostanza occorre rispettare la volontà dei cittadini espressa nettamente nel referendum sull’acqua pubblica del 2011.
Sinistra per Siena – Circolo Città Domani