TORRITA DI SIENA. Sabato 12 settembre si terrà l’undicesima edizione del Grappa Day in cui parlerà della sostenibilità dei processi di distillazione.
Per la prima volta verranno messi in luce non la grappa (che nell’immaginario collettivo è l’unico prodotto delle distillerie) bensì tutti quei prodotti che derivano dai processi di distillazione, tutti naturali, indispensabili non solo per il settore viti-vinicolo e per l’agricoltura in genere ma per una serie infinita di settori (farmaceutico, alimentare, delle costruzioni) fino ad arrivare al bioetanolo per la carburazione o all’energia termica che, trasformata in energia elettrica, viene immessa in rete.
Parlerà per primo Vittorino Novello (“Sostenibilità della Filiera Vitivinicola”) che presenterà la normativa legata al conferimento delle vinacce e fecce alle distillerie (per evitare frodi nel settore vitivinicolo, evitare contrabbando, eventuali rischi per la cattiva gestione di questi prodotti in cantina etc…), la gestione delle vinacce all’interno delle distillerie ma soprattutto l’impatto ambientale legato a queste fasi e in particolare, con riferimento al decreto Mipaaf del 2008, quali sono le possibilità fra uso agronomico diretto (sul campo) o indiretto (produzione di fertilizzanti), l’uso energetico (biomassa per biogas) e altri utlizzi (farmaceutico, cosmetico etc..).
L’intervento di Carlo Viviani (Distillerie: Grappa e non solo) si incentrerà maggiormente sui percorsi all’interno della distilleria, quindi ad esempio l’arrivo dei prodotti e il sistema di campionatura per i controlli e, in particolare, il controllo dell’Agenzia delle Dogane. I sistemi di stoccaggio, i volumi in gioco e la difficoltà di trovare sistemi e percorsi alternativi rispetto alle distillerie. Viviani si focalizzerà quindi sulle fasi produttive e qui si inizierà a parlare degli alcol che derivano dalla prima lavorazione come l’alcol per uso alimentare (produzione di vini liquorosi come il Marsala), per uso industriale (dtergenza domestica, produzione di vernici ma anche alcol assoluto come il bioetanolo da usare per la carburazione).
Nella fase successiva si parlerà della produzione del tartrato e dell’acido tartarico naturale. L’Italia è il più grande produttore al mondo di acido tartarico naturale che viene usato nella panificazione, nel vino, nell’industria alimentare in genere, in farmaceutica, nell’industria delle costruzioni. E proprio di questi giorni è di attualità per la querelle rispetto all’acido tartarico di sintesi importato dall’estremo oriente. Dalle lavorazioni successive si ottengono poi olio di vinaccioli, farine di vinaccioli, fertilizzanti, mangimistica, pellet per il riscaldamento domestico.Tutti prodotti assolutamente naturali perché lavorati solo e unicamente con vapore acqueo.
Chiuderà poi la mattinata Riccardo Cotarella (Dove va il mondo del Vino e della Distillazione) che, riassumenti i dati e le informazioni dei suoi colleghi, illustrerà quindi il valore aggiunto della ecocompatibilità nei prodotti che le distillerie creano, dell’integrazione con il mondo vitivinicolo ma soprattutto alla sostenibilità di tutti questi processi. Quindi anche una nuova visione del settore vino (in un’ottica multifunzionale di possibilità di produzione di alcol di seconda generazione per la carburazione) ma, soprattutto, di tutta la parte legata alla produzione di energia elettrica che è l’obiettivo per questo nuovo millennio. Le distillerie sono autonome dal punto di vista energetico (energia termica) il surplus che producono, fino a ieri veniva buttato, in anni più recenti viene trasformato in energia elettrica e immesso in rete.