SIENA. Allargare il tavolo interistituzionale, che per la prima volta si è tenuto questa mattina (11 novembre) continuare e approfondire il piano di intervento sull'Università di Siena in modo tale che sia anche un piano di rilancio per le politiche di ricerca e per l'occupazione, definire al più presto il piano di dismissione degli immobili per recuperare risorse.
Il tavolo sarà riaggiornato a breve quando saranno effettuati due passaggi: definizione dell'alienazione degli immobili e coinvolgimento del Ministero.
Durante l'incontro di questa mattina l'Università ha avuto modo di presentare al tavolo sia il piano di risanamento con il bilancio pluriennale che la composizione del debito, nella parte economica e finanziaria. E' inoltre emerso come le normali entrate dell'Università siano sufficienti a pagare gli stipendi per i dipendenti per i mesi che ci separano dalla conclusione dell'anno. Da questo punto di vista è dunque importante che le risorse governative e le altre entrate attese arrivino chiaramente nei tempi previsti.
Banca Monte dei Paschi, da parte sua, ha ribadito di aver già svolto il proprio ruolo nella gestione dell'anticipazioni di cassa e scoperto bancario. La Banca potrà, al momento in cui l'Università avrà effettuato le gare per la vendita degli immobili, ragionare su come fare una anticipazione solo a servizio del risanamento, copertura ed eliminazione del debito dell'Ateneo.
Inoltre, dal tavolo interistituzionale è emersa anche la necessità di rilanciare tutto l'Ateneo senese, in modo tale da sostenere la ricerca e le opportunità occupazionali. Il piano di risanamento dovrà assumere queste istanze in modo tale da presentare un progetto su cui stimolare e chiedere il confronto con il Governo, verificando le risorse con progetti e proposte concrete.
Da questo punto di vista, dunque, il tavolo istituzionale di questa mattina ha sollecitato l'Ateneo ad un confronto con il Ministero competente. Le istituzioni locali si sono dette disponibili a dare un supporto all'Università ed ad accompagnare lo stesso Ateneo in questo processo per rappresentare la situazione di straordinarietà presente, perché il piano di recupero sia anche un progetto di rilancio.
Preoccupazioni e critiche sul piano e sui tagli sono giunte dal Sindacato, che ha evidenziato come sia necessario ridurre l'impatto sociale del piano ed al contempo fare ogni sforzo per garantire un mantenimento elevato dell'attività di ricerca che non disperda il patrimonio di ricercatori, assegnisti e dottorati di ricerca e personale tecnico.
Il piano quadriennale presentato dall'Università, che è già stato illustrato e su cui è possibile fare una discussione, ferme restando le politiche di rilancio, va continuato al fine di recuperare risorse. E' necessario fare approfondimenti e affinamenti sulla presenza dei fitti passivi, sulle spese di rappresentanza nonché sul piano di dismissioni degli immobili, passando in tempi brevi a proposte concrete. La regione Toscana, ad esempio, ha chiarito come l'acquisizione delle Scotte potrebbe passare solo da una legge regionale in cui la Regione assume l'opportunità e la necessità di avere gli immobili dove si fanno attività sanitarie in proprietà. Invece, sugli immobili che l'Università decide di mettere sul mercato, la Regione può valutare la presenza di strutture da acquisire per metterle a disposizione del Diritto allo Studio.