ROMA. Ladri d'appartamento. Ma non di quelli che si accontentano dei soldi lasciati nei cassetti dalle anziane signore. Ladri di quelli che entrano nelle ville di facoltosi signori e portano via oggetti d'arte. Dipinti soprattutto. E di gran livello. Come quello raffigurante "San Lorenzo in preghiera", delle dimensioni di cm. 140 x 93, epoca 1600, attribuito a Francesco Boneri detto Cecco di Caravaggio, e tre dipinti raffiguranti "Scene pastorali", epoca 1700, attribuiti a Philipp Peter Ross, detto Rosa da Tivoli.
Quattordici dipinti in tutto, diciotto reperti archeologici, tre pistole e numerosi gioielli: sono questi gli oggetti rinvenuti nell'abitazione di uno dei malviventi arrestati, ritenuto il capo della banda.
Cinque i componenti, tutti presi dai carabinieri del reparto operativo tutela patrimonio culturale di Roma, che "razzolavano" le ville tra Lazio e Toscana.
E proprio gli oggetti rinvenuti nell'abitazione della "mente" del gruppo – oggetti che si cercava di mettere sul mercato in modo piuttosto incauto – sono stati ricollegati ad un furto avvenuto in una villa in provincia di Siena nel febbraio scorso.
I gioielli, invece, erano stati trafugati da una villa ad Assisi; i reperti archeologici, invece, provenivano da furti fatti in ville romane.
Una lunga attività di monitoraggio, attraverso servizi di pedinamento del malvivente individuato – un cinquantacinquenne romano detto "chiavaro" per la sua capacità di riprodurre qulunque tipo di chiave – ha consentito di identificare i cinque componenti della banda, tutti pregiudicati romani, il loro piano d’azione ed il ruolo di ciascuno nell’ambito del sodalizio.
Quattordici dipinti in tutto, diciotto reperti archeologici, tre pistole e numerosi gioielli: sono questi gli oggetti rinvenuti nell'abitazione di uno dei malviventi arrestati, ritenuto il capo della banda.
Cinque i componenti, tutti presi dai carabinieri del reparto operativo tutela patrimonio culturale di Roma, che "razzolavano" le ville tra Lazio e Toscana.
E proprio gli oggetti rinvenuti nell'abitazione della "mente" del gruppo – oggetti che si cercava di mettere sul mercato in modo piuttosto incauto – sono stati ricollegati ad un furto avvenuto in una villa in provincia di Siena nel febbraio scorso.
I gioielli, invece, erano stati trafugati da una villa ad Assisi; i reperti archeologici, invece, provenivano da furti fatti in ville romane.
Una lunga attività di monitoraggio, attraverso servizi di pedinamento del malvivente individuato – un cinquantacinquenne romano detto "chiavaro" per la sua capacità di riprodurre qulunque tipo di chiave – ha consentito di identificare i cinque componenti della banda, tutti pregiudicati romani, il loro piano d’azione ed il ruolo di ciascuno nell’ambito del sodalizio.
La banda si apprestava a mettere a segno un importante colpo all’interno di una villa di un facoltoso imprenditore, alle porte di Roma. L’operazione, sviluppatasi nel corso di otto mesi, e coordinata dalle Procure della Repubblica di Roma e Siena, ha quindi condotto complessivamente alla denuncia di dieci persone, di cui cinque in stato di arresto, per furto e ricettazione, nonché il rinvenimento e sequestro di un ingente quantitativo di beni, prevalentemente d’arte, in via di restituzione ai legittimi proprietari.