Terapia lenta è vero, ma, come tutte le cose lente, è l’unica solida
di Mauro Aurigi
SIENA. E’ l’aumento dei livelli di democrazia l’unica terapia per la crisi senese, ma anche di quella italiana o, se si vuole, anche di quell’Occidente che molti studiosi, quelli seri delle grandi università come Cambridge o Harvard, danno in crescente decadenza (ma davvero c’è bisogno di tanta scienza per capirlo?).
Perché non è l’economia o l’occupazione o l’etica ad essere in crisi. Si tratta solo di effetti di una causa che sta a monte: è la democrazia ‒ quella democrazia che è l’unico motivo storico e attuale della sostanziale differenza tra l’Occidente e il resto del mondo ‒ che è in crisi ovunque, anche in Italia e anche a Siena.
Tanto per fare un esempio calzante: se nel 1995 si fosse fatto un democraticissimo referendum comunale (ce ne furono respinti ben tre) contro la privatizzazione del Monte che avremmo vinto a mani basse, non avremmo dovuto assistere impotenti alla sua spoliazione partitocratica in poco più di 10 anni. Con la sua Banca ancora pubblica e quindi arrivata alla crisi attuale come era arrivata a tutte le crisi del passato, ossia cauta e solidissima (soprattutto questo era il segreto del suo successo, mentre le banche private fallivano), oggi questa piccola Città sarebbe stata la più potente e serena di questo Paese ormai nel marasma .
DIFFIDARE SEMPRE DI CHI SI DICHIARA AL SERVIZIO DEL POPOLO
Chi scrive è tuttora ancorato ai principi della sinistra delle origini, quella che è apparsa a cavallo tra ‘800 e ‘900, che non postulava, come ipocritamente fa la pseudo sinistra odierna, la conquista del potere da parte del suo o dei suoi leader (traduzione letterale di duce e führer) al fine che facessero buone leggi per il popolo oppresso. Concetto questo molto cattolico (togliere ai ricchi per dare ai poveri) che comunque dopo due millenni non ha minimamente risolto il problema. E comunque è un concetto di destra. No, la sinistra delle origini postulava l’emancipazione del popolo (del popolo, non delle plebe) ovvero la sua ascesa al ruolo di classe dirigente. Non “SERVIRE IL POPOLO”, dichiarazione ipocrita di ogni tiranno, dunque, ma “IL POPOLO SI SERVE DA SOLO” (ah, il mai abbastanza valorizzato affresco del Lorenzetti nel Palazzo pubblico!). Perché, ad esser chiari, sono questi i concetti che hanno fatto prosperi i paesi protestanti. E furono questi i concetti che fecero ricca Siena tra il XIII e il XV secolo, tanto che ancora oggi noi ne beneficiamo: Monte (?!), Spedale, Università, Arte (turismo).
Bene, da quell’epoca gloriosa, comune anche alle altre città-stato italiane dell’epoca, non è giunto a noi il nome di un solo leader carismatico. E ad esser precisi neanche i moderni paesi a maggiore livello di qualità della vita, hanno nei loro palmares il nome di uno o più capi responsabili del loro benessere passato e presente. Qualcuno sa indicarmene uno? E qualcuno sa indicarmi un solo caso in cui un leader in possesso di pieni poteri abbia risolto i problemi del proprio popolo? No, sotto i leader potenti i popoli soffrono sempre. Com’è vero che i popoli prosperi dell’attualità e della storia i loro problemi se li sono risolti da soli. Il che significa che l’unica strada percorribile per il raggiungimento della prosperità è solo la promozione della democrazia (termine, ve ne sarete accorti, una volta persino troppo abusato, ma oggi addirittura scomparso nella dialettica politica).
Dunque: maggiori sono i livelli di democrazia (nel senso dell’annullamento del protagonismo personale), più alto è il livello della qualità della vita.
MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE: IDEM SENTIRE DE RE PUBLICA
Non certamente da chi deteneva o detiene oggi il potere (a Siena: Luigi Berlinguer, Piccini, Barzanti, Ceccuzzi, Mussari, Monaci, Bezzini, Dallai, Valentini , ecc.) ci potevano o ci possono venire impulsi ad aumentare la democrazia: sarebbe stato e sarebbe il loro suicidio politico, ossia la rinuncia al potere personale con tutto ciò che di più equivoco, se non peggio, questo comporta (c’è nell’Italia di oggi qualcuno che ha ancora qualche dubbio in proposito?). Anzi, per aumentare il potere personale di pochi, stiamo ancora una volta assistendo alla restrizione dei contenuti democratici della politica: e ciò significa che la situazione generale non può che continuare a deteriorarsi. Ma se guardiamo all’Opposizione, che oggi a Siena, ma non solo, si auto-propone con la “O” maiuscola, ci viene lo stesso messaggio: date il potere a noi (o a me leader) e vedrete che tutto cambierà. Ma si guardano bene dal proporsi come democratizzatori del sistema. Il fatto è che quelli dell’Opposizione “ufficiale”, classificabile genericamente a destra, sono esattamente uguali a quelli della maggioranza ufficiale che si auto-classificano a sinistra ma che in realtà sono una destra mascherata e perciò peggiore dell’altra. Infatti l’Opposizione giura che vuole e può cambiare tutto (perché loro sono ovviamente più bravi, buoni, giusti, generosi ecc.), ma affinché nulla cambi. Perché in realtà a loro interessa solo scalzare gli attuali detentori del potere e sedersi al loro posto. Come mi disse un giorno un arguto criminal-politico meridionale: i cazzi possono anche cambiare ma i culi sono sempre gli stessi (chiedo scusa per la sconcezza, ma l’aforisma, nella sua incisività, mi sembra perfetto come definizione dell’attualità).
Chi scrive è personalmente impegnato in una battaglia (ed è una lotta già difficile e non è detto che alla fine sia vittoriosa) affinché il M5S non si lasci inquinare dai partiti, ormai morenti e disperatamente alla ricerca di appigli per restare a galla, e tenga fissa la barra senza mollare di un millimetro dalla sua rotta, quella almeno di avvicinamento alla democrazia diretta, quella che priverà del potere i partiti restituendolo al suo legittimo proprietario: il popolo sovrano. Perché non c’è altra speranza rimasta per il Paese e la Città.
PS: Sia chiaro che il raggiungimento della democrazia diretta comporterà ovviamente, per quanto detto sopra, il suicidio anche del M5S. Ma allora saremo lieti di suicidarlo.