SIENA. E’ stato realizzato da Vittoria Marziari il Masgalano per i Palii 2015 offerto dalla LILT (Lega Tumori di Siena). Un’opera carica di significati, visto il prezioso lavoro svolto dai tanti medici che, quotidianamente, mettono a disposizione della città professionalità e competenze per combattere e annientare una delle patologie più critiche che solo la prevenzione può riuscire ad arginare.
Nel Masgalano, il premio che ogni anno viene dato alla migliore comparsa che si è distinta per eleganza e dignità di portamento e coordinazione durante la sfilata del Corteo Storico, la mano e la creatività della Marziari hanno saputo trasformare l’argento in significazione. Significato e significante, infatti, sono entrambi presenti. In maniera forte. Non c’è niente di astratto. L’artista ha comunicato con un codice che va oltre le parole e lo scritto. Lo ha fatto attraverso l’arte, trasformandosi in una proiezione del destinatario alla quale ha aggiunto le sue peculiarità di emittente.
Alterate anche le concezioni di primo e secondo piano. Nella sua creazione il mammografo e la donna si “leggono” sullo stesso piano. Un’adattazione spaziale giusta. L’uno a servizio dell’altra, consapevole del beneficio che può trarre dallo strumento diagnostico.
La tecnologia e l’universo femminile tradotti in un bassorilievo di effetto su uno sfondo dove l’argento delle sculture è esaltato dal brillante riflesso dell’oro steso su una base in bronzo. Ma nell’opera della Marziari è facile riscontrare anche il felice connubio tra la modernità e il corpo della donna, generatrice di vita. Il mammografo riprodotto è quello di ultima generazione, mentre la figura femminile richiama l’Art Déco, soprattutto nel drappeggio dell’abito oltre che nella raffinata bellezza della figura, racchiusa nel prezioso metallo: luminosa e morbida. Una narratività che si sviluppa in simbiosi, accompagnando lo sguardo in un racconto incentrato sulla vita.
Un Masgalano, dunque, non solo di pregio per le capacità artistiche della realizzatrice, ma che già, di per sé, rappresenta un messaggio per favorire e incentivare la diffusione della prevenzione cosiddetta secondaria, “quella che permette – come ha ricordato Gaia Tancredi – vice presidente di Legatumori senese, presieduta da Franco Nobile – di raggiungere oltre il 98% delle guarigioni”.
IL “PREMIO AL MIGLIOR TAMBURINO” DI CECILIA RIGACCI OFFERTO DALLA CONTRADA DELLA CHIOCCIOLA
Solo a Siena il rullo del tamburo riesce a scatenare un mix di emozioni, perché quel suono forte e profondo è in grado di racchiudere passione e amore per una tradizione viscerale: il Palio. La stessa passione e amore che l’artista Cecilia Rigacci è riuscita a trasformare in un’opera d’arte: il Premio speciale al miglior tamburino di Piazza, offerto dalla Contrada della Chiocciola per questa Carriera di luglio.
Cecilia Rigacci ha concretizzato una percezione. Ha trasformato un sentimento in un oggetto, così che tutti lo possano vedere e toccare. Condividere.
Ma la cosa ancora più straordinaria è stata quella di coinvolgere tutte le 17 Contrade, affinché ognuna di loro diventasse materia pura per la sua creazione.
Il premio, infatti, ripropone, grazie all’aiuto di Renato Rigacci, cugino dell’artista, la parte superiore di un tamburo. Il cerchio in legno e il falsetto sono oggetti di famiglia: lo zio, Paolo Rigacci, è stato, a Siena, il primo, e tra i più importanti artigiani di tamburi, li realizzava con lo studio e la tecnica dei maestri liutai dai quali aveva appreso i segreti. Le mazze, invece, collocate sul retro, quasi a raggiera, sono state donate dai tamburini che, dal 1999 ad oggi, hanno preso parte alla Passeggiata Storica. Un regalo assolutamente non scontato per un tamburino, soprattutto se quella mazza ha fatto conquistare il Masgalano alla sua Contrada.
Impreziosite dall’artista con una fascetta in rame argentato, e ricoperte di smalto con i colori di ciascuna Contrada, testimoniano il concetto identitario della città che trova forza proprio dalla sua suddivisione in diciassette parti. La mazza della Chiocciola, appartenuta a Silvano Bellaccini, detto Bano, al quale è dedicato il Premio, è stata donata gentilmente dalla sua famiglia, e posta sul davanti, arricchita da un anello in oro che andrà al tamburino vincitore del premio.
Le corde che legano la pelle al legno si intrecciano con un filo in argento e sull’esterno del cerchio la scritta: “La Contrada della Chiocciola in memoria di Silvano Bellaccini” (storico tamburino di Piazza scomparso lo scorso anno, ndr). Sul bordo della pelle i nomi dei 17 tamburini che entreranno in Piazza il 2 luglio (Guido Squillace, Francesco Cini, Eugenio Rigacci, Matteo Ricci, Giovanni de Luca, Giovanni Pallassini, Davide Tanganelli, Fausto Ciacci, Giulio Beneforti, Bernardino Falorni, Eugenio Bruni, Giovanni Toscano, Leonardo Ceccherini, Valentino Braccino, Cesare Guideri, Stefano Bendinelli, Davide Riccucci). Cecilia Rigacci li ha rappresentati in un unico corpo. Sono tutti contenuti nella pittura al centro dell’opera, dove ha voluto ricordare “Bano” in una sua famosa postura, che assume in sé i sentimenti che accompagnano questi ragazzi durante il loro ingresso in Piazza.
E’ raccolto. Chinato su un ginocchio, in prossimità di una stella d’oro a otto punte: il richiamo alla Vergine in onore della quale si corre il Palio di Siena. Una posizione intimista come il suono del suo tamburo. E dentro a quel rullo ecco ricongiungersi tutto l’orgoglio della città per i tamburini di oggi, e il ricordo di quelli che ci hanno lasciato e che Siena non dimenticherà mai.