di Roberto Cappelli
MONTALCINO. Persona vitale, vivace, amante della vita, sempre aperta a tutti, con una prorompente gioia di vivere, amante della natura e, in particolare, degli animali. E’ questo il ritratto più vero e genuino di Gianni Brunelli, come i suoi piatti all’Osteria Le Logge e il suo Brunello prodotto a Montalcino, che ne fanno un personaggio unico nel suo genere.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, sa che Gianni era una persona su cui si poteva contare, uno che non menava il can per l’aia, ma che metteva tutta la sua anima nelle cose che faceva, fossero esse di grande spessore o di poca importanza.
Gianni era un montalcinese trapiantato a Siena, dove ha lavorato nel campo della ristorazione fino ad affermarsi come uno dei maggiori ristoratori con l’Osteria Le Logge, ma non ha resistito al richiamo del paese natio e ha messo su un’azienda, le Chiuse di Sotto, dove produce un ottimo Brunello, una delicata grappa e un saporito olio extravergine di oliva.
La sua semplicità d’animo e la sua affabilità nei modi hanno conquistato personaggi dai natali ben più altisonanti: pur non facendo mistero delle sue idee di sinistra (notoria è la sua grande amicizia con Adriano Sofri, tanto che spesso andava a trovarlo nel carcere di Pisa), è stato amico di tante teste coronate, ultime – ma solo in ordine di tempo – il Principe di Casa Savoia Emanuele Filiberto e il Granduca di Toscana…….che hanno voluto onorarlo della loro presenza nella sua Osteria dove “si mangia e si beve per aspettare il Palio che logora chi non lo vince” diceva con un sorriso carico di ironia Gianni Brunelli, oste e contradaiolo della Tartuca tra i più noti a Siena, mentre distribuiva piatti di fettuccine e di coniglio coi pinoli alle decine di clienti che affollavano la sua Osteria.
Come non ricordare, poi, la sua “amicizia per la pelle” con Gianna Nannini che Gianni ha voluto come testimone al suo matrimonio civile, celebrato a Montalcino il 26 gennaio di quest’anno, tra lo stesso Gianni e la sua compagna di una vita, Maria Laura Vacca.
Due sono i fiori all’occhiello di Gianni Brunelli e di cui egli va giustamente orgoglioso: le Logge e la Chiuse di Sotto.
“La mia è una storia, come dire, antica. Parte da lontano e vuole andare vicino, nelle campagne di Montalcino. E’ lì che ho lasciato il mio cuore. Quando finisco il lavoro all’Osteria, vado lassù alla Chiusa, in mezzo alle colline marroni con i filari delle viti che sembrano tanti capelli radi e spettinati sulla grande testa del mondo. La terra di Montalcino è particolarmente generosa,non si accontenta di dare olio e vino squisiti, ma anche ortaggi dal sapore di una volta. E all’Osteria niente computer, ma un bel librone dove tenere la contabilità proprio come facevano gli antichi. A tutto pensa Laura, la mia compagna, che di contabilità aziendale se ne intende davvero. Laura è importante – amava dire Gianni – qualcuno l’ha definita a ragione ‘donna biblica, splendente di fatica’. D’altra parte, accanto ad un tipo immaginativo come me, ci vuole chi ne trasformi la fantasia in idee concrete”.
E così nel 1987 Gianni riesce a realizzare il sogno della sua famiglia, quello di acquistare l’azienda Le Chiuse di Sotto, dove lavorava suo padre Dino. Ancor oggi, in suo ricordo, ha voluto mantenere una parte dei vigneti impiantati da suo padre. Delle sue due realizzazioni Gianni, come dicevamo, andava molto orgoglioso. A Le Logge e a Le Chiuse di Sotto ci lavorano e ci hanno lavorato professionisti giapponesi, americani, africani, italiani di ogni regione.
“Portano questa loro esperienza altrove, dove andranno a lavorare e così anch’io – amava dire Gianni – avrò dato il mio contributo all’economia e alla cultura”.
