MONTERONI D’ARBIA. Devo riconoscere che, dopo i recenti disastri dovuti all’alluvione, non è mancata per le vie di Monteroni la presenza degli amministratori, chi più, chi meno.
In poco tempo anche la viabilità primaria è stata ripristinata e quindi non possiamo dire che sono stati con le mani in mano.
Tuttavia, proprio perché sembra che ci mettano impegno, corre l’obbligo di ricordargli che ci sono ancora situazioni ad alta criticità e che bisognerà prima o poi affrontare.
FIUME ARBIA, SORRA, STILE, FUSOLA CON I LORO AFFLUENTI
Abbiamo visto che è stata fatta la pulizia dei fiumi ed anche dei fossati, cominciata per altro anche prima del disastro, ma da più parti viene evidenziato l’esagerato taglio degli alberi (adoperati per il pellet) e la poca pulizia del frascame. Tra l’altro una parte del tagliato giaceva, al momento del diluvio, sulle rive degli stessi.
FOGNATURE E FOSSE DI SCOLO NEL CAPOLUOGO
La messa in sicurezza era iniziata prima dell’alluvione su due grossi fossati a nord e a sud del paese, ma non è bastata ad evitare l’allagamento.
Adesso abbiamo visto un maggior impegno, anche nello stasamento di alcune condotte fognarie, ma riteniamo che il problema vada affrontato alla radice e cioè bisognerebbe riuscire ad incanalare l’acqua proveniente dalle colline di Tassinaia e Vignale.
TABACCAIA
Proprio l’allagamento della zona est di Monteroni ha messo in evidenza lo stato di abbandono e di degrado dell’area della Tabaccaia dalla quale provenivano, per trascinamento, una serie di tronchi ed altro materiale che si è sparso per le vie limitrofe.
Inoltre ci è stato segnalato da numerosi cittadini che dalla tracimazione del piazzale suddetto proveniva acqua mista a sostanze oleose (forse gasolio), tanto che una volta prosciugatasi, molti abitanti di Vicolo dell’Olmo e del Pioppo hanno rilevato copiosi residui nei loro orti e hanno deciso di non mangiare più la verdura che vi era coltivata.
ZONA DI VIA VERDI, VIA PUCCINI, VIALE KENNEDY E CENTRO COMMERCIALE TIGLI
E’ evidente che è sempre stata una delle aree più colpite (vedi alluvione precedente). Alle vecchie condutture, che erano state pensate tanti anni fa per allacciare un certo numero di abitazioni, si è aggiunto il carico di tutte quelle delle nuove case e palazzi costruiti poche decine di anni fa in numero anche troppo spropositato.
TRESSA
Una volta bloccato per piena il sottopassaggio, le abitazione ad est della cassia rimangono in un pericoloso isolamento. Un sottopasso nato male, sbagliato nell’altezza e nella larghezza, rimane pericolosamente l’unica via d’accesso alla zona est di Tressa, proprio quella dove si decise qualche tempo fa che bisognava dar luogo ad espansione edilizia. Pur riconoscendo, l’ho detto nella premessa, lo sforzo della Giunta, dobbiamo tuttavia, come cittadini e nella consapevolezza dei nostri diritti e dei nostri dovere chiedere a questa amministrazione alcune risposte importanti. Innanzitutto se sono soddisfatti di come la ditta che ha in appalto la pulizia dei fossati abbia compiuto il lavoro.
Per seconda cosa se hanno in cantiere uno studio su come risolvere il problema dell’eccesso d’acqua dalle colline ed allargare i fossati già esistenti che arrivano, o meglio arrivavano all’Arbia passando sotto la linea ferroviaria. A detta di molti (qualcuno è anche stato assessore e qualcun altro idraulico comunale), occorre ingrandire almeno il fosso maestro, quello adiacente alla Coop.
Poi ci sarebbe anche da fare qualcosa per l’Area Tabaccaia. Lo stato di abbandono e di incuria, anche da parte del nuovo proprietario, cominciano a dare i suoi frutti. E’ da segnalare infatti che da una parte del vecchio fabbricato cominciano a crollare tegole ed un pezzo di tetto è scoperto. Inoltre il vecchio capanno in cemento (quello più moderno) è aperto ad ogni ingresso (persone e animali). Se volete dare un occhiata troverete che ci sono materassi e quant’altro, il che fa presupporre una frequentazione di persone che li non potrebbero e non dovrebbero entrare.
Passiamo velocemente a Ponte a Tressa. Non so chi abbia deciso di costruire a suo tempo in quella zona, ne chi ha dato i permessi, ma è del tutto evidente che lì siamo a rischio catastrofe. Quel migliaio di persone che vi abitano infatti, devono sapere, che in caso di bisogno, non potrà mai arrivare in loro soccorso il camion dei vigili del fuoco perché non passa dall’unico accesso che c’è, quel famoso sottopassaggio sbagliato in altezza ed in larghezza. Figuriamoci se poi si riempie d’acqua! Bisognerebbe sapere se il nostro Comune ha in cantiere un progetto per un nuovo sottopassaggio o, meglio, una sopraelevata che funga da secondo accesso alla zona detta “degli impianti sportivi”.
Ma le domande sarebbero tante, come ad esempio sapere se ci è stato riconosciuto o meno lo “stato di calamità”, o come sapere se anche i semplici cittadini danneggiati dall’alluvione hanno diritto a qualche rimborso ed altro ancora.
Tutti questi chiarimenti e tutte queste risposte avremmo voluto averli in una occasione condivisa, in un luogo giusto e deputato. Che sia un Consiglio Comunale aperto, o una pubblica assemblea non importa, ma bisogna che la nostra Giunta si faccia carico di dare delle risposte ai cittadini.
Sappiamo per certo che alcune richieste di assemblea pubblica o qualcosa del genere sono già state presentate, sia da gruppi politici che da privati cittadini (che hanno avuto tra l’altro incarichi pubblici in passato e allora, che problema c’è ad informare i cittadini?
Augusto Codogno