"Depredate e immiserite le nazioni per salvare le banche"
ROMA. Se l’Europa dei tecnocrati, sconfitta solennemente dalla dignità del popolo greco nonostante le scandalose ingerenze di governi e cancellerie europee, in particolare della Germania egemone, non dovesse cambiare registro anche con una profonda revisione di trattati approvati per umiliare e rendere schiave le sovranità popolari che non possono prendere ordini dalla troika e dalle cleptocrazie europee, che decidono con i ricatti di programmi usurari di protezione la lunghezza della corda cui impiccarsi, meglio uscire da una moneta, l’euro, che invece di garantire benessere e prosperità, ha creato miseria, malessere, disperazione, falcidiando – soprattutto in Italia- potere di acquisto e capacità di spesa garantiti dalla lira.
In Italia la capacità di spesa, nel 2001 era pari a 119, tra le più elevate dei paesi europei superata da Inghilterra (120); Svezia (123); Belgio (124); Austria (126); Danimarca (128); Olanda ed Irlanda (134); Lussemburgo (235); più alta di Francia; Germania e Finlandia (116). Nel 2012, l’Italia (-16,8%) guidava la classifica negativa della capacità di spesa ridotta di 20 punti ed attestata a 99; al secondo posto la Grecia (-13,8% che passa da 87 a 75); al terzo il Regno Unito (-8,3% a 110; al quarto il Portogallo – 7,4% che si attesta a 75; al quinto la Francia -6,9% a 108; al sesto il Belgio a 119; mentre Austria (131); Germania (122); Svezia (129) e Lussemburgo (272) aumentano la capacità di spesa.
Una capacità di spesa (CDS) principale indicatore misurato da Eurostat, che traduce il Pil di ciascun paese Ue parametrando la ricchezza prodotta al livello dei prezzi, crollata dal 2002 con un trasferimento di 297,5 miliardi di euro, dalle tasche degli italiani a quelle di coloro che hanno avuto possibilità di determinare prezzi e tariffe, che ha fatto retrocedere l’Italia nel 2014 sotto la media Ue (28 paesi) collocandola a 98 (eravamo a 100 l’anno prima), con la Germania l’unico paese in crescita da 123 a 124, a conferma del fallimento di politiche di austerità imposte dall’Europa ad egemonia tedesca, registrando una drammatica caduta dei consumi, del potere d’acquisto e del benessere della famiglie, che ha colpito anche il ceto medio ed i redditi che potevano essere definiti dei ”benestanti” nel 2001.
Per raggiungere le altre grandi economie, come Giappone e Stati Uniti, che hanno redditi e capacità di spesa, seppur ridotte rispettivamente del 7% e 2,5 per cento superiori all’Italia del + 8,1% i nipponici, del 58,2% i nordamericani, con la CDS (Capacità di Spesa) più elevata dei paesi considerati da Eurostat, occorrono politiche di sviluppo, investimenti ed occasioni di lavoro per i giovani (disoccupati al 43%) costretti ad andare all’estero, politiche fiscali che allentino la pressione, forti tagli a spese e burocrazie improduttive, l’esatto contrario di quanto imposto da Bce e Troika, che con le politiche di austerità modellate ad uso e consumo della Germania, drogano l’economia con forti iniezioni di liquidità (quantitative easing) erogate al sistema bancario, un denaro dal nulla origine della ‘crisi sistemica’, che salva i bilanci delle banche e l’azzardo morale dei banchieri, ma soprattutto in Italia, non farà uscire il Paese dalla recessione.
Un Governo incapace di gestire il dramma dell’immigrazione, con decine di migliaia di disperati prelevati dalle coste libiche dalle marine militari inglesi, francesi e di altre nazioni Ue e scaricati in Italia come merci invece di essere ospitati per quote nei Paesi Europei, che accetta supinamente le posizioni più radicali di una Europa egoista e miope, la cui solidarietà non esiste neppure sulla carta, che recepisce i diktat di Troika e Bce, per addossare a correntisti e risparmiatori crack e sofferenze bancarie, prodotti da banchieri avidi e spregiudicati, che soprattutto in Italia, non hanno mai pagato il conto, non può assicurare l’esclusiva prosperità di banchieri ed eurocrati, ma cominciare a difendere i diritti dei cittadini, gli interessi dei consumatori e delle famiglie saccheggiate, la dignità dell’Italia.
Se la tecnocratica europea avara di solidarietà, fertile nell’accanimento per umiliare i popoli, i diritti e le libertà conquistate a caro prezzo con le lotte ed il sangue dei movimenti operai e dei lavoratori, non dovesse ascoltare il segnale di rivolta di un popolo fiero di antica civiltà, che non ha voluto piegare la schiena verso i ricatti della Troika e le condizioni usurarie capestro imposte, l’odio verso l’Europa dei banchieri sarà irrefrenabile creando le condizioni per uscire da una gabbia che imprigiona, con la tirannide degli spread e della finanza, ogni anelito di libertà e giustizia sociale.
Elio Lannutti (presidente Adusbef)