Il presidente del Consiglio aveva promesso la correzione dell'errore
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. “L’aumento dell’Iva sul pellet è stato un errore che il Governo correggerà”, aveva detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, secondo quanto riferito dal presidente nazionale dell’Uncem (Unione Nazionale comunità enti montani) e dell’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna Enrico Borghi (Pd), dopo che con la legge di stabilità 2015 l’Iva sul pellet per riscaldamento era stata innalzata dal 10 al 22%, mentre per la legna da ardere l’aliquota Iva era rimasta invariata al 10%.
Invece in sede di approvazione del decreto “Milleproroghe” non ci sono state le novità riguardanti l’IVA sul pellet in cui molti speravano. A favore del rinvio dell’aumento si era espressa anche la Commissione Attività Produttive ed emendamenti in tal senso erano stati presentati da diverse forze politiche, ma non hanno superato l’esame delle altre Commissioni e sono stati stralciati dal testo approdato in aula. E’ rimasto lettera morta anche uno specifico ordine del giorno che impegnava il governo a ripristinare un’aliquota agevolata per il pellet di legno nelle zone montane e in quelle più svantaggiate, le più colpite dal provvedimento.
Secondo i calcoli di Climhouse, ipotizzando che una famiglia bruci 1.5 tonnellate di pellet l’anno (consumo medio per il riscaldamento di un appartamento di 70 mq,) e stimando un costo alla tonnellata (pre-aumento IVA) di 335 – 370 euro, il rincaro si aggira sui 40-50 euro l’anno per tonnellata, con un aumento medio di 60 – 75 euro l’anno. Ma la voracità di un fisco che si abbatte su cittadini già svantaggiati – e magari prima incentivati all’uso del pellet dal suo costo relativamente accessibile, poi mazziati dal provvedimento di aumento percepito come un’ulteriore ingiustizia consumata sulla loro pelle – non è il solo aspetto negativo della misura adottata. Il pellet infatti unisce all’elevata resa calorica bassi residui di combustione ed è ecocompatibile anche perché realizzato riciclando residui della lavorazione del legno che altrimenti rimarrebbero inutilizzati o sottoutilizzati; non a caso prima di chiamarsi pellet era conosciuto come segatura pressata.
E’ così che si incentivano le fonti energetiche alternative ai combustibili fossili e alle altre biomasse?