Gianni ha dato molto, molto più di quanto pensasse lui stesso, soprattutto in termini di umanità e generosità in chi l’ha conosciuto, l’ha frequentato ed ha imparato a stimarlo e a volergli bene: per questo lascia un vuoto che difficilmente sarà colmabile. Grazie Gianni e un arrivederci in quel mondo in cui avresti voluto vivere, un mondo più giusto, soprattutto per i più deboli ed i meno fortunati.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, sa che Gianni era una persona su cui si poteva contare, uno che non menava il can per l’aia, ma che metteva tutta la sua anima nelle cose che faceva, fossero esse di grande spessore o di poca importanza.
Gianni era un montalcinese trapiantato a Siena, dove ha lavorato nel campo della ristorazione fino ad affermarsi come uno dei maggiori ristoratori con l’Osteria Le Logge, ma non ha resistito al richiamo del paese natio e ha messo su un’azienda, le Chiuse di Sotto, dove produce un ottimo Brunello, una delicata grappa e un saporito olio extravergine di oliva.
La sua semplicità d’animo e la sua affabilità nei modi hanno conquistato personaggi dai natali ben più altisonanti: pur non facendo mistero delle sue idee di sinistra (notoria è la sua grande amicizia con Adriano Sofri, tanto che spesso andava a trovarlo nel carcere di Pisa), è stato amico di tante teste coronate, ultime – ma solo in ordine di tempo – il Principe di Casa Savoia Emanuele Filiberto e il Granduca di Toscana…….che hanno voluto onorarlo della loro presenza nella sua Osteria dove “si mangia e si beve per aspettare il Palio che logora chi non lo vince” diceva con un sorriso carico di ironia Gianni Brunelli, oste e contradaiolo della Tartuca tra i più noti a Siena, mentre distribuiva piatti di fettuccine e di coniglio coi pinoli alle decine di clienti che affollavano la sua Osteria.
Come non ricordare, poi, la sua “amicizia per la pelle” con Gianna Nannini che Gianni ha voluto come testimone al suo matrimonio civile, celebrato a Montalcino il 26 gennaio di quest’anno, tra lo stesso Gianni e la sua compagna di una vita, Maria Laura Vacca.
Due sono i fiori all’occhiello di Gianni Brunelli e di cui egli va giustamente orgoglioso: le Logge e la Chiuse di Sotto.
“La mia è una storia, come dire, antica. Parte da lontano e vuole andare vicino, nelle campagne di Montalcino. E’ lì che ho lasciato il mio cuore. Quando finisco il lavoro all’Osteria, vado lassù alla Chiusa, in mezzo alle colline marroni con i filari delle viti che sembrano tanti capelli radi e spettinati sulla grande testa del mondo. La terra di Montalcino è particolarmente generosa,non si accontenta di dare olio e vino squisiti, ma anche ortaggi dal sapore di una volta. E all’Osteria niente computer, ma un bel librone dove tenere la contabilità proprio come facevano gli antichi. A tutto pensa Laura, la mia compagna, che di contabilità aziendale se ne intende davvero. Laura è importante – amava dire Gianni – qualcuno l’ha definita a ragione ‘donna biblica, splendente di fatica’. D’altra parte, accanto ad un tipo immaginativo come me, ci vuole chi ne trasformi la fantasia in idee concrete”.
E così nel 1987 Gianni riesce a realizzare il sogno della sua famiglia, quello di acquistare l’azienda Le Chiuse di Sotto, dove lavorava suo padre Dino. Ancor oggi, in suo ricordo, ha voluto mantenere una parte dei vigneti impiantati da suo padre. Delle sue due realizzazioni Gianni, come dicevamo, andava molto orgoglioso. A Le Logge e a Le Chiuse di Sotto ci lavorano e ci hanno lavorato professionisti giapponesi, americani, africani, italiani di ogni regione.
“Portano questa loro esperienza altrove, dove andranno a lavorare e così anch’io – amava dire Gianni – avrò dato il mio contributo all’economia e alla cultura”.
Gianni ha dato molto, molto più di quanto pensasse lui stesso, soprattutto in termini di umanità e generosità in chi l’ha conosciuto, l’ha frequentato ed ha imparato a stimarlo e a volergli bene: per questo lascia un vuoto che difficilmente sarà colmabile. Grazie Gianni e un arrivederci in quel mondo in cui avresti voluto vivere, un mondo più giusto, soprattutto per i più deboli ed i meno fortunati.