di Augusto Mattioli
SIENA. Una riforma che non piace agli studenti medi quella della Gelmini. Ma invece di urlare slogan senza costrutto, magari ad effetto, i giovani del liceo Classico e della Formazione se la sono studiata attentamente, sottolineando gli aspetti che non vanno.
Questa mattina li hanno puntualizzati nell’affollatissima assemblea tenutasi nell’aula magna della scuola di piazza Sant’Agostino. Del tutto insufficiente a contenerli tutti tanto che è stato approntato un collegamento audio con un'altra aula. I liceali hanno dunque fatto le cose per bene e molti sono stati gli applausi che hanno accompagnato i vari interventi. Per cui il loro giudizio sulla riforma è da prendersi con serietà anche da chi questa riforma la sostiene a spada tratta.
“Una riforma – dicono – che ci sembra minare alla base l’istruzione pubblica”. Ecco, se qualcosa di ideologico c’è, questa è la difesa della scuola pubblica. E moltissimi applausi ha ricevuto il giovane studente che ha letto il passo di Pietro Calamandrei – di 50 anni fa – che sottolineava come un governo, una parte politica può affossare la scuola pubblica. Sembra che avesse previsto quando succede oggi.
“Noi non siamo un gruppo di rivoltosi che si diverte a creare dei casini”. ha sottolineato un ragazzo in un intervento nel quale ha elencato cosa deve essere la scuola e come può cambiare in meglio. Gli studenti devono essere maggiormente rappresentati bei vari organismi scolastici. Occorre un piano di investimenti per la scuola per migliorare l’offerta formativa. E' necessario abolire il voto di condotta: "un modo per cercare di tenerci zitti". La scuola deve essere libera e non vincolata da fattori economici e, soprattutto, “accessibile a tutti”. E ancora, libera da pressioni. Occorrono quindi più borse di studio per i meritevoli che hanno pochi mezzi. E infine la scuola “deve essere aperta a tutti dove ognuno di noi sia importante”.
Si capisce che dietro queste richieste c’è stato uno sforzo di comprensione dei bisogni della scuola che la riforma Gelmini sembra avere ignorato in nome dell’efficentismo e dei bilanci. L’assemblea, come dicevamo, ha gradito l’impostazione che gli “studenti in contestazione” del liceo si sono dati. Come ha dimostrato anche il dibattito successivo. Un riconoscimento, in particolare, è arrivato da uno studente del Sarrocchi dove invece, secondo la sua denuncia, le cose non vanno affatto bene. Nella scuola, che è occupata si lavora poco e male con giovani che girano per i corridoi senza far niente. Una situazione reale che è il segno di una debolezza culturale degli studenti della scuola che è davvero molto preoccupante.
SIENA. Una riforma che non piace agli studenti medi quella della Gelmini. Ma invece di urlare slogan senza costrutto, magari ad effetto, i giovani del liceo Classico e della Formazione se la sono studiata attentamente, sottolineando gli aspetti che non vanno.
Questa mattina li hanno puntualizzati nell’affollatissima assemblea tenutasi nell’aula magna della scuola di piazza Sant’Agostino. Del tutto insufficiente a contenerli tutti tanto che è stato approntato un collegamento audio con un'altra aula. I liceali hanno dunque fatto le cose per bene e molti sono stati gli applausi che hanno accompagnato i vari interventi. Per cui il loro giudizio sulla riforma è da prendersi con serietà anche da chi questa riforma la sostiene a spada tratta.
“Una riforma – dicono – che ci sembra minare alla base l’istruzione pubblica”. Ecco, se qualcosa di ideologico c’è, questa è la difesa della scuola pubblica. E moltissimi applausi ha ricevuto il giovane studente che ha letto il passo di Pietro Calamandrei – di 50 anni fa – che sottolineava come un governo, una parte politica può affossare la scuola pubblica. Sembra che avesse previsto quando succede oggi.
“Noi non siamo un gruppo di rivoltosi che si diverte a creare dei casini”. ha sottolineato un ragazzo in un intervento nel quale ha elencato cosa deve essere la scuola e come può cambiare in meglio. Gli studenti devono essere maggiormente rappresentati bei vari organismi scolastici. Occorre un piano di investimenti per la scuola per migliorare l’offerta formativa. E' necessario abolire il voto di condotta: "un modo per cercare di tenerci zitti". La scuola deve essere libera e non vincolata da fattori economici e, soprattutto, “accessibile a tutti”. E ancora, libera da pressioni. Occorrono quindi più borse di studio per i meritevoli che hanno pochi mezzi. E infine la scuola “deve essere aperta a tutti dove ognuno di noi sia importante”.
Si capisce che dietro queste richieste c’è stato uno sforzo di comprensione dei bisogni della scuola che la riforma Gelmini sembra avere ignorato in nome dell’efficentismo e dei bilanci. L’assemblea, come dicevamo, ha gradito l’impostazione che gli “studenti in contestazione” del liceo si sono dati. Come ha dimostrato anche il dibattito successivo. Un riconoscimento, in particolare, è arrivato da uno studente del Sarrocchi dove invece, secondo la sua denuncia, le cose non vanno affatto bene. Nella scuola, che è occupata si lavora poco e male con giovani che girano per i corridoi senza far niente. Una situazione reale che è il segno di una debolezza culturale degli studenti della scuola che è davvero molto preoccupante